Ricordo la gioia di bambino nel preparare il Presepe e l'albero di Natale. La gioia dell'evento natalizio era anche questo, nella ricerca dei pastorelli, nell'andare a cercare la 'borraccina', quell'erba verdissima tipo tappeto -muschio- e che in Toscana si chiama così. Mia madre mi ricordava spesso questa incombenza, poichè diceva che il Presepe va fatto con la 'borraccina' e non con quella carta verde che una volta bagnata veniva modellata a mo' di prato, di montagna. E mentre fuori l'inverno era sempre più freddo, noi tre fratelli si cominciava la disposizione della capanna della Natività, Gesù Bambino, bue, asinello, pecorelle, pastori... E i tre Re Magi, sempre uno dietro l'altro al cospetto di Giuseppe e Maria nell'atto di donare oro, incenso e mirra. A scuola poi addirittura una parete dell'aula era adibita a Presepe. La gara tra le varie classi su chi lo faceva più bello era scontata e noi, alunni di terza classe e sotto l'occhio benevolo della maestra Franchini, facevamo il nostro meglio per portare idèe, statuine...
In una scuola del nord Est italiano, una maestra -"cuore nobile"...- quest'anno ha proibito ai suoi alunni di preparare il Presepe in aula. Il motivo? Non ferire la sensibilità degli alunni musulmani. Quanta sensibilità ha questa maestra, che io mi immagino già pronta anche ad infilarsi il burka per non ferir chi già lo porta, altrimenti -pensa lei- potrebbe sentirsi "un pesce fuor d'acqua" e questo per i "cuori nobili" non è ammissibile. E me la immagino ancora prona e mansueta come un agnello, a rinnegare gli auguri di Natale, a zittire in mala maniera un alunno che intona "Tu scendi dalle stelle" e a nascondere i dischi di "White Christmas", come fossero quest'ultimi oggetti del peccato universale. Negando le nostre usanze, questi -più che nobili- "cuori cardiopatici", uccidono la nostra cultura, i nostri sogni di bambino.
Non è giusto. Non è da accettare. (Gericus)
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