mercoledì 28 settembre 2005

PROFUMO DEL PASSATO/115

LETTERINA DI NATALE INVIATA AL GIORNALE -
Caro Gesù Bambino, siamo a Natale ed io come tanti altri bambini, scrivo questa lettera non perchè tu mi porti un paio di nuovi pantaloni per sostituire quelli che il cagnolino del mio padrone mi ha strappato d'estate in montagna, ma per avere una cosa grande che solo tu puoi darmi. Ecco: il mio nonno è il più vecchio di Champorcher e questa cosa lo rende triste. Io lo vedo sovente, mentre con la testa sul bastone seduto vicino alla stufa, ripete tra sè: 'Sono il più vecchio del paese, tocca a me, questo ormai è il mio turno a partire'. Io vorrei, caro Gesù Bambino, che il mio nonno vivesse ancora a lungo per raccontarmi quando lui andava a Bard a piedi per comprare il pane e la farina per la polenta, e delle lunghe veglie passate a fare tante culle. Ora i camion, le macchine e le moto ci portano sù ogni cosa e le culle si vendono come antichità. Gesù Bambino, fai che il mio nonno viva fino a 100 anni giusti ed io lo porterò a vedere la luna. Che bello sarebbe se potesse dire 'sono il più vecchio di Champorcher e il primo che festeggia i cento anni lassù'. Gesù Bambino, fammi crescere buono come il mio nonno, e dona a mamma e papà questa felicità.
Firmato: Celestino S. III° elementare di Champorcher.

(Il Monitore Valdostano. Febbraio 1965)
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PIU' IMMIGRATI CHE VALDOSTANI -
L'argomento è stato oggetto di interessanti rilievi da parte del dottor Paolo Gajo, in base al quale il fenomeno si verificherà tra non molto se il flusso immigratorio dovesse continuare con l'intensità degli ultimi anni. E prendendo in esame Aosta, dallo studio risulta che nel periodo tra le due guerre, la città ha accolto oltre 5000 forestieri, la metà dei quali proveniente dalle Venezie. Seguono piemontesi che rappresentano un quarto degli immigrati, mentre il resto è giunto dalle altre regioni italiane. Ora gli immigrati veneti e piemontesi tendono a diminuire e nello stesso tempo, l'elemento meridionale comincia ad esercitare sempre maggior flusso immigratorio, in particolare quello dei calabresi, aumentato in forte misura, quadruplicato in percentuale rispetto al periodo tra le due guerre. Andando avanti di questo passo dunque, è possibile rilevare come il numero degli immigrati stia per diventare superiore a quello dei nativi.
(La Gazzetta del Popolo. Aprile 1965)
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