lunedì 2 luglio 2012
Azzurri: i sogni muoiono all'alba...
In questo Europeo 2012 siamo partiti male e abbiamo finito peggio. Del resto non è che si sia arrivati alla finale contro la Spagna con un grosso carnet di successi se non la vittoria con l'Inghilterra e l'altra con la Germania, quest'ultima brutto segnale di un Italia spompata, poiché se la partita fosse durata altri dieci minuti i teutonici ci avrebbero raggiunto e superato, chiudendo definitivamente la nostra corsa. Una sconfitta dunque preannunciata, nonostante "i sogni in grande" di Prandelli, e dal momento che sognare non costa niente... Orbene, guardiamo un po' perché: punto primo, mancanza di campioni su cui contare. Se con la Germania ci siamo esaltati con Balotelli (foto), Cassano e Pirlo, nel match finale con la Spagna abbiamo inghiottito amaro: tutti e tre inesistenti. Punto due, la nostra spavalderia. Si, perché conoscendo i nostri limiti, siamo scesi in campo come dei trionfatori predestinati, e qui il merito -o meglio dire: demerito!- è esclusivamente dei media, e questi sono alcuni titoli del dopo Germania: "Il capolavoro di Prandelli"; "Quest'Italia merita rispetto"; "SuperMario: in finale ne farà quattro"; "Buffon: dovevamo fargliene sette"; "Bravissimi, ci date orgoglio" (telegramma alla squadra del presidente Giorgio Napolitano); "Balotelli, talento e cuore"; "Prandelli:Match straordinario, punteggio stretto"; "In campo comandiamo noi!" Un orgia di esaltazione dunque, di annunciata superiorità e di mancanza assoluta di umiltà, una dote che nello sport non guasta mai. Dunque, per vincere - o meglio, per stravincere- puntavamo esclusivamente su Buffon il "portierone di ferro" e soprattutto sui gol di Balotelli e Cassano che però non sono arrivati. Ma è impensabile puntare su qualcuno che è altalenante di carattere e oltre a ciò, non ha grande esperienza di tornei internazionali. A differenza di Lippi che dei due ne ha fatto sempre a meno, Prandelli li ha voluti a tutti i costi e li ha eletti paladini della "nuova Italia". Pregi e difetti che dalle stelle ci hanno scaraventato alle stalle:"Non c'è stato tempo di recuperare" recita Prandelli il giorno dopo la sconfitta, "Non c'è stata partita, loro così superiori che ci sentiamo sereni" dice Buffon mettendosi -beato lui!- il cuore in pace, e "Il genio Pirlo non basta a fare il miracolo". Eccoci qui con spontanee ammissioni che se si vince è un miracolo, che uno, due o tre uomini non fanno squadra, e soprattutto ecco la furbizia tutta italiana di far apparire oro quel che oro non è: "Non abbiamo sbagliato, per noi questo è stato un torneo straordinario" (sic!) conclude un malinconico Prandelli svegliatosi di soprassalto dal suo sogno. L'unico forse a non sapere che i sogni, appunto, muoiono all'alba...
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1 commento:
Caro Gericus,
senza paga per un Anno, ma no tu sei troppo buono, a LAVORARE NELLE MINIERE DI CARBONE,vedrai che anche gli Italiani comincerebbero a capire cosa vuol dire pagare suon di Milioni a coloro i quali non meritano nemmeno una Lira.
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