lunedì 23 luglio 2012

Benvenuti a Prato, Cina...

Toni trionfalistici: "I cinesi di Prato si fanno italiani", e Anselmo Potenza, presidente della Confederazione Nazionale Artigiani locale pontifica poi che "abbiamo un cinese alla vicepresidenza". Evviva, alleluia! E d'altra parte i "conquistadores" ne hanno il diritto di sedersi ai tavoli che contano e i numeri parlano chiaro: su 190.000 abitanti, Prato conta ben 55.000 stranieri dei quali 40.000 cinesi in città tra regolari e clandestini; 4000 sono le imprese del Sol Levante; il 15% del Pil locale è prodotto ogni anno dalle aziende cinesi; 360 milioni sono gli abiti prodotti da cinesi nel distretto di Prato e il 70% è la quota che viene esportata. "Il clima sta cambiando, e piano piano emergono i vantaggi commerciali per la presenza di questa comunità". E' una realtà in crescita si scrive ancora, insomma, fiato alle trombe e inchino davanti a questa marea cinese che dilaga come un onda di Tsunami. Ma in questo "Dossier dell'Italia che saremo" pubblicato recentemente su La Stampa manca il rovescio della medaglia. Non si parla che questa invasione ha ucciso la piccola industria locale, perché arrivando in un momento di crisi, quindi meno ordini ed entrate in calo, imprenditori cinesi senza scrupoli hanno comprato aziende in agonia per due lire scalzato l'eccellenza artigianale locale poi, vendendo i loro prodotti a prezzi stracciati, hanno ucciso infine quelle industrie che ancora sopravvivevano per l'impossibilità di reggere al confronto, da qui la morte dell'artigianato pratese. Per l'Amministrazione locale "no problem", poiché i cinesi ci salvano l'economia con le loro tasse.... Poveri illusi...La realtà è un altra: "Cinesi, l'Italia al primo posto in Europa per l'evasione fiscale". Vittorio Carlomagno, dell'Associazione Contribuenti Italiani affonda il coltello: "Analizzando i dati, emerge che nei distretti dove la comunità cinese è maggiormente presente, è stato rilevato un indice di evasione fino al 98%". E' la Guardia di Finanza che ha scoperchiato il vaso di Pandora : 6 imprenditori cinesi non hanno presentato nessuna dichiarazione dei redditi a fronte di trasferimenti di denaro all'estero per 6.088.000 euro; altri 4,5 miliardi di euro illecitamente trasferiti in Cina; 558 imprese cinesi che hanno accumulato e spedito all'estero proventi occulti pari a 300 milioni di euro; 24 persone arrestate; 581 persone denunciate; 14 agenzie di Money Transfer bloccate; 207 aziende cinesi sequestrate, unitamente a 283 beni immobili e 471 automezzi, per un valore complessivo di 152 milioni di euro. Il tutto, tirando le fila delle tre operazioni "Cian Liù", "Cian Ba 2011" e "Cian Ba 2012". Parallelamente infine, i Nuclei di Polizia Tributaria di Prato e Firenze hanno sviluppato verifiche fiscali più approfondite nei confronti di 16 imprese cinesi acquisendo così le conferme probatorie di gravi reati fiscali per omesse o infedeli dichiarazioni dei redditi ed IVA, con un sequestro di beni ordinato dal G.I.P. per un valore corrispondente alle imposte evase pari a 12 milioni e 787 mila euro. Paolo Calamai di www.pratoreporter.it fa un ulteriore approfondimento del fenomeno cinese: "Il Comune sta cercando di combattere il problema effettuando con blitz a tappeto nelle fabbriche e nei laboratori gestiti da orientali. Luoghi all'interno dei quali accade di tutto: dai sequestri di persona, agli omicidi, al lavoro nero e minorile, all'evasione fiscale, al non rispetto delle norme igieniche, alla prostituzione, alle cure sanitarie illegali. Ci può essere integrazione -continua Paolo Calamai -, solo se i numeri lo permettono e se si rispettano le regole e le leggi vigenti". Cinesi! Benvenuti a Prato...  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ed anche a Prato la solita storia
TUTTI LADRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Anonimo ha detto...

si gioca sporco......