lunedì 15 agosto 2011

Assassinati sulla strada: Omicidio Stradale

Indignarsi. Un sentimento che provo davanti alle quattro giovani vittime falciate da un auto in contromano sull'autostrada all'altezza di Ovada. Ma la mia indignazione, la mia repulsione va anche contro quella magistratura che non imprigiona il responsabile del massacro, in questo caso l'albanese Ilir Beti, che ubriaco come una spugna guidava da 30 chilometri nel senso inverso di marcia prima di provocare una strage. Julien Raymond aveva 26 anni, Vincent Lorin 27, Audrey Reynard 24, e Elsa Desliens 22. Unico superstite Laurent Boette, 26 anni, militare della Marina francese e che era alla guida, ricoverato però in rianimazione all'ospedale di Novi Ligure. Era una vacanza attesa da anni quella dei cinque francesi, e la loro meta era la Slovenia, quindi il nostro Paese era solo una zona di passaggio. E' con questa sensazione di gioia che verso le cinque del mattino il quintetto ha imboccato l'autostrada A26 Genova/Aosta, e poco prima la stessa cosa l'ha fatta anche l'albanese a bordo di un Suv (nella foto ciò che resta). Quest'ultimo era reduce da una serata di bagordi in una discoteca dell'Alessandrino e in corpo aveva una quantità di alcool pari a 1,51 microgrammi al litro, una dose superiore di tre volte a quella consentita. Ad un certo punto, l'inversione di marcia per un telefonino -come dirà lui in seguito- dimenticato in discoteca. Trenta chilometri sfiorando vetture poi l'impatto con l'Opel Astra dei cinque francesi che si porta via quattro vite. Per il pm Sara Pozzetti "non ci sono le condizioni per l'arresto del responsabile della strage", quindi lo lascia libero. Quattro giovani uccisi non creano dunque condizioni per l'arresto del colpevole! Lo schifo della nostra giustizia -ma vale ancora chiamarla così?!- sta nelle 11 parole del pm, parole che offendono la dignità -e la memoria- di chi soffre la perdita di un parente per mano di un delinquente al volante. Il Ministro Roberto Maroni, subito dopo il rilascio dell'albanese ha deciso di inasprire le pene introducendo il reato di "omicidio stradale", una legge che sarà discussa urgentemente nel prossimo Consiglio dei Ministri. Leggi che arrivano sempre troppo tardi, quando le stragi hanno ormai tinto di rosso le strade, quando fiumi di lacrime sono state versate, quando troppi delinquenti hanno ucciso impunemente. Che le giovani quattro vite siano le ultime di questa giungla senza leggi, e che Ilir Beti -come pure tutti gli altri responsabili di incidenti simili- sia il primo che si fa 20 anni di galera senza sconti né condizionale.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Continuate a farli venire in Italia,poveri a noi che fine sta' facendo la Nazione piu' bella del Mondo. Ma come non e' bastato tutto il casino che hanno fatto in questi anni? La Magistratura dovrebbe vergognarsi il Playboy testa di cazzo di Berlusconi dovrebbe essere mandato in ALBANIA.Ma non ci vergogniamo davanti a questi scenpi e tragedie giornaliere.