venerdì 4 marzo 2011

Sessantotto, bunga bunga e amnesie...

In un certo senso mi fa sorridere la recente manifestazione messa in atto dal "gentil sesso", sceso in piazza nelle varie città italiane per riaffermare la "Dignità della Donna". Sorrido, certo, perché in questo caso la donna è scesa in piazza per protestare contro se stessa, contro la sua agognata e raggiunta libertà di "scegliere e di fare", manifestando quindi contro la sua emancipazione. Si è protestato come se la donna, in quanto "femmina", avesse subito un torto discriminante dal "sesso forte", un sopruso, la violenza di un gesto e quindi di un atto non voluto. Ma per capire meglio il discorso bisogna ritornare alla cronaca recente, dove una certa Ruby -ma non solo lei- ha sbaragliato le scale gerarchiche "della strada" per passare da semplice "escort" -usiamo dunque questo eufemismo tanto di moda oggi- a prediletta del reame, il tutto grazie a "smutandate" volute fatte in ambienti che contano. E partendo dal presupposto tutto "Sessantottino" che recitava "la passera è mia e la do a chi voglio io" -sebbene Ruby e company siano venute dopo per età anagrafica- , non vedo lo sconcio dove sia, poiché proprio la donna, liberandosi dei tabù che negli anni andati la vedeva sottomessa -sessualmente- all'uomo, decise una sua "rivoluzione" in fatto di costumi, equiparandosi in tutto e per tutto all'uomo, col risultato che finalmente era lei a decidere "come, dove quando e con chi", quindi figura attiva e non più passiva. Una certa parte politica esaltò il fatto come "momento storico della donna" che con quella ribellione si era liberata da certi pregiudizi, quelli che per secoli avevano sentenziato che se l'uomo va a donne "è un gallo", mentre la donna che va a uomini "è una zoccola". Libertà dunque, e basta una volta per tutte dei vecchi pregiudizi. Quindi fa strano che oggi, 42 anni dopo la "conquista", una certa parte di donne sia scesa in piazza per difendere a spada tratta la propria "dignità", una dignità tra l'altro che non vedo calpestata da nessuno poiché sia la marocchina Ruby e tutte le altre "colleghe" non sono state irretite né forzate a "smutandarsi" contro la loro volontà, ma ben consapevoli e intenzionate invece a vivere il loro "bunga-bunga" liberamente, proprio come la dottrina "sessantottina" predicava. Donne dalla mente corta o politica ingannevole, che proprio in questo caso ha "manipolato" la donna portandola in piazza a manifestare contro la sua libertà. Invece di fare tanto can-can, bastava ricordarsi che la donna da sempre ha avuto "una marcia" in più, perché è stata -e sarà!- sempre lei a possedere la chiave che apre tutte le porte, quelle dei cuori, dei portafogli e dei palazzi che contano. Tutto sta nel saperla utilizzare quella chiave, appunto: con dignità, anche se le donne che hanno manifestato tutto ciò lo hanno taciuto...

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