domenica 20 febbraio 2011

Quali coste per la zattera Italia?

Il fuoco della protesta si allarga. Dopo la Tunisia, sono in fiamme l'Egitto, l'Algeria, la Mauritania, il Marocco, Libia e Gibuti. Ma c'è tensione anche in Iran, nel Kuwait, nel Bahrein e nello Yemen. Dal Magreb al Golfo dunque è rivolta, e fuga. E mentre in Libia si tenta di reprimere la sommossa -che al momento dice abbia già fatto 300 morti e oltre 700 feriti-, il colonnello Muammar Gheddafi ha lanciato un monito all'Europa intera: "Se Bruxelles e gli Stati membri non smetteranno di sostenere la rivolta in Libia, cesserà ogni cooperazione in materia di gestione dei flussi migratori". In poche parole, se l'Europa "qualunquista" non si farà gli affari suoi invece di sostenere i rivoltosi, saranno invece "fatti vostri" i risultati di questa presa di posizione. Qualcosa infatti è già cominciato, e sono quegli oltre 5000 tunisini giunti sulle coste di Lampedusa mandando in tilt l'isola e la sua popolazione. Ma ora il gioco è diverso. Se il blocco finora messo in atto dalla marina libica ha evitato il peggio, venendo meno, l'invasione dal mare pende minacciosa, se pensiamo il numero delle rivolte in atto nel Nord del Paese africano. L'Europa dunque come si sta organizzando? Come intende reagire affinché l'invasione non sia totale? In prima fila c'è l'Italia, ed è proprio questo che spaventa, perché già le prime risposte all'invasione tunisina hanno lasciato basiti gli italiani, primi tra tutti i siciliani, alla notizia che "i nuovi arrivati saranno sistemati negli alloggi lasciati dai militari americani che prestavano servizio a Sigonella". Un "Villaggio della Solidarietà" nel "Residence degli Aranci" che si trova nel territorio di Mineo (Catania), ovvero in un centro residenziale di primo ordine con tanto di campo da baseball, parco giochi per bambini e prati all'inglese, il tutto recintato. Alloggi da sogno offerti a clandestini dunque e preclusi ai moltissimi "senza tetto" italiani che da sempre cercano una sistemazione. A tutto ciò il sindaco di Mineo, (5000 abitanti, tanti quanti i nuovi arrivati!), Maurizio Siragusa però non ci sta, e lo dice chiaro e tondo mandando un altolà ai politici, Maroni in primo luogo, pur motivando il suo diniego a fattori "logistici e strutturali". Ma se questo è il rimedio trovato, cosa farà il nostro Governo davanti a quei centomila nuovi arrivi sulle nostre coste previsti nel giro di pochi giorni, mare permettendo? E per concludere: ma è proprio sensato il pensiero "tutto italiano" di risolvere la situazione dando ospitalità a tutti i diseredati del mondo? Ma non sarebbe più logico e intelligente rispedirli immediatamente a casa loro e aiutare economicamente i Paesi di provenienza affinché possano risolvere con il lavoro i loro problemi? La "zattera" Italia è in brutte acque. A quale costa approderemo per salvarci noi stessi? Il prossimo futuro ce lo dirà...

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