venerdì 2 ottobre 2009

POOH, L'ULTIMO CONCERTO

I numeri parlano chiaro: 43 anni di carriera e un qualcosa come 3.500 concerti. Passati indenni attraverso gli anni "neri" del beat, ovvero il 1970, ecatombe dei gruppi, i Pooh (foto) hanno suonato ieri ad Assago il loro "ultimo concerto". La fine di questa lunghissima carriera l'ha decretata Stefano D'Orazio, il batterista, stanco ormai di salire e scendere sui palchi di mezzo mondo: "A 61 anni non ho più l'entusiasmo di una volta, ma ho una famiglia, alla quale voglio dedicare il resto dei miei anni" ha detto onestamente. Questa sua intenzione di abbandonare il campo l'aveva però annunciata già da tempo ai suoi amici d'avventura, tanto che Dodi Battaglia, 58 anni, Red Canzian, 57, e Roby Facchinetti, 65, non si sono opposti. E ieri, nel Forum di Assago, grande folla come sempre ai loro concerti e tanta commozione, poi, 46 canzoni che hanno segnato la loro carriera e la nostra gioventù, perché anche se non sono stati i Beatles, i Pooh hanno fatto sognare intere generazioni partendo da "Piccola Katy" (1968) fino al loro ultimo album "Ancora una notte insieme", (2009), un antologia dei loro successi. In mezzo a queste due date però, "Tanta voglia di lei", "Pensiero" e l'album "Opera Prima" tutti usciti nel '71, l'anno successivo "Noi due nel mondo e nell'anima", poi, nel 1973 l'album "Parsifal", disco considerato storico. Ma c'è tempo ancora per "Pierre" ('82) e la stupenda "Uomini Soli" del 1990, e poi tournee mondiali e nazionali con il ripetitivo "sold out", che significa stadi gremiti e biglietti esauriti, impresa impossibile per altri gruppi nostrani. "Grazie a tutti, qui lascio il cuore" ha affermato a fine concerto Stefano D'Orazio davanti ad una distesa di facce più emozionate da queste parole che non dalla musica appena ascoltata. "Pooh, per sempre nel mio cuore e nell'anima" si leggeva in uno striscione, mentre in un altro, "Con voi finisce un epoca". Chissà che sia proprio così...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I also liked a group called RAINBOW, if you remember them please e-mail me at raquelita001@hotmail.com
Raquel
from U.S.A

Anonimo ha detto...

Qualche tempo fa, Sabrina Rappoli, in un servizio su Sky Tg24 (19/09/2009), azzeccando un micidiale strafalcione, commentava di «..Facchinetti, tastierista e principale autore dei testi..» offrendomi in questa sede l‘opportunità di parlare dell’uomo che viene considerato il quinto Pooh “nascosto” ma che di fatto è l’uomo che ha avuto un ruolo decisivo in questa “avventura“; colui il quale desiderò con forza la nascita di questo progetto che in principio (nel 1964) si chiamava the Jaguars e soltanto successivamente, con la prima pubblicazione per la Vedette (nel 1966), assunse la denominazione Pooh; il “Deus ex machina”: VALERIO NEGRINI ! Senza di lui il complesso non sarebbe mai esistito; benché cinque anni dopo lasciò il posto a Stefano D’Orazio, ha continuato nel tempo a lavorare dietro le quinte raccontando le decine di storie che adagiate sulle tante melodie suonate dal quartetto, hanno fatto il successo del gruppo.
Negrini, padre fondatore del complesso dei Pooh; colui che su pressione dei compagni di quel tempo subì la decisione di licenziare Bob Gillott (l’organista di Sheffield) per consentire l’ingresso di Camillo Facchinetti in arte Roby, compositore e pianista, che negli anni si è rivelato padre putativo della formazione.
Sabrina Rappoli - che attribuisce (erroneamente) a Facchinetti il ruolo che di fatto appartiene a Negrini (visto che quest’ultimo ha perso la patria potestà) lo fa perché il connubio tra i due si è rivelato nel tempo così forte da apparire indissolubile. Facchinetti-Negrini: due cognomi separati da un trattino ! Però, mentre il primo, durante questi otto lustri, ha assunto la connotazione di personaggio cardine (il suo posto centrale anche sul palco), il secondo è andato eclissandosi sempre di più al punto che la giornalista attribuisce al primo il ruolo tout court di autore delle canzoni.
Eppure Valerio Negrini ha fatto la fortuna dei Pooh tanto quanto gli stessi 4 componenti; senza le canzoni avremmo ammirato l’esibizione di quattro strumentisti preparati, ma niente di più ! Quindi onore al merito per VALERIO NEGRINI.
Che ne sarà del complesso dei Pooh è assai difficile stabilirlo. Durante un’intervista (RTL 102.5 Password - 17/04/2009) Facchinetti dichiarava: «..io fra l‘altro ho vissuto tutti i cambiamenti.. dal primo bassista, Gilberto Faggioli, nel 1966, fino all‘ultimo, Riccardo Fogli; ..ma questa è un‘altra cosa» volendo sottolineare la coesione realizzata negli anni dai quattro all‘interno della formazione al punto che la defezione di Stefano D’Orazio è accompagnata dai rintocchi di un orologio che dopo aver scandito 43 anni di storia, in questo momento potrebbe aver finito la sua carica.
Che ne sarà del complesso dei Pooh ?! E’ assai difficile fare dei pronostici. Una cosa è certa: se i superstiti decideranno di proseguire in tre dovranno spendere le loro risorse con sagacia; saranno le scelte fatte adesso a determinare una conclusione gloriosa piuttosto che un finale patetico; sull’onda dell’emozione i fans hanno versato lacrime ma saranno altrettanto disposti ad applaudire a scelte azzardate che dovessero rivelarsi non in linea con le aspettative ?! Forse quell’uomo che viene considerato “il Pooh nascosto” e con discrezione ha determinato con le sue storie il successo del (l’ex) quartetto potrà elargire il suggerimento preciso sulla giusta scelta da fare.
- hydorvox -

Gericus ha detto...

Grazie per il tuo approfondito apporto, che mi trova completamente d'accordo. Tra l'altro, Valerio Negrini l'ho conosciuto personalmente ai tempi che si esibiva alla batteria con i Pooh, (Piper club di Milano) e già fin d'allora era considerato "motore e anima" del gruppo. Si, senz'altro un po' di merito in più se lo merita, poiché tutti i più grandi successi di questa band portano la sua firma. Onore quindi al "quinto Pooh". Gericus