È stata aperta questa mattina la
camera ardente per Enzo Jannacci, (foto)
scomparso ieri sera nella casa di cura Columbus di Milano. Il
cantautore avrebbe compiuto 78 anni il prossimo 3 giugno. Nonostante
la pioggia e le festività in tanti hanno deciso di dare
personalmente l'ultimo saluto al "dottore" della musica.Il
mondo della musica e della politica piange uno degli artisti simbolo
del capoluogo lombardo. "Con la sua ironia e le sue canzoni ha
raccontato la Milano più vera. Rimarrà nella storia della città",
ha ricordato Giulaino Pisapia in un tweet, mentre Fabio Fazio
lo ha definito "un genio: le sue parole che non riuscivano a
star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo
bellissimo". Roberto Maroni, poi, lo ha voluto salutare in
milanese: "Riposa in pas, cunt i too scarp del tenis".
"Quelli che... Adesso sanno l’effetto che fa. Buon viaggio",
ha detto invece laconico Francesco Guccini, mentre i
Nomadi hanno chiesto: "Salutaci le stelle...". A
messaggi più sintetici come quello di Syria, che ha salutato
Jannacci con un "ciao signor Enzo", si accompagnano
tweet più personali come quello di Paola Turci: "Rimangono
tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme".
Ironico Frankie Hi Energy: "Ciao Enzo non ti scapicollare";
triste Luca Bizzarri: «Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur
talento". Tanti e accorati i messaggi di Dalia, figlia di
Giorgio Gaber, con cui Jannacci formò una celebre coppia della
canzone italiana: "Ciao Enzo, ti voglio bene". Il
più commosso è Cochi Ponzoni, che con Jannacci ha
lavorato: "Parlare di Enzo? È come parlare di un fratello,
un fratello che è morto. Abbiamo vissuto talmente tante
esperienze insieme, viaggi, cose della vita, lavoro, che per me era
uno di famiglia. Certo Enzo era un grande artista, un poeta, un uomo
eccezionale. Uno che ha compiuto nella sua vita tante di quelle cose
che ce ne vorrebbero tre di vite, jazzista, compositore, attore, era
pure diplomato in composizione all’accademia. E poi medico, e che
medico! Uno che ha avuto esperienza con gente dal calibro di Barnard
e con Azzolina... ma per me e Renato è stato soprattutto un grande
amico, un fratello maggiore uno che ci ha tanto aiutato". Il
cabarettista ha raccontato anche l'incontro con il cantautore:
"Ci siamo conosciuti nel ’64, lui era già famoso, aveva
già avuto il successo di Scarp de tennis, io e Renato eravamo dei
ragazzini. Noi facevamo cabaret al Cab 64 di Milano, lui è venuto a
vederci, gli siamo piaciuti e così abbiamo cominciato a
frequentarci. Lui ci ha aiutato, noi facevamo i testi e lui spesso li
musicava. Ad esempio La vita l’è bela è stata musicata da
lui...".
(Il Giornale online)