venerdì 15 giugno 2012

Ubriachi al volante con licenza di uccidere...

Una serata in pizzeria per la famiglia di Baldassarre Quinci, 43 anni, maresciallo dell'Aeronautica. Con lui, la moglie Lidia Mangiaracina di 37 anni e i figli Martina di 12 e Vito di 10. La gioia di stare assieme, lui che per lavoro spesso é assente e quella serata del 15 gennaio del 2011era quindi fortemente voluta. Non si fa tardi, perché anche se è sabato e i ragazzi non dovranno alzarsi per la scuola, c'è bisogno di riposo, dopo una settimana di attività frenetica, quindi tutti in macchina e via tranquilli per le strade di Campobello di Marzara (Trapani) diretti a casa. Nel calduccio dell'auto c'è ancora tempo per due risate, racconti scolastici, i primi sbadigli... Capita tutto in un attimo, due fari che squarciano la notte ed un rumore di lamiere che si accartocciano poi, come per incanto, il silenzio assoluto...il niente. Glielo diranno con tutte le cautele possibili i parenti a papà Baldassarre, ricoverato in ospedale, che la sua bella famiglia non esiste più, tutti morti sul colpo in quel maledetto incidente. E gli diranno pure che la macchina, una BMW che li ha centrati in pieno era guidata da un giovane ubriaco, Fabio Gullotta, 22 anni, 0,72 ml di alcool nel sangue e 120 chilometri orari nell'attraversare quell'incrocio maledetto tra le vie IV Novembre e Vittorio Emanuele. Dolore al dolore, l'uscita dall'ospedale per papà Baldassarre e il ritorno in quella casa troppo vuota ma piena di ricordi lancinanti. Che senso ha la vita si sarà chiesto. La risposta l'ha trovata in una corda alla quale si è appeso sei mesi dopo, sopraffatto dalla disperazione. Una famiglia distrutta nella sua interezza.... Ieri, nell'udienza preliminare di Marsala, il giudice Vito Marcello Saladino ha condannato il colpevole della tragedia Fabio Gullotta a due  anni di prigione con pena sospesa grazie al patteggiamento. Lo ha riconosciuto si colpevole di omicidio colposo plurimo aggravato dallo stato di ebbrezza, ma non "colpevole abbastanza" (?!) per scontare la pena, concedendogli pure il beneficio del "non ritiro della patente". In poche parole, ogni vita umana cancellata è costata al colpevole "6 mesi", e soprattutto da "non scontare". Papà Baldassarre preferì raggiungere la sua famiglia prima di questa ennesima ingiustizia... 

(da sinistra: Baldassarre Quinci; Vito; la moglie Lidia e Martina)  

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e' abbastanza triste tutta la storia.
rimane il fatto che aveva un concorso di colpa per non essersi fermato allo stop.

Anonimo ha detto...

Triste dici, io penso che sia deplorevole e disgustosa da parte della Giustizia