venerdì 1 maggio 2009

C'ERA UNA VOLTA SERGIO LEONE

Qualche western non proprio a stelle strisce era già apparso sugli schermi italiani a metà anni '60, e a dir la verità, pur se presentato in sale di periferia, era stato accolto con distacco e scetticismo. Attori spesso sconosciuti, ambienti ben lontani dalle originali praterie che gli americani ci avevano abituato e poi, storie bislacche di improbabili cow boys magari 'made in Germany'. Poi, un giorno, un titolo che decretò una rivoluzione vera e propria nel modo di concepire il film western. Era il 1964, e a tentare l'impossibile era il regista italiano Sergio Leone (foto) con il suo "Per un pugno di dollari", l'inizio di un avventura che avrebbe riportato la cinematografia italiana di nuovo a livelli internazionali. Allora, Leone aveva alle sue spalle già una lunga carriera cinematografica, poiché nel 1948 aveva partecipato come aiuto regista al film di Vittorio De Sica "Ladri di biciclette", e in seguito, come regista della seconda unità, in "Quo vadis" (1951), "Elena di Troia" (1956), e "Ben Hur" nel 1959. Un cammino che parte da lontano dunque, per esplodere appunto negli anni Sessanta. "Per un pugno di dollari", dirà in un intervista il grande regista, "fu un avventura a costi bassissimi, se pensiamo che il film è costato 120 milioni". E per tenere il budget sotto controllo, scritturò per il ruolo di protagonista lo sconosciuto attore americano Clint Eastwood, e gli esterni del film furono girati tra la Spagna e Cinecittà. E fu subito successo. Certo, valido supporto fu la musica di Ennio Morricone, il mago della colonna sonora, che Sergio Leone però non volle aggiungere in studio a film fatto, ma la fece anche suonare in diretta sul set "per dare più emotività agli attori", come ebbe a specificare egli stesso. E dietro a questo grande successo, l'anno dopo fu la volta di "Per qualche dollaro in più", nel 1966 poi "Il buono, il brutto e il cattivo", e nel 1968, il sublime "C'era una volta il West", dove un sorprendente cast di grandi nomi -Henry Fonda; Charles Bronson; Jason Robards e una bellissima Claudia Cardinale- ne decretano un successo internazionale. Dopo "Giù la testa" del 1971 e dopo ben 13 anni di preparazione, nel 1984 arriva la pellicola che è tutt'oggi una pietra miliare della cinematografia mondiale, quel "Cera una volta in America" che proietterà Sergio Leone nel novero dei grandi registi a livello mondiale. Una sfida vinta con 10 e lode dunque, ovvero battere gli americani sul loro stesso terreno, quello del genere 'western', e il più bel complimento al nostro regista arriva da Martin Scorsese: "Leone creò nuove maschere per il western e costruì nuovi archetipi per un genere che aveva bisogno di influenze fresche... era un'evoluzione del genere, perché il genere western stava diventando vecchio in quel tempo". Vent'anni fa, il 30 aprile del 1989, Sergio Leone moriva a Roma per un attacco di cuore.

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