lunedì 30 aprile 2007

LA GUERRA NON DICHIARATA (2007)

L'ultima incolpevole vittima è Vanessa Russo, 23 anni di Roma. Una studentessa che in più lavorava e che un giorno, come tanti altri, ha preso la metropolitana per recarsi al lavoro. Mai avrebbe pensato che scendendo quei gradini che portano ai treni, non avrebbe più rivisto la luce del sole, il volto dei genitori, del fratello col quale aveva scambiato due parole un attimo prima. Cosa vai a pensare... Due straniere romene, già conosciute dalle forze dell'ordine e schedate come prostitute erano sullo stesso convoglio. Uno scontro verbale forse dopo un tentativo di scippo, una spinta di troppo che genera una discussione...chissà. Di maledettamente sicuro c'è quella punta in acciaio di un ombrello che una delle due straniere, identificata in seguito come Doina Matei, 22 di Bucarest, ficca in un occhio della ragazza italiana, un colpo vergato con tale forza da arrivare fino al cervello e provocare una ferita mortale alla giovane studentessa. La viltà è una brutta cosa, perchè nessuno dei presenti ha il coraggio di intervenire per bloccare le due assassine, che nel frattempo fuggono lasciando Vanessa Russo rantolante a terra. La corsa in ospedale non serve ormai, perchè la giovane muore poco dopo. Le due prostitute e assassine romene le hanno prese i carabinieri il giorno dopo, bloccate mentre già pensavano ad una fuga fuori dai nostri confini. Ora si piange l'ennesimo morto ammazzato da quell'orda di gente che ha invaso l'Italia grazie ad una politica scellerata e distruttiva. E' lunga la lista degli omicidi per mano di gente che non ha nessun titolo di restare tra noi, come queste due assassine venute dall'Est. Accattonaggio, furti, scippi, prostituzione, spaccio, stupri, omicidi... Come difendersi dunque dall'orda barbarica che ormai è padrona delle nostre strade e del nostro futuro? In un momento in cui l'Europa corre ai ripari dando un giro di vite all'immigrazione di massa, in Italia, abolendo la Bossi-Fini si varano nuove leggi per favorirne l'ingresso. La politica dunque che non tiene conto di ciò che pensa invece la gente, quella stessa gente che dopo l'ennesimo fatto di sangue ai danni di un connazionale sbotta in "Per casi come questi ci vorrebbe la pena di morte". Vaglielo a far capire a chi sta al governo...(Gericus)
(foto: Vanessa Russo, 23 anni)

I NUMERI DELLA VALLE D'AOSTA (1990)

Sono stati resi noti i dati sulla popolazione residente in Valle d'Aosta (Italy) al 31 maggio di quest'anno. La popolazione della Regione è di 115.462 persone. Prevalgono le donne, 58.199 contro 57.263 uomini. Il capoluogo ha 36.244 abitanti (18.818 femmine e 17.426 maschi). Il Comune con il minor numero di residenti è Rhémes Notre Dame con 91 abitanti (54 maschi e 34 femmine). Sotto le cento unità è anche il Comune di La Magdeleine che è a quota 99 (53 uomini e 46 donne). Dopo Aosta i Comuni più popolosi sono nell'ordine Saint Vincent con 4.790 abitanti, Chatillon con 4.607, Pont Saint Martin con 3.934 e Sarre con 3.605. (La Stampa)

domenica 29 aprile 2007

IN BICI SUL GHIACCIAIO (1990)

Il vice sovrintendente Ezio Ronco e gli agenti Claudio Piccioni e Mariano Pettavino, componenti del gruppo sportivo della Polizia di Courmayeur (AO), sono scesi dal ghiacciaio della Vallée Blanche con le montain bike. I tre sono stati seguiti nell'impresa dal videoperatore Enrico Petigax, dal fotografo Matteo Chiazza e dall'alpinista Angelo Piccioni. Vincenzo Puliafito ha coordinato la discesa con la radio rice-trasmittente. Il gruppo è partito dal Colle del Flambeau, raggiunto con la funivia del Monte Bianco, alle ore 8,40. Durante la discesa, difficoltosa a causa della neve molle, uno dei ciclisti è addirittura scivolato in un crepaccio. Aggrappato alla bici rimasta di traverso sull'apertura, l'uomo è stato riportato in superfice dai compagni. Il gruppo ha infine raggiunto Montenvers, dove termina il ghiacciaio francese alle 12,30.
(La Stampa)
(foto: i tre sportivi lungo la Vallée Blanche)

RECORD DEI DIVORZI IN VALLE D'AOSTA (1990)

Questi i dati degli ultimi tre mesi: 30 casi a gennaio, 32 a febbraio e 44 a marzo. Sono le separazioni e i divorzi finora discussi quest'anno in tribunale. Ma come mai la media dei matrimoni falliti in Valle è superiore a quella nazionale? "Aosta è socialmente avanzata, sono caduti vecchi retaggi, meglio separati e soli che in difficoltà" sostiene l'avvocato Gianna Saggia, esperta in divorzi. E così il tribunale non si ferma mai: "Le cause in discussione sono tantissime, perfino in piena estate" ricorda il dottor Giuseppe La Spina, ex presidente del tribunale di Aosta, citando due numeri emblematici: 56 separazioni discusse a luglio dello scorso anno e 24 ad agosto. Insomma la macchina-divorzio resta in moto anche nei mesi consacrati alle vacanze pur di smaltire il lavoro che si accumula giorno dopo giorno. Tutto, molto spesso, si risolve in pochi minuti. Dietro però ci sono drammi umani, ore di tormento, angherie, incomprensioni, violenze, liti continue. Il 4 per cento delle coppie in Valle d'Aosta si separa dopo pochi anni di matrimonio, se non addirittura dopo pochi mesi, il 20 per cento dopo due decenni o più e le ragioni sono molteplici: matrimoni poco meditati e decisioni prese troppo in fretta. I matrimoni che pur tra difficoltà resistono fino a venti-trent'anni sono quelli dove entrambi i coniugi lavorano, e siccome "due stipendi fanno più comodo di uno", si finisce per sopportare. E quali sono le cause scatenanti? La donna non tollera più il marito che si ubriaca, le scappatelle, le botte", mentre dall'altra parte il marito non accetta "l'indipendenza che la donna sta conquistando, la sua voglia di lavorare, di emanciparsi e di uscire dal focolare in cui per secoli è stata segregata". Esistono infine delle incompatibilità regionali fra coniugi. Secondo un indagine condotta a livello nazionale, le donne valdostane non vanno d'accordo con gli uomini lombardi, mentre i valdostani hanno difficoltà con le piemontesi. (La Stampa)

venerdì 27 aprile 2007

COGNE:16 ANNI AD ANNAMARIA FRANZONI (2007)

Dopo circa dieci ore di camera di consiglio, i giudici della Corte d'Appello del tribunale di Torino hanno confermato la colpevolezza di Annamaria Franzoni nell'uccisione del figlio Samuele Lorenzi, riducendo comunque la pena da 30 anni emessa in Primo grado dal tribunale di Aosta, a sedici, grazie alle "attenuanti generiche dichiarate equivalenti alle aggravanti". La Corte invece ha confermato per la Franzoni "l'interdizione dai pubblici uffici, lo stato di interdizione legale e la decadenza della potestà di genitore". Al momento della lettura della sentenza, Annamaria Franzoni non era presente in aula. La donna per il momento non finirà in carcere in attesa della Cassazione -alla quale sicuramente ricorrerà- a meno che i giudici di Torino non ritengano il pericolo di fuga. (Gericus)

VALDOSTANO UCCISO A SANTO DOMINGO (1990)

Il bandito si è girato di scatto e ha sparato: tre ore dopo Luigi Desiré Blanc, 47 anni originario di Jovençan (AO) è morto all'ospedale di Santo Domingo. Ucciso da un rapinatore davanti al cancello della sua casa nell'isola caraibica, da alcuni anni diventata anche ufficio d'affari, agenzia di viaggio. Il grave fatto di sangue è accaduto lunedì scorso. Erano le otto di mattina quando due uomini sono entrati nella villa del Desiré. Armi in pugno hanno intimato di star calmo poichè "siamo della polizia". Poi, l'ordine perentorio di aprire la cassaforte da dove arraffano 80 mila pesos (circa 20 milioni), in banconote chiuse dentro sacchetti di plastica. Quindici minuti dopo l'irruzione, i rapinatori escono dalla villa trascinandosi dietro il Blanc il quale, rivolgendosi al custode della villa che vive nella casa accanto, gli urla: "Junior! Questi mi ammazzano!" Pistola in pugno, il dipendente esce in strada e inizia un breve scontro a fuoco. Improvvisamente, uno dei due malviventi si gira di scatto e spara a bruciapelo. Desiré Blanc cade a terra vicino al cancello. Contemporaneamente arrivano una pattuglia della polizia e un an'ambulanza. Blanc è agonizzante, un proiettile gli ha trapassato l'addome, tanto che i medici della clinica di Boca Cihica non potranno far nulla per strapparlo alla morte. I funerali di Desiré Blanc si svolgeranno mercoledì 28 marzo a Jovençan. (La Stampa)

mercoledì 25 aprile 2007

LA "MAMMA" DEI CAMIONISTI (1990)

C'è una voce in continuo contatto con le migliaia di Tir che percorrono la statale del Monte Bianco: è quella di Tina Fosseret, meglio conosciuta da tutti i camionisti come "Mamma Maria". Immobilizzata su una sedia a rotelle ormai da anni, Tina Fosseret passa le sue giornate incollata ad una potente ricetrasmittente con la quale aiuta, consiglia e a volte 'salva' i camionisti da situazioni altrimenti difficili. Ha sempre abitato a Morgex (Valle d'Aosta - Italy) in prossimità della statale e per circa 20 anni ha gestito un distributore, poi, per ragioni di salute -un artrosi invalidante- ha dovuto abbandonare tutto. Per non finire soffocata in quel suo mondo che ormai non andava al di là delle pareti della sua casa, "Mamma Maria" ha ripreso i contatti con la strada e con i camion. Come? Attraverso una radio ricetrasmittente, con la quale allertava i soccorsi in caso di incidenti, passando comunicazioni alla dogana e a volte, indicare pure il nome di un buon ristorante. Per questo suo impegno, ieri "Mamma Maria" è stata l'ospite di spicco della seconda puntata di "Piacere RaiUno", la popolare trasmissione televisiva dedicata questa settimana alla Valle d'Aosta. (La Stampa)
(foto: "Mamma Maria")

martedì 24 aprile 2007

IN VALLE ARRIVA IL TRENO-RAZZO? (1990)

La Regione Valle d'Aosta ha avviato le procedure per concretizzare la realizzazione di una linea ferroviaria ad alta velocità Santhià Quincinetto Fenis-Aosta Martigny, con un tunnel sotto il colle del Gran San Bernardo lungo più di 40 chilometri. La decisione di ufficializzare le procedure è stata data lunedì ad Aosta dall'Assessore ai Trasporti Ilario Lanivi. La nuova linea, per giustificare la rilevanza dell'investimento previsto (3300 miliardi) deve essere ad alta velocità (250 chilometri l'ora) e suddivisa in tre tratte. La prima, definita di pianura, va da Santhià a Quincinetto, consta di 41 chilometri e non presenta particolari problemi. Il secondo tratto, chiamato "di valle", va da Quincinetto a Fénis, è di 38 km e con qualche problenma tecnico per l'orografia accidentata. Il tratto "di montagna" invece è quello che da Fénis porta a Martigny, ed è quello che richiede maggior impegno per uomini e mezzi: 40 chilometri sotto il colle del Gran San Bernardo. Due i tracciati possibili: il primo taglia fuori Aosta, poichè da Fénis punterebbe direttamente alla collina ad Est verso la frazione di Porossan, mentre il secondo, considerato il più probabile, prende come punto di riferimento la stazione attuale, che verrebbe "sottopassata" dal super-treno in galleria. Il nuovo maxi-treno quindi permetterebbe di inserirsi sulle linee europee verso Ginevra da una parte e verso Basilea e la valle del Reno dall'altra. (La Stampa)

AOSTA TROPICALE?

Aosta come Ibiza, come la Costa Smeralda. Non per il mare, purtroppo, ma per il clima. Oggi, martedì 24 aprile, alle ore 17,15 il termomentro ha infatti toccato 31.5 gradi (87 F). E siamo a metà primavera. Ma a quanto pare non è che un assaggio di quello che ci aspetta, poichè a sentir il servizio metereologico ascoltato in giornata, "l'estate ci porterà giornate sui 40 gradi ed oltre". Fa uno strano effetto sentire tutto ciò in una regione accovacciata ai piedi del Monte Bianco, perchè ciò che dovrebbe rappresentare la certezza di un clima mite, non è altro che un inutile ostacolo tra arsura e refrigerio. Il "clima è impazzito" dunque, anche se gli esperti cercano di convincerci -o forse cercano di convincere sè stessi, chissà- che per per dire ciò bisogna confrontarsi nei secoli. Fatto sta che i poli si sciolgono, i ghiacciai si ritirano, i mari si scaldano, gli uccelli migratori partono o arrivano anzitempo, i fiori sbocciano a febbraio e, tanto per rimanere in casa nostra, da più di 50 anni il fiume Po non aveva mai raggiunto un livello così basso, poichè da una media storica di 953 metri cubi d'acqua al secondo, ieri la portata era di soli 431, ovvero meno della metà. Siamo alla catastrofe? Guido Bertolaso, responsabile della Protezione Civile è tranquillo: "Non esageriamo. E' tutto sotto controllo". Beato lui allora...

REQUIEM PER UN MONUMENTO (1990)

Addio vecchia passerella della stazione. Se ne va un pezzetto di Aosta, un piccolo monumento al lavoro, percorso ogni giorno, per settant'anni almeno, da migliaia di persone. C'è in molti un misto di nostalgia e rimpianto per quei mille quintali di ferro che la Semi di Brandizzo, azienda specializzata in demolizioni, sta smontando pezzo per pezzo. La passerella era nata negli anni Venti da una convenzione tra le Ferrovie e la Cogne, che allora aveva più di seimila dipendenti. Si saliva lungo la sola rampa d'accesso, in piazza Manzetti, e si ridiscendeva in via Paravera dove i gradini si biforcavano: a destra s'infilavano gli operai, a sinistra i dirigenti e impiegati. Non mancavano i problemi, soprattutto in inverno, quando strati di ghiaccio si allungavano sulle traversine di legno e di ferro o quando raffiche di vento gelido mettevano in difficoltà chi attraversava portando la bicicletta in spalla. Nessuno si aspettava questa fine, contemplata da un piano delle Ferrovie per la ristrutturazione della stazione. Ma la gente si chiede: Che fastidio poteva dare? Il Comune ha tentato di coinvolgere la Sovrintendenza ai monumenti. E' riuscito solo a strappare alle Ferrovie promesse per un nuovo sottopassaggio tra il parcheggio Cogne e la Torre Bramafan. (La Stampa)

lunedì 23 aprile 2007

AOSTA VALLEY: WHAT ELSE?

The Aosta Valley Region is the perfect place for nature, sports and relax lovers. Walking along the Via Francigena is a different way to visit a territory; you can enjoy the interior and spiritual sphere, but you can also take care of yourself thanks to unaltered landscapes and playng sports. The enchanting nature and the innovative facilities of this region offer to the modern tourists, travelling along the francigen path of the Aosta Valley Region (from the Gran San Bernardo Pass till Pont Saint Martin), the opportunity to turn off the route in order to hike and to play sports, or to relax themselves. During the winter period, the valley linking Aosta with Switzerland is well known for its intersting itineraries using snowshoes or sealskins and for many other activities for ski lovers exploiting downhill ski slopes, and the amusing Snowpark in Flassin joining entertainment with the beauty of snow. During the summer period, the perfect destinations are mountain refuges. Golf lovers can find a 9 holes court in Gignod, one of the highest of the Alps. All over the year you can also ski on the snow of Breuil-Cervinia. The entire valley is a paradise for trekking and climbing. So...Aosta Valley Region, nature, emotions, well-being. Treasures to live.

Regional Office for Tourist Informations;
Tel: +39 0165 236627;

fax: +39 0165 34657;

www.regione.vda.it

DUE VALDOSTANI SUL KILIMANGIARO (1990)

Ottanta ore a piedi, sessanta di marcia, venti di arrampicata. Sono queste le cifre della fatica di Abele Blanc, guida alpina di Cogne, e Carlo Lucianaz, istruttore Cai di Charvensod, per conquistare le tre grandi vette dell'Africa, il Kibo (Kilimangiaro 5895 mt.) la più alta vetta del continente africano, il Kenya e il Ruwenzori. I due alpinisti hanno salutato così gli anni '80, ma al loro ritorno in Valle d'Aosta dell'impresa alpinistica parlano poco, preferiscono dire della gente che hanno incontrato e lanciare un idea: un gemellaggio tra la Valle e i villaggi ai piedi di quelle montagne. "Almeno tra guide. Perchè organizzare questi viaggi è un impresa difficile. Noi non possiamo contare su alcun appoggio laggiù, mentre i francesi hanno le loro basi", dicono. Blanc aggiunge: "Come valdostani abbiamo poi un primato da mantenere. Le nostre guide sono ambasciatori della nostra regione in Africa". Blanc e Lucianaz hanno compiuto l'impresa alpinistica in ricordo del centenario della conquista del Kilimangiaro e hanno seguito le orme di due guide di Courmayeur che cinquant'anni fa iscrissero il loro nome nel "guinness" dei primati compiendo la triplice salita: Kilimangiaro, Kenya e Ruwenzori. Erano Eliseo Croux e Eduardo Barreux, che accompagnarono l'alpinista Una Camerun: Rimasero in Africa tre mesi. "Era un omaggio dovuto a quella grande impresa". (La Stampa)
(foto: Venti che spazzano la cima del Kilimangiaro)

ESPULSE 45 PROSTITUTE DI COLORE (1989)

Un fenomeno, diffuso in tutta Italia sta ora interessando anche la Valle d'Aosta: prostitute di colore, sempre più numerose, si incontrano alla periferia della città e soprattutto lungo la statale 26 fra Nus e Chambave. Sono spesso giovanissime, provengono dal Senegal, Nigeria, Ghana e Camerun. Qualcuno ha promesso loro l'America in Italia, un lavoro sicuro, una sistemazione dignitosa, invece si ritrovano su un marciapiede, spesso senza documenti e permessi di soggiorno. Supermercati del sesso nero funzionano a Torino, Milano, Modena, Firenze, Venezia, Genova e Bologna. Sono ormai migliaia le ragazze che popolano il sogno africano dell'italiano medio. Tra Aosta e Saint Vincent se ne contano 20/30 per sera, e ognuna, dal pomeriggio all'alba, accumula fino a 10-15 incontri. Gli esploratori di questa piccola Africa vengono da tutta la Valle e dal Canavese. E dietro a questo mercato, incessante è il lavoro dell'Ufficio Stranieri della questura di Aosta che in questi ultimi due mesi ha rilasciato ben quarantacinque fogli di via obbligatori a prostitute di colore. E' un problema di ordine pubblico, anche se da più parti si temono incrementi di malattie veneree. (La Stampa)

domenica 22 aprile 2007

INTER CAMPIONE D'ITALIA (2007)

Con ben cinque giornate di anticipio sulla chiusura del campionato, l'Inter battendo per 2 a 1 il Siena ha conquistato il suo QUINDICESIMO scudetto. A "cucirlo" sulla maglia sono state le due reti di Materazzi. Una stagione dunque vissuta "alla grande", tanto che al momento della conquista del titolo di Campione d'Italia, l'Inter di Mancini con 84 punti distanziava la Roma, seconda in classifica, di ben ben 16 punti. Onore all'Inter dunque! (Gericus)

giovedì 19 aprile 2007

VIRGINIA TECH: IL MASSACRO (2007)

Le ultime parole di Cho Seung Hui, il giovane killer sud coreano autore del raccapriciante massacro nel campus universitario di Blacksburg in Virginia sono state: "Uccido perchè odio i figli di papà". E così, armato fino ai denti, nelle prime ore del mattino del 17 aprile ha fatto fuori ben 32 persone tra studenti e docenti, suicidandosi poi a sua volta. E la legge sul possesso di armi "facili" ritorna prepotentemente alla ribalta negli Stati Uniti, dove da una parte della popolazione c'è chi sostiene che sia un diritto e chi invece vorrebbe la sua abolizione, o almeno, un inasprimento della normativa. A favore di norme anti armi, secondo un sondaggio Gallup, vi sarebbe il 56% degli americani, anche se il fronte è abbastanza frastagliato. Il senatore democratico Harry Reid infatti consiglia di "evitare la fretta", in silenzio restano Hillary Clinton e John Edward, mentre Barack Obama, -candidato come i primi due alla poltrona presidenziale-, preferisce "evitare l'argomento". E' un argomento 'pernicioso' dunque, dove i soli a far sentire la loro voce in favore al possesso di armi sono i candidati repubblicani John McCain dell'Arizona e Rudolph Giuliani, anche loro in corsa per la Casa Bianca e convinti assertori del "non ledere il Secondo Emendamento della Costituzione che tutela il porto d'armi". Ma sarà difficile dare un cambio di rotta a questa legge, poichè l'Associazione dei portatori d'armi (Nra), forte di oltre 4 milioni di iscritti e con un budget annuale di 180 milioni di dollari, a Washington è una potente lobby, seconda solo a quella dei pensionati. Al di là di questo però, ogni anno in America -Paese con il più alto numero di armi in mano ai privati- 30.000 sono le persone che muoiono per ferite d'armi da fuoco. Ora però milioni di americani cominciano a trovare illogico poter acquistare armi con tanta facilità, addirittura 'on line' e senza nessuna restrizione. Lo fecero già i due giovani killer della strage di Columbine nel '99, e lo ha fatto ancora oggi Cho Seung Hui per il massacro di Blacksburg.
(Gericus/La Stampa/Il Giornale)
(foto: Cho Seung Hui)

OLIMPIADI IN VALLE? SI, GRAZIE (1989)

E' la Vallée il candidato ufficiale per i Giochi invernali del 1998. "Adesso aspettiamo che Andreotti ci fissi un appuntamento. A ogni buon conto, il presidente Rollandin ed io abbiamo già le valige pronte". Renato Faval, assessore regionale al Turismo, sta perlando con Roma. E' raggiante, ma non si tradisce: "Per scaramanzia", mormora incrociando le dita. Ma come si comporterà il Cio (Comitato Olimpico Internazionale)? "Si esprimerà nel '93, quindi abbiamo tutto il tempo per organizzarci". L'assessore, comunque, si sente tranquillo: "La Vallée è attrezzata per accogliere manifestazioni sportive ad alto livello, quindi le Olimpiadi non ci spaventano anzi, sono per noi uno stimolo in più". E' un grande business quindi, un occasione irripetibile, che come dice il presidente degli albergatori Alberto Damietto, "potrebbe essere la consacrazione definitiva della Valle d'Aosta". Ne è convinto anche Cesare Cometto, presidente dell'Associane industriali: "Le Olimpiadi possono mettere in moto un meccanismo per il lancio definitivo della Valle nel mondo del turismo e garantire benefici a tutte le nostre aziende, all'intera economia". Intanto la carta d'identità della Valle si commenta da sola; 30 centri turistici, 509 alberghi per un complesso di circa 20 mila 700 posti letto, 55 campeggi, 12 aziende agrituristiche, 88 rifugi alpini. E lo sci? 1000 chilometri di piste, 700 per la discesa e il rimanente per il fondo. L'ultima parola adesso spetta al governo, ma in proposito non dovrebbero esserci dubbi: "In più occasioni, Roma ha fatto capire che ci darà una mano". (La Stampa)

domenica 15 aprile 2007

ADDIO AL RADDOPPIO DEL CASINO' (1989)

Il ventilato raddoppio della casa da gioco di Saint Vincent non ci sarà, almeno per il momento. Questo è quanto emerge dalla risposta sceitta data dalla maggioranza regionale ad un interpellanza del consigliere di nuova sinistra Elio Riccarand, riguardo all'esistenza di un progetto di ampliamento del casinò valdostano per una spesa di circa 150 miliardi. La Giunta infatti ha affermato che "non esiste alcuna lettera della Sitav di richiesta di esame di un progetto per l'eventuale raddoppio della casa da gioco di Saint Vincent". Nella risposta scritta della Regione, sono riportati anche il numero di ingressi della casa da gioco e gli introiti (al lordo delle ritenute) dal 1983 al 1988. Questi i dati: 704 mila197 ingressi e 64 miliardi e 791 milioni di introiti dell'83; nel 1984 gli ingressi sono stati 636 mila 251 per 80 miliardi e 170 milioni di introito; nell'85 sono stati registrati 694 mila 624 ingressi per 98 miliardi e 138 milioni di incasso; 763 mila 730 sono stati gli ingressi nel 1986 anno in cui la casa da gioco ha registrato introiti per 107 miliardi e 259 milioni. E ancora, nell'87 gli ingressi sono stati 815 mila 150 per 137 miliardi e 220 milioni incassati, mentre nell'88 si sono avuti 941 mila731 ingressi per 165 miliardi e 84 milioni di introito. (La Stampa)

RESTI DI SCIAGURE SUL MONTE BIANCO (1989)

I misteri riaccendono la memoria: dal ghiacciaio del Miage emergono racconti di anni fa, oltre ai resti di aerei e vittime. Il velo di neve caduta nei giorni scorsi si è sciolta e ha scoperto un elica di aereo con ancora attaccata parte di un motore, resti di sciagure spaventose che erano in parte rimosse dalla memoria. S'intrecciano lamiere di due esplosioni sul Monte Bianco, entranbe vicine alla vetta, due aerei indiani caduti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro. Di uno rimane l'elica e un pezzo di motore, dell'altro parti di carlinga, oblò e vestiti dei 117 passeggeri morti il 24 gennaio del 1966, oltre ad un berretto di una hostess. La notizia del ritrovamento dei resti del Boeing 707 dell'Air India è rimbalzata in tutto il mondo e le informazioni si sono un po' confuse, come i pezzi dei due aerei sul Miage. E' stato trovato anche un documento sul ghiacciaio, una patente di volo, intestata ad un americano, certo E.W. Callaway, un brevetto che fu rilasciato a Miami (USA) a quello sfortunato pilota nato nel 1930. Lo schianto dell'aereo contro la parete del Bianco in quel mattino di nuvole del 1966 scosse Courmayeur poco dopo le otto. Al Col Chécrouit, di fronte al Bianco, furono trovate lettere e documenti. Sulla montagna un pezzo d'ala, la coda e pochi resti umani. L'unico corpo ritrovat intero fu quello di una scimmietta, una delle tante che l'aereo trasportava. La lasciarono lassù.
(La Stampa)
(foto: resti dell'aereo ritrovati sul ghiacciaio del Miage e lo stemma del berretto d'una hostess)

sabato 14 aprile 2007

DAL CASINO' AL MARCIAPIEDE (1989)

Perde i soldi al Casinò e nel tentativo di rifarsi finisce sulla strada fra le prostitute, dove viene aggredita e derubata da chi non tollera l'inattesa concorrenza. E' accaduto qualche giorno fa a Chambave (AO) ad una bella e attraente ragazza, Luciana L. 24 anni e residente nel cuneese. E' stata lei infatti a denunciare ai carabinieri quanto avvenuto sulla statale vicino a Chambave, anche se non ha saputo fornire molte indicazioni. I fatti: Dopo aver perso una cospicua somma di denaro al tavolo verde di Saint Vincent, la giovane non ha trovato di meglio che 'tentare' di prostituirsi per rifarsi della perdita. E così si è trovata circondata da smaliziate prostitute di professione le quali, temedo la concorrenza, dapprima hanno cercato di allontanarla in male parole poi dalle minacce sono passate ai fatti. "Io non le conoscevo, sa, è...la prima volta che lo faccio. Una mi ha minacciata con un coltello alla gola, mentre altre tre mi hanno preso 800 mila lire che avevo nella borsa" ha spiegato l'ingenua quanto sprovveduta ventiquattrenne. Le indagini dei carabinieri di Saint Vincent sono durate tre giorni e tre notti, poi sono state individuate le donne responsabili dell'aggressione. Una, compreso il suo 'protettore' è finita in carcere mentre le altre tre sono state denunciate a piede libero per concorso nella rapina. (La Stampa)

venerdì 13 aprile 2007

GUERRIGLIA A CHINATOWN (2007)

Milano: guerriglia a Chinatown. Polizia Locale assalita da 400 immigrati cinesi. E' successo tutto all'improvviso, ieri mattina in via Paolo Sarpi, la strada una volta "bene" di Milano e da alcuni anni diventata un 'enclave' cinese a tutti gli effetti. Il motivo degli scontri? Una multa elevata ad una commerciante cinese. E subito si è scatenato l'inferno. Usciti da ogni negozio, da ogni portone, da ogni casa, centinaia e centinaia di cinesi, silenziosi e determinati sono scesi in strada con in pugno bandiere rosse della Repubblica popolare cinese per dare manforte alla loro connazionale. E i tafferugli sono subito scoppiati con aggressioni ai vigili, botte pugni e pedate. In soccorso delle due malcapitate vigilesse subito sono giunti dei colleghi poi, visto la piega che prendeva la situazione, sono arrivati gli agenti della Squadra antisommossa della polizia e dei carabinieri. Guerriglia pura con 14 -tra vigili e polizia- ricoverati in ospedale e numerose vetture danneggiate. A gettare benzina sul fuoco, l'irresponsabili parole del console cinese a Milano Limin Zhang il quale -secondo ciò che si legge sul Giornale- avrebbe lasciato intendere che i vigili aggrediti "se la sarebbero andata a cercare". Ma applicare la legge italiana ai cinesi deve essere considerato "un pericolo"? Il fatto è che per troppo tempo, anni, la legge non aveva ancora fatto ilsuo ingresso in quel lembo di Milano ormai "cinese", tanto che l'illegalità era diventata "legalità": nessun rispetto di orario per carico e scarico merci, parcheggi in doppia e terza fila e per tutto il giorno, marciapiedi occupati da mercanzie in un continuo viavai di carrelli. Per gli stranieri, ormai lo sappiamo, le nostre autorità hanno da sempre avuto...un occhio di riguardo, poichè intervenire anche in nome della legge poteva sembrare -per alcune forze politiche- 'razzismo', quindi, fai pure ciò che vuoi. Quando poi la goccia ha fatto traboccare il vaso e si è dovuti intervenire per ristabilire l'ordine costituito, ecco la ribellione: "Questa è terra nostra e le vostre leggi qui non hanno nessun valore!" hanno urlato, bandiera rossa cinese in pugno, alcuni esaltati. Il sindaco di Milano Letizia Moratti non indietreggia: "Era un quartiere senza legge. In questa città non ci sono zone franche e le multe sono uguali sia per gli italiani che per i cinesi". E' un brutto segnale comunque, tanto che il capogruppo milanese della Lega Matteo Salvini sbotta: "Il sindaco ha aspettato anche troppo a far rispettare la legge. Se per i cinesi è un problema, che tornino da dove sono venuti". Non torneranno sicuramente via... (Gericus)

PRIMA VACANZA DEL PAPA IN VALLE D'AOSTA (1989)

Domani il Papa sarà a Les Combes di Introd dove, fino al 21 luglio, trascorrerà un periodo di vacanza. L'arrivo di Giovanni Paolo II (foto)è previsto per le 19 circa. L'elicottero che lo porterà dall'aeroporto torinese di Caselle direttamente nella località di villeggiatura, atterrerà nel campo sportivo del soggiorno salesiano di Les Combes dove, ad attendere la massima autorità religiosa cattolica, ci sarà un gruppo ristretto di persone a sottolineare che la presenza del Papa in Valle è, questa volta, un fatto privato. Il programma del suo soggiorno valdostano prevede già l'uscita del 16 luglio, quando di ritorno da Oropa si fermerà a Quart per benedire il monastero di clausura "Mater Misericordiae" e l'incontro con i giovani la sera del 20 a Les Combes. Con il vescovo di Aosta monsignor Ovidio Lari, a ricevere il Papa ci saranno i presidenti della Giunta regionale Augusto Rollandin e del Consiglio Edoardo Bich; il parroco di Introd Ettore Milliery e il sindaco Osvaldo Naudin; l'assessore all'Agricoltura Foreste e Ambiente Cesare Perrin e il dirigente dei Servizi forestali Alberto Cerise. (La Stampa)
(foto copyright)

DAL DENTISTA? ALL'ESTERO (1989)

Senza attendere il 1992, cioè l'abbattimento delle frontiere che favorirà scambi ed esperienze professionali, da anni parecchi valdostani come altri italiani hanno guardato all'estero con maggiore fiducia di quella concessa al proprio Paese. E' nel settore sanitario che si riscontra una più spiccata tendenza all'esterofilia, talvolta immotivata. In Valle, come in altre zone transfrontaliere d'Italia, per esempio è rimarchevole il numero degli espatri per cure odontoiatriche, per recarsi cioè 'dal dentista'. Ad Aosta così, su circa quattromila domande pervenute per il rimborso delle spese sostenute per le cure -dati dell'Unità sanitaria locale- ben il 25 per cento si riferiscono a lavori prestati all'estero (Francia e Svizzera), mentre lo stesso fenomeno è molto meno marcato nella Basse Valle dove negli uffici della Saub di Chatillon e Donnas, questo tipo di richieste non supera il 5 per cento del totale. Ma perchè all'estero? Risponde Luciano Oggero, presidente dell'Ordine dei medici e degli odontoiatri della Valle d'Aosta: "In una certa misura credo che il fenomeno sia dovuto alla vicinanza con il confine e in parte a una questione di convenienza economica, sulla quale però sarei critico". Ed il punto è proprio qui, ovvero sulla convenienza e conomica, poichè si sostiene che andare in Francia o Svizzera si risparmia fino al 40 per cento rispetto ai costi applicati in Valle. E' possibile? "Il dentista è un prestatore d'opera intellettuale -dice René Vierin, vicepresidente dell'associazione medici dentisti- un professionista che non vende manufatti ma progettazione. Per un dente si possono spendere 60 mila lire per l'estrazione come mezzo milione per la cura con la differenza che se salvato quel dente eviterà la spesa di interventi alternativi". (La Stampa)

giovedì 12 aprile 2007

A LETTO CON LA "CINESE"...(1989)

IL 60 per cento della popolazione valdostana è a letto con la "cinese", l'influenza così chiamata che ha impedito a molti di festeggiare l'arrivo del nuovo anno. Sei persone su dieci quindi sono le persone colpite da questa forma influenzale che sta costringendo a letto milioni di italiani, una percentuale per quanto ci riguarda però 'in ribasso', poichè come ci fanno sapere, salirebbe di altri 10-15 punti se venisse considerata dall'inizio dell'anno. Ubaldo Loiero, medico mutualista di Aosta, ammette che "I casi di influenza sono davvero tanti, ma c'è anche molta gente che fa correre il medico soltanto per qualche linea di febbre, distogliendolo magari da casi molto più gravi e urgenti". Gli operatori sanitari comunque sono concordi nell'affermare che l'influenza, seppur cruenta come l'attuale 'cinese', non deve spaventare i soggetti sani, bambini o adulti che siano, mentre i soggetti più a rischio, cioè i più vulnerabili, sono gli anziani, i cardiopatici, gli immunodepressi e gli affetti da malattie broncopolmonari. Massice le dosi di vaccino distribuite, che come afferma il dottor Luigi Sodano, responsabile del servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'Usl, "sono state 1160 per Aosta e un altro migliaio, indicativamente, nel resto della regione". (La Stampa)

mercoledì 11 aprile 2007

SI TOUT LE MOND AGISSAIT COMME EUX (1989)

Le chef d'une bande de voleurs qui opérait à Verrayes (Aoste) et dans les communes environnantes, avait toujours réussi à se soustraire aux recherches des carabiniers. Un beau matin un jeune homme découvre son repaire et plus prompt qu'un chamois vole avertir les habitants du village voisin. Une troupe de gaillards arganisent alors une battue. Le voleur est ainsi, garrotté, trainé au village, et un messager va en avertir les carabiniers de Chatillon, quis'empressent d'aller le prendre. Un "bravo" aux habitants de Verrayes! Si tout le monde agissait comme eux, aurion-nous tant de voleurs?
(Le Messager Valdotaine. Nouvelles de la Feuille d'Aoste 1889)

TRAFORO FERROVIARIO AOSTA/MARTGNY (1988)

Un progetto che fino ad ora era considerato da molti un'utopia ha trovato il parere favorevole del Senato. Per la prima volta dunque, il progetto del traforo ferroviario del Gran San Bernardo verrà discusso dal governo. E' il Senato a sollecitare l'esame: un ordine del giorno presentato dal parlamentare valdostano Cesare Dujany è stato approvato alle 22,10 di lunedì dopo l'esame e il voto definitivo per la Finanziaria. Nella premessa del documento, il senatore Dujany ha ricordato gli studi del Centro nazionale delle ricerche che indicano una futura e "irrimediabile" congestione del traffico ai trafori e sulle arterie stradali delle Alpi occidentali e quelli dell'Università di Trieste che sottolineano come "neppure la realizzazione di altri trafori stradali permetterà di risolvere il problema del traffico merci nell'area Nord-occidentale". Durante l'incontro organizzato dalla Regione con il mondo dell'imprenditoria valdostana, Pietro Dante Oddone, rappresentante per il Nord Italia della direzione marketing del porto di Genova, è stato esplicito: "Noi siamo entusiasti del vostro progetto". Il presidente della giunta regionale Augusto Rollandin ha detto in apertura dei lavori: "Il pronunciamento del Senato è una risposta concreta che smentisce quanti guardano il nostro progetto di traforo ferroviario con sospetto e ironia. Il 26 febbraio presenteremo a Milano il piano finanziario nel convegno internazionale sui grandi progetti". E gli svizzeri? Per il momento i più interessati al progetto non hanno ancora deciso il da farsi. Gli unici "si" vengono dal cantone Vallese che ha partecipato allo studio dell'opera con la Regione valdostana. L'ampiamento e il miglioramento delle comunicazioni sono giudicati "fondamentali" per lo sviluppo futuro della Valle, tanto che in chiusura dei lavori, il presidente Augusto Rollandin ha sostenuto che "In questa logica, non è contraddittorio l'idea della Regione di perseguire due obiettivi, autostrada e traforo ferroviario con la Svizzera". (La Stampa)

martedì 10 aprile 2007

AIDS: PRIMO MORTO IN VALLE (1988)

Anche la Valle d'Aosta ha avuto la sua prima vittima dell'Aids (sindrome da immunodeficenza acquisita); la notizia coperta da un comprensibile riserbo è stata comunicata dalle autorità locali al ministero della Sanità, ma non risulta nelle statistiche regionali. "Il fatto è facilmente spiegabile" spiega Carlo Artaz, responsabile del centro trasfusioni di Aosta. "In quell'unico caso di decesso per Aids si trattava di una persona che, seppur di origine valdostana, era vissuta sempre all'estero dove aveva contratto l'infezione. Ecco perchè il decesso, avvenuto in Valle, non è rientrato nelle statistiche regionali". E ancora: "Tenuto conto che le cifre relative ai soggetti sieropositivi riscontrati in Valle d'Aosta includono anche la popolazione carceraria -continua Carlo Artaz-, l'incremento medio della diffusione del virus è stato quantificato in 3-4 casi al mese". I soggetti più colpiti, come evidenziato dai rapporti del Comitato tecnico di lavoro, sono senza dubbio i tossicodipendenti (rappresentano il 93% dei casi riscontrati) e gli omosessuali; tra questi pare ci sia però sempre maggior attenzione verso i rischi di contagio. "La Lotta all'Aids passa attraverso la lotta alla tossicodipendenza. I drogati, il 20 per cento dei quali risulta sieropositivo -conclude Artaz-, tra tutti i soggetti a rischio sono quelli che prendono meno precauzioni per il contagio". (La Stampa)

ESTATE...

Con una giornata di cielo limpido e un sole caldo, Aosta oggi ha avuto il suo primo assaggio dell'estate che verrà. Oggi, martedì 10 aprile, alle ore 16,30 il termometro segnava infatti +25, una temperatura per la Valle d'Aosta praticamente da luglio inoltrato.
E' questa l'avvisaglia di ciò che ci riserverà l'estate vera e propria?
(foto:piazza Arco d'Augusto)

lunedì 9 aprile 2007

COLPEVOLE O INNOCENTE? (2007)

Sul sito "Answer" di Yahoo Italia si parla di Annamaria Franzoni. Domanda base è "Colpevole o Innocente"? Dopo 28 interventi, il curatore del sito ha chiuso la rubrica passando ad altri quesiti. Dando uno sguardo a ciò che hanno postato i "naviganti", bisogna dire che i risultati sono quasi unanimi. Su 28 risposte infatti, 23 sono per la colpevolezza, 1 per l'innocenza, 2 sono incerti, 1 di critica per il libro scritto dalla Franzoni e 1 'che se ne frega di come andrà a finire". Tra gli intervenuti è stato scelto il post ritenuto migliore: "Purtroppo credo sia colpevole. Non esiste una alternativa credibile. Fin'ora è rimasta fuori solo perchè imparentata con una famiglia potente. Fosse stata la classica casalinga di Voghera sarebbe in carcere da anni". Ma arriva puntuale anche una critica: "L'altro giorno ho visto in libreria un suo libro sulla 'sua verità'. Lo trovo davvero di pessimo gusto e francamente non credo nessuna persona che abbia vissuto una cosa simile abbia voglia di scriverne uno". Una risposta tecnica: " Per me è colpevole, ma senza una prova certa non potrei incriminarla". L'innocentista: "Non riesco a pensare che una madre 'normale' arrivi a tanto, il bambino era troppo piccolo per odiarlo così tanto...per me non è stata lei". Il pensiero generale però è uno solo: di fronte a tanto protagonismo televisivo, il piccolo Samuele ha assurto il ruolo di comparsa marginale... (Gericus)
(foto: fiori e pupazzi sulla prima tomba di Samuele nel cimitero di Cogne)

AOSTA VALLEY'S TYPICAL RECIPES (2007)

ENGLISH: Rabbit, hunter style.
Cut a rabbit weighing 1 kilo into big pieces and let it marinate for 12 hours in 1/2 litre of red dry wine with salt, pepper, thyme, bay, sage and marjoram. In a wide iron fryingpan with 80 gms. of butter and 1 glassful of oil fry 4 small sliced onions, to wich you will add 1 carrot, 2 celery sticks and 1 clove of garlic. Separately heat the rabbit and sprinkle it over with a hint of white flour. Add the meat to the vegetables, then thin the marinade and cook on a low flame. When half done, sieve the sauce and add the rabbit liver to it. Let the souce thicken. 40 minutes cooking time will be enough to cook the rabbit.

ITALIANO: Coniglio alla cacciatora.
Spaccate a pezzi grossi 1 coniglio di 1 kg. e, insieme a timo, alloro, maggiorana e salvia, mettetelo a macerare in 1/2 litri di vino rosso secco per 12 ore. Al momento della cottura, sciogliere in una grande padella di ferro dai bordi alti, 1 bicchiere d'olio, 80 gr. di burro e preparate il soffritto che, dapprima avrà la solita base di cipolle alle quale, poi, saranno via via aggiunti sedano, 1 carota e 1 spicchio d'aglio. In un tegame a parte, scottate i pezzi di coniglio e spolverateli con un velo di farina. Unite la carne alla base di verdure e, allungando con la marinata, mandate a fuoco lento. A metà cottura, passate il sugo e aggiungete il fegato dell'animale. Il fuoco smorzato e un poco di attenzione faciliteranno il rapprendersi del sugo. 40 minuti saranno sufficienti alla cottura.

XIIIe RENCONTRE VALDOTAINE (1988)

Dès la sortie du parking, c'est la banderole rouge et noire de bienvenue qui claque joyeusement dans un ciel limpide; ce sont, sous les ombrages de Cignas les retrouvailles des families valdotaines et de leurs parents émigrés, entre les Amis du Triangle de l'Amitié et quelques défenseurs de la francophonie mais aussi bien des valdotains d'adoption et de nombreux représentants des différents partis du Gouvernement régional. Cette année, Donnas a eu le privilège de réunir tous les enfants de la Vallée d'Aoste et la petite cité médiévale, a fait preuve d'une hospitalité seigneuriale.
(Le Messager Valdotain)

IL RALLY UCCISO DALLE POLEMICHE (1988)

AOSTA - Ormai non ci sono più dubbi: il rally della Valle d'Aosta 1988 in programma per il 25 e il 26 novembre non si farà. Subito dopo il rinnovo delle cariche al Consiglio dell'Automobile Club (confermati Roberto De Vecchi, Mario Maione, Zelina Betral, Pier Giorgio Vivoli, Bruno Meloni, Sergio Ramella e neo eletti Pier Giorgio Jaccod, Ettore Vierin ed Emile Chanoux con totale esclusione del gruppo di candidati guidati da François Stevenin) i responsabili uscenti della commissione sportiva dell'Aci e organizzatori del rally "Ciccio" Rossi e Giorgio Caputo hanno comunicato lunedì di non volerne più sapere della corsa automobilistica valdostana e della sua organizzazione. E' lo scontro tra due gruppi di candidati ai vertici dell'Aci dunque, anzi, di due liste politiche se si tengono presenti i nomi dei leaders, che ha portato alla fine ingloriosa e ridicola di una tradizione. La corsa valdostana, un tempo "Rally Neige" perchè si correva su strade ammantate di neve, si spegne per un tiro maligno del gioco politico, per una lotta di potere, per una corsa ai vertici di un ente che ormai è entrato nei posti di sottogoverno da spartire. Per agguantare le spoglie, non si è pensato al Rally. (La Stampa)

sabato 7 aprile 2007

DODO PERRI VINCE ANCHE IL BIANCO (1988)

COURMAYEUR - Dodo Perri, il noto "adventure man" e titolare della scuola di sledog di Courmayeur (Aosta Valley -Italy), ha raggiunto i 4810 metri della cima del Monte Bianco con una slitta trainata da cinque cani di razza siberiana. Erano con lui la guida alpina Giorgio Passino, l'alpinista Stefano Pellin e il maestro di sci Massimo Rey, che nel gennaio scorso hanno partecipato al Raid Blanc. La conquista della cima più alta d'Europa con una slitta trainata da cani è una prima assoluta. Partiti mercoledì dal Colle del Gigante, il gruppo ha superato il Col du Midi e attraverso il Mont Blanc du Tacul si è diretto verso il Colle della Brenva. Qui i quattro hanno trascorso la notte. Malgrado il tempo fosse peggiorato, la squadra ha continuato il mattino dopo ed è giunta in vetta alle 10. Dice Dodo Perri: "Gli ultimi 200 metri sono stati i più duri, c'era un fortissimo vento e la temperatura era scesa rapidamente, ma la cima era troppo vicina per rinunciare". E i cani? "Si sono comportati splendidamente, arrampicandosi con disinvoltura anche nei punti più ripidi". Questa muta di siberiani non è comunque nuova ad esperienze del genere: già nella primavera scorsa avevano compiuto il giro del Bianco. Questa volta mancava solo "Iccup" la compagna di "Aslay", rimasta a casa perchè in attesa di una cucciolata. (La Stampa)

PINK FLOYD A TORINO (1988)

Prima italiana dei Pink Floyd al Comunale di Torino. Dalle 21,15 sin verso mezzanotte, sessantamila spettatori hanno seguito quasi rapiti, uno spettacolo di eccezionale bellezza: musica di fascino e qualità (con ricorso a sofisticati impianti che garantivano il suono quadrifonico), luci computerizzate che hanno squarciato il buio dello stadio creando effetti suggestivi, persino uno spettacolo pirotecnico che ha mandato in visibilio i circa 60 mila presenti (e buttato giù dal letto migliaia di abitanti nelle zone adiacenti). La capienza era stata ritoccata nelle ultime ore dalla Commissione di vigilanza, che ha consentito di vendere 58 mila biglietti, 3 mila in più di quanti previsti. Tutto si è svolto nel più regolare dei modi. Anche i 360 volontari dell'Unione Regionale delle Pubbliche Assistenze hanno avuto poco lavoro: poche decine gli interventi, quasi tutti per lievi malori dovuti al gran caldo. E' la musica la vera protagonista della serata, di questo "The Momentary Lapse of reason Tour 88" che inizia con la struggente "Shine on you crazy diamond", l'omaggio al 'perduto' Syd Barret, il tutto in un atmosfera di organi e laser, blu profondi, pozzi e vapori di luce. Immagini d'acqua e di cielo, con serenità e quiete. La tensione, le inquietudini hanno ceduto il posto ad uno spettacolo dai colori di un caleidoscopio dalle mille sfumature e nessuna dissonanza. "Wish you were here" e "Another brick in the wall" hanno chiuso la magica serata. Un successo grandissimo. Venerdì e sabato si replica a Modena, l'11 e il 12 al Flaminio di Roma. (La Stampa)

venerdì 6 aprile 2007

ELEZIONI REGIONALI (1988)

AOSTA - L'Union Valdotaine ha vinto le elezioni regionali, lasciando poco spazio agli altri partiti e ripetendo in pratica l'exploit delle 'politiche' dell'anno scorso, ma non ha trainato con sè l'altro movimento regionalista, gli autonomisti democratici progressisti (adp), che in sostanza hanno tenuto, guadagnando anche in voti, rimanendo però al di sotto delle aspettative. I partiti perdenti sono il pci, che è indietreggiato anche nelle roccaforti, e la dc, che è riuscita con qualche tentennamento a non perdere un seggio e scendere a sei.
Così dunque si è votato in Valle:
PCI 10.951/ PLI 1.259/ Nuova Sinistra 1.956/ ADP 8.666/ PRI 1.732/ UV 26.960/ Zona Franca 413/ Art.comm 348/ MSI 1.381/ PSD 1.262/ DC 15.316/ PSI 6.541/ PR 734/ U.a pens. 1.298.
Qui di seguito gli eletti e le preferenze dei nuovi consiglieri:
PCI: Giulio Dolchi (1831), Igini Baiocco (731), Giorgio Chenuil (917), Demetrio Mafrica (1011), Alder Tonino (1219). ADP: Ilario Lanivi (2242), Claudio Lavoyer (1740), Amato Maquignaz (1025), Maurizio Martin (2574). PRI: Pier Carlo Rusci (815). UV: Gino Agnesod (1998), Mario Andrione (2505), Renato Faval (2128), Roberto Louvin (2966), Ettore Marcoz (1661), Benito Mostacchi (1745), Cesare Perrin (4129), Augusto Rollandin (12.543), Francesco Stevenin (1983), Franco Vallet (1839), Dino Vierin (1599), Ugo Voyat (2787). MSI: Domenico Aloisi (439). DC: Valerio Beneforti (1813), Giovanni Bondaz (2122), Augusto Fosson (2730), Angelo Lanièce (3240), Renato Limonet (2025), Silvio Trione (1395), Silvano Vesan (1559). PSI: Edoardo Bich (1816), Bruno Milanesio (2035), Liborio Pascale (1552). UAP: Roberto Gremmo (267). (La Stampa)

giovedì 5 aprile 2007

MY NAME IS SAINT BERNARD (2007)

AOSTA - THE BREED. Some historians think that the native land of the Saint Bernard is Asia. As a matter of fact they discovered in High Assyria bas-reliefs more than thirty centuries old, representing dogs strikingly similar to the actual short haired Saint Bernard. Wars and trade brought the best specimens of these animals first to Greece, later Rome and finally to us.
AT THE GRAND SAINT BERNARD. The Hospice of the Grand-Saint-Bernard was founded by Bernard de Menthon around 1045-1050 but it isn't until 1660-1670 that the dogs appeared at the Hospice, probably given by some rich families from cantons of Valais or Vaud. So it is an anachronism to represent our patron, Sain Bernard, with one of our present. In 1696 the dogs appear for the first time on a painting representing the Hospice. As for the first written mention of the existence of the dogs at the Hospice, that was in 1708 by the Prior Ballalu.
ALL ALONG THE MIDDLE AGES
. The Saint-Bernard dogs used at that time as watch dogs, developed mainly in the cantons of Valais, Vaud and the Bernese Alps, regions where the climate was appropriate and similar to their native land. During centuries we don't find any sign of these dogs. However, around 1350, we see their beautiful head represented in the coat of arms of some noble families. SAVER OF THE BREED.
Towards the middle of the 19th century, the breeding of the Grand-Saint-Bernard undergoes a serius crisis due to a great consanguinity. In 1855 they crossed the Sant-Bernard with the long haired Terre-Neuve, dogs that resembled the most the Saint-Bernard as to their intelligence and strength. They achieved their goal without damaging the breed. On the contrary the dogs were stronger and more resistant. A new strength was given to the Grand-Saint-Bernardo kennel.
FINAL WORD
.
Our dogs have the honour to bear the name of the founder of the Hospice, Saint-Bernard of Menthon. They had the merit to be associated with this humanitarian work that benefited thousand of travellers throughout the centuries. Nowadays they give their name to those who dedicate themselves to save other people. It is not strange to hear say of a very generous person: "He's a real Saint-Bernard"! That the image of this dog -and his legend- might induce everybody to develop his best qualities to help the others!

"Grand Saint Bernard chiens, cani, hunde, dogs"
by Marcel Marquis
Edition revue et mise a jour par les chanoines de l'Hospice
Progettazione e realizzazione grafica Agenzia LEVER -Genova-Italy-
Printed in Italy by Tormenta Industrie Grafiche - Genova-
The illustrations in this book are from:
Photo Edition Darbellay - Martigny
Fotohaus Geiger -Films/Waldhaus
Editions Jubin -Vétroz-
Mme. C. Brault- Presidente du Club francais du St. Bernard- F27800 Brionne
Léonard Closuit - Martigny
Perrochet Sa -Lausanne
Photo Preisig - Sion-
Archives de l'Hospice du G.S.Bernard
Photoglob Ag. Zurich

VIA LE FUNIVIE DAL MONTE BIANCO! (1988)

COURMAYEUR - Ai piedi del Monte Bianco, Reinhold Messner è un re della montagna che -si diceva ieri in Valle-ha perduto insieme con lo scettro anche il buon senso. La sua "crociata" contro la "funivia dei ghiacciai" tra Italia e Francia non è piaciuta. Così come è accolta con diffidenza la nascita della "Mountain Wilderness", organizzazione momdiale per la difesa dei monti, di cui lo stesso Messner è uno degli ideatori. "Vogliono che il massiccio del Bianco diventi un parco naturale? Ebbene, noi ne siamo contenti, ma che cosa centra la funivia"?, afferma il vice presidente delle guide di Courmayeur Ruggero Pellin. Alla società del Monte Bianco che gestisce la parte italiana di quella che gli americani hanno definito "l'ottava meraviglia del mondo", dicono con polemica: "I verdi sono i primi a usare la cabinovia. Sono chiacchiere per farsi notare". La funivia dell'Aiguille du Midi trasporta 300 persone l'ora, vi sono nove cabine in linea: in 600 metri vi sono due cabine attaccate alle funi d'acciaio che sorvolano i ghiacciai a oltre 4000 metri di quota. "Messner proprio non lo capisco -dice il presidente delle funivie Titta Gilberti-. Vuole darci lezioni lui che ha fatto dell'alpinismo un mestiere per far soldi. Questo proprio non mi va giù e poi vorrei che me lo spiegasse perchè mai si dovrebbe negare alla gente che non fa alpinismo, la possibilità di non vedere queste montagne". (La Stampa)

IL VALICO DEL GRAN SAN BERNARDO HA 2000 ANNI (1988)

AOSTA - La vicina regione svizzera dell'Entremont, insieme con la città di Martigny e con la Valle d'Aosta, si prepara a celebrare i duemila anni del valico del Gran San Bernardo. Alcuni studiosi individuano nel dodicesimo anno avanti Cristo l'epoca in cui i Romani passarono per la prima volta sul Mont-Joux (Mons Jovis): dal 12 avanti Cristo al prossimo 1989 saranno trascorsi esattamente duemila anni, anche se la data di arrivo sul colle dei Romani non è condivisa da tutti gli studiosi. Il ruolo del Gran San Bernardo attraverso i secoli comunque sembra immutato, come testimoniano l'aumento dei passaggi di veicoli al tunnel e le discussioni, sempre più attuali, sull'idea di un collegamento ferroviario tra Aosta e Martigny, in modo da far diventare le due città "nodi" internazionali degli scambi soprattutto commerciali su rotaia. Le manifestazioni che saranno organizzate da un apposito Comitato, non si limiteranno a una sola giornata commemorativa, ma si protrarranno per l'intero anno, cominciando già quest'autunno con un seminario storico-rievocativo.
(La Stampa)

mercoledì 4 aprile 2007

E LA ZONA FRANCA? (1988)

AOSTA - In 40 anni di autonomia la "zona franca", pur prevista dallo Statuto speciale della Valle d'Aosta non è mai stata applicata. Se ne riparlerà nel prossimo Consiglio regionale. Il socialdemocratico Gaetano Baldassarre ha presentato una mozione in cui denuncia un "attacco all'autonomia valdostana". Il riferimento è una recente dichiarazione del ministro delle Finanze Gava in Parlamento, che ha giudicato "anacronistico" il problema delle zone franche, aggiungendo che il governo non concederà altre autorizzazioni per costituire aree al di fuori dei confini doganali. Ma nel 1992 cadranno le barriere doganali in Europa e la "zona franca" tornerà di attualità, pur con dei dubbi sui vantaggi che ne deriverebbero, visto l'attuale regime economico. E su questo punto Demetrio Mafrica del gruppo comunista dice: "Il 1992 sarà un anno importante: la sospensione delle barriere doganali avrà un influenza notevole sul bilancio regionale, se pensiamo che le entrate dell'attività dell'autoporto sono circa 350 miliardi. Con che cosa si potranno sostituire? Fin d'ora occorre pensare a garantirci nuovi gettiti". Maurizio Martin, assessore alle Finanze sulla "zona franca" ci va cauto dal momento che studi svolti in tal senso quattro anni prima la sconsigliavano: "Nonostante ciò non abbiamo mai rinunciato alla possibilità di ottenerla. Occorre però valutare con molta attenzione i pro e i contro. Può anche darsi che nel 1992 non ci siano da fare rinunce. Nessuno sa, per ora, che cosa accadrà fra quattro anni, lo sviluppo del mercato rimane un grosso punto interrogativo". Gli esperti incaricati dalla Regione daranno una risposta entro la prossima estate. Per il pci comunque "è ora di cominciare la trattativa per ottenere una revisione del riparto fiscale per ciò che si perderà con la caduta delle barriere".
(La Stampa)

"GLI INFEDELI SI UCCIDONO" (2007)

Integrazione. Ha un significato? A sentire da quello che predica l'imam della moschea di via Cottolengo a Torino (Italy) è soltanto una parola, utile magari da spendere per restare in Italia, ma dal significato vuoto alla resa dei conti. Lo ha predicato lui stesso in uno dei suoi sermoni, ripreso all'insaputa dalle telecamere della televisione di Stato: "Nessun compromesso con gli atei. Si uccidono e basta ". Parole scioccanti che ora sono al vaglio della Polizia, che chissà perchè si muove sempre dopo una denuncia televisiva, come se non si sapesse chi gravita intorno a questi luoghi...di culto. L'imam in questione, tale Kuhaila, non si ferma qui, ma invita pure i credenti "a non integrarsi con gli occidentali, perchè l'Islam è l'unica via di salvezza". Tutto adesso è nelle mani della Digos, dato che nella moschea sono stati mostrati anche fogli di propaganda che, a sentire la giornalista responsabile del servizio, si riallacciano al gruppo terroristico di Al Quaeda. L'allarme di un Italia trampolino di lancio per terroristi da spedire in giro per il mondo a seminare morte era già stato lanciato anni fa, raccolto a sprazzi dai responsabili della sicurezza interna e snobbato da alcuni magistrati rilasciando -con tanto di scuse- potenziali terroristi ospiti delle nostre patrie galere. Integrazione dunque. Ma quale? L'Italia -e l'Europa- purtroppo non lo sa, poiché, come dice il grande Guido Ceronetti sulle pagine de La Stampa a proposito di questa invasione incontrollata, "di fronte alla violenza, questa Europa di vecchi arnesi e di torrenzialmente dimessi dagli ospedali, di rincoglioniti e di inebetiti dalle cure mediche e dalle pubblicità, di vecchi che spingono passeggini o carrelli gonfi di acquisti superflui, non è che un polpettone di carne spenzolante nella gabbia delle tigri". Per concludere, Ceronetti, alludendo alle prossime elezioni in Francia dice che lui voterebbe senz'altro Nicolas Sarkozy pur non conoscendolo a fondo: "Mi pare però che abbia manifestato l'intenzione di contenere le ondate migratorie che portano asiatizzazione e periferie incurabili, ghetti, paure. Anche su questa smisurata sfida l'Europa UE è una statua di Arpocrate priva di mani. Che suoni la diana mattutina e il gallo canti nei cortili dell'Eliseo di Parigi". (Gericus/La Stampa)

AOSTA VALLEY: WHAT ELSE?

COGNE. Here's the king of cross-country skiing resorts between the vast sun-lit Saint Orso meadow and the Nordic style pine and beach woods, in the heart of the Gran Paradiso National Park. The long cross-country trail meanders at the foot of the Grivola and the Gran Paradiso. You can also appreciate the views without skis, walking along the footpaths, snowshoeing or going on horse-sleigh excursions. You can ski downhill on the Montseuc slopes, whilst for the more dynamic there is ski mountaineering and ice climbing.
Cogne
is the administrative centre in the valley, at an altitude of 1534 metres, settled on the side of the famous Saint Orso meadow. You must not miss the bobbin laces: a tradition dating back to the 17th century and exhibited in a small museum.

Valle di Cogne.
Aosta Valley - Italy -
Tourist office tel. +39 0165 74040
www.regione.vda.it/turismo

martedì 3 aprile 2007

IN VENDITA 'ARIA' DELLA VALLE d'AOSTA (1988)

AOSTA - La chiedono nei negozi, tanto che qualche negoziante ha pensato ad una presa in giro da parte dei turisti. Ma non è uno scherzo, poichè anni fa si commerciavano davvero scatolette simili a quelle che oggi contengono carne, con dentro...niente, ovvero aria. Alte otto centimetri con cinque di diametro, queste scatolette ormai scomparse, -e che si vendevano al prezzo di duemila lire- riportavano intorno l'immagine del Cervino, e si dice -a dare ascolto al proprietario della tabaccheria e articoli per souvenir Bonanomi di piazza Chanoux- "che andavano a ruba". Una trovata...furbesca, poichè la ditta che le confezionava non era nostrana, ma bensì di Bolzano. E l'aria di quale montagna era a questo punto? La legge oggi prevede che tutto ciò che è in un contenitore sia specificato sull'etichetta per renderne edotto il consumatore. Ma come si può analizzare l'aria per sapere se appartiene ad una località della Valle d'Aosta o di Bolzano? Un idea geniale dunque, abbandonata però -come sostiene la ditta in questione- perchè non c'era un buon ritorno economico. Ora però sono i turisti giapponesi a rilanciare il 'gadget'. Affiancheremo alla Fontina anche la nostra "aria in scatola"? (La Stampa)

AOSTA CAMBIERA' ASPETTO (1987)

AOSTA - Firmata dalla Commissione regionale di controllo la delibera sul nuovo piano degli impianti sportivi di Aosta. "Entro il prossimo anno andranno in appalto i primi lavori" ha assicurato il sindaco Edoardo Bich. La stadio Puchoz, nato una volta in periferia e ora attorniato dalla città, sarà ricostruito in regione Tzambarlet, dove oggi vi è il "Campo scuola" di atletica. Gli spalti, secondo il progetto di massima, potranno ospitare 10.000 persone. La pista di atletica sarà "trasportata" più a Occidente, vicino alla piscina coperta dove oggi vi è il campo da rugby. Alla palla ovale si giocherà su un nuovo terreno ricavato dalla zona accanto al cimitero, dove troveranno posto altri campi di calcio. Il piano delle strutture sportive prevede ancora la costruzione di un palazzetto dello sport, sempre in regione Tzambarlet e di fronte, il palazzo del ghiaccio. Anche i campi del Tennis Club Aosta, oggi accanto al Puchoz, finiranno nella nuova area sportiva. L'operazione costerà circa 100 miliardi, e i finanziamenti -dice Bich- "verranno in parte dallo Stato e in parte dalla Regione". Al posto dello stadio Puchoz, sorgerà probabilmente un Centro congressi con teatro-auditorium. Gli altri interventi riguardano lo spostamento della caserma dei Carabinieri, dell'Enel e delle poste in via Clavalitè e degli uffici finanziari nell'area Ferrando di corso Battaglione. In pazza Narbonne poi non ci saranno più gli autobus e il terminal sarà nell'ex area Rizzardi di fronte alla stazione ferroviaria. Aosta dunque, è destinata in breve tempo a cambiare volto, e in questo cambiamento troverà posto pure un 'attraversamento veloce' della città, punto essenziale della revisione del piano regolatore comunale, attualmente sotto elaborazione dell'architetto Fubini. (La Stampa)

CON IL MARE ALLE SPALLE (1987)

AOSTA - "Non è piacevole vivere con 105 milioni di metri cubi d'acqua alle spalle, tuttavia non ci pensiamo", dicono a Valpelline (Aosta) su cui in pratica incombe la possente diga di Place Moulin nell'alta valle di Bionaz. Uno sbarramento artificiale sul quale i dirigenti dell'Enel hanno sempre fornito ampie assicurazioni, ma messo sotto controllo per una piccola frana caduta giorni fa nel bacino senza provocare inconvenienti. Quando è stato chiesto quali fossero le misure di sicurezza, prevenzione e allarme adottate per la diga qualche incertezza si era insinuata tra gli abitanti di Bionaz, Oyace e degli altri paesi lungo il deflusso delle acque del più grande sbarramento con struttura di cemento armato ad arco d'Europa. Alto 155 metri, lungo alla sommità 680 metri con una larghezza di 6 metri al vertice e 42 al piede, il "muro" è stato realizzato utilizzando 11 milioni e mezzo di metri cubi di cemento. Ma la struttura può essere considerata a rischio? Su questo punto, essendo competente soltanto in materia di gestione del personale e controllo d'esercizio, l'Enel fa sapere che provvede a richiedere controlli periodici per garantire la massima sicurezza della diga, i quali vengono fatti dal ministero dei Lavori Pubblici, controlli comunque che fino ad oggi non hanno messo in evidenza nessuna anomalia particolare. Ogni dieci anni poi vengono compiuti check-up completi con contemporanee iniezioni di cemento, una cura 'ricostituente' periodica. (La Stampa)

domenica 1 aprile 2007

UN'ARENA DA 4750 POSTI ALLA CROIX NOIRE (1987)

AOSTA - La finale regionale della "Battaille de reines", inaugurerà ufficialmente domenica prossima l'arena della Croix Noire, realizzata dall'Amministrazione Regionale sul confine tra i comuni di Aosta e Saint Christophe. Qualche dato tecnico. Il complesso occupa, 200 metri a Sud della statale 26, una superfice totale di circa 30.000 metri quadrati. La costruzione ha forma ellittica (come negli antichi anfiteatri romani, come ha ricordato il progettista Franco Cometto) per consentire da ogni angolazione un ottima visibilità. L'arena vera e propria misura 105 metri sull'asse maggiore e 70 su quello minore. Gli spalti, divisi in settori gradonati, hanno in totale 4750 posti a sedere, di cui 1680 coperti (tribuna) e 3070 scoperti, inoltre, in caso di affluenza di pubblico superiore, potranno essere utilizzati ampi spazi non gradonati. Il foro boario dispone di una vasta area coperta (sottostante il palco d'onore) che può accogliere 340 capi di bestiame di cui 280 in apposite 'poste' bovine e 60 a fianco della recinzione. Nei parcheggi troveranno posto 240 vetture, 23 pullman e 17 autocarri. "La nuova struttura è destinata in primo luogo a foro boario, mercato coperto del bestiame e dei prodotti dell'agricoltura -ha commentato l'assessore regionale Cesare Perrin- perchè è nata espressamente per soddisfare alcune esigenze degli allevatori. Ciò non toglie che potranno esservi ospitate altre manifestazioni, sportive o musicali, per le quali l'impianto si presta benissimo".
(La Stampa)