venerdì 26 giugno 2009

MICHAEL JACKSON 1958-2009

La notizia per prima l'ha data la Cnn questa mattina: "Michael Jackson (foto) è morto". Arrivato all'ospedale in arresto cardiaco, niente hanno potuto fare i medici per riportarlo in vita, nonostante un ora di tentativi. Parlare di Michael Jackson al passato suona stridulo, ma nonostante l'angoscia per la sua morte, milioni di fans in tutto il mondo ora si pongono una domanda: Che cosa lo ha ucciso? Molte sono le ipotesi che in queste ore girano nel web e la più accreditata -per il momento- sembrerebbe un iniezione di sostanze antidolorifiche, il Demerol, un derivato della morfina, talmente potente da provocare arresti respiratori o cardiaci. Ed è proprio di problemi respiratori che ha parlato inizialmente un assistente della star, problemi che poi hanno portato tragicamente alla fine. Che Michael Jackson ultimamente non fosse "in gran forma" lo avevamo capito da delle immagini televisive apparse sulle televisioni di tutto il mondo dove il re del pop lo si vedeva uscire di casa su una sedia a rotelle. Forti dolori alla schiena infatti lo affliggevano da diversi giorni, ed ecco appunto il bisogno di antidolorifici, tranquillanti, antidepressivi e sonniferi, ma anche droghe, cocaina compresa. L'iniezione di Demerol, se verrà confermata, è stata la goccia finale. Un altro grande artista dunque che se ne va prematuramente, un artista che -unico nella storia del pop- è riuscito a vendere qualcosa come 120 milioni di copie di un unico album, "Thriller", (1982) guadagnandosi di conseguenza 28 dischi di platino per questo record. Di lui, oltre ai suoi dischi -si calcola che ne abbia venduti nell'arco della sua carriera oltre 750 milioni!- ricorderemo quella continua ricerca di una gioventù che non muore e quei suoi infiniti interventi di chirurgia plastica con l'intento di rincorrerla, interventi tra i quali ci mettiamo pure lo "sbiancamento" della pelle, che però in questo caso -come diranno in seguito i medici-, era dovuto ad un infezione di un germe, lo stafilococco MRSA, un batterio capace di provocare deterioramento di pelle e muscoli. Un enorme fortuna guadagnata coi suoi dischi compromessa però da una miriade di situazioni che lo avevano portato -almeno da quello che si legge- alla quasi bancarotta. Era stato accusato infatti di pedofilia, anche se poi in tribunale era stato assolto. Ultimamente, si dice, aveva accumulato un debito di oltre 400 milioni di dollari, debiti che avrebbe in parte ripianato con il mega tour mondiale che in questi giorni si stava allestendo, e dove oltre 750 mila biglietti erano già stati venduti. Sarà il "coroner", il medico legale a stabilire l'esatta causa della morte della star americana, il re del pop, il Peter Pan che per sfuggire al tempo che passa, ha preferito andar via in silenzio -come usava far alla fine dei suoi concerti- quando le sue sembianze lo ritraevano ancora un eterno giovanotto, un ragazzino che il 29 del prossimo agosto avrebbe compiuto 51 anni.

giovedì 25 giugno 2009

PORSCHE, L'AUTO DEI POVERI IN CANNA...

PADOVA - Ciò che è successo a Padova ha messo in luce una verità nascosta: la Porsche è l'auto dei "poveri". E non è una semplice battuta, poiché "carta canta", e la carta, in questo caso, è quella dei verbali della Guardia di Finanza, che dopo un certo controllo su alcuni "poveri", ha scoperto questa realtà. Un affronto insomma, perché alcuni di questi "poveracci" viveva addirittura in case popolari, quindi affitti bassissimi e in molti casi, espressi in base alle loro "povere" dichiarazioni dei redditi. Nei loro garage però, c'erano parcheggiate una Porsche Cayenne, una Porsche Carrera 911, (foto) una Volkswagen Tuareg ed una Jaguar, il tutto per una valore di circa 300.000 euro. A Cittadella invece, tre "poveri" imprenditori non se la "passavano meglio". Uno di questi, per esempio, aveva ultimamente denunciato un reddito annuale pari (pensate un po' che disperato!- a 2.500 euro, un qualcosa che invece di arrivare al 20 del mese come fanno la maggioranza degli italiani, non arrivava nemmeno al 2 del mese. Il povero tapino, però, era riuscito anche a risparmiare, ma a risparmiare così tanto da potersi comprare una Porsche Carrera 911 (valore 70.000 euro), una villa in città e una casa in Sardegna. Il secondo "povero", 32 anni vissuti 'alla garibaldina', negli ultimi quattro anni aveva dichiarato alle tasse 12.750 euro, però anche lui, centesimo su centesimo, magari risparmiando sulle sigarette e sulla pizza al sabato, si era comprato una BMW M3 (valore 66.000 euro), una moto Ducati Supersport, un autocaravan Mercedes 'Viano', una barca a vela di 13 metri 'Bavaria 42' (valore 120.000 euro) e 5 immobili tra ville e appartamenti in città in una nota località montana. Un 38enne socio di un azienda dedita al commercio di legname -reddito dichiarato 7.000 euro l'anno- oltre alla solita Porsche Carrera S911 (valore 68.000 euro), si è potuto comprare -pensa un po' i sacrifici!- anche una moto BMW. Sei poveri cristi dunque, o forse, i soliti furbetti del quartiere che vivevano alla grande sulle spalle del resto degli italiani. Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Padova non si è intenerito troppo, e ai sei in questione, è stato contestato un occultamento all'Erario di redditi calcolati sui 2 milioni di euro. Ma cosa vuoi che siano... Ci compri a rate -e con tasso a zero- a malapena una Porsche...

martedì 23 giugno 2009

"E' LA MODA, BELLEZZA"...

E' l'ora del "legionario bianco" (foto). Lo dicono i dettami dell'alta moda. Quella per intenderci firmata dai nostri grandi maestri del cucito, i nostri stilisti di prestigio. In questo caso l'idea è stata partorita da Donatella Versace, che durante l'ultima presentazione della sua collezione, lo ha fatto sfilare. Per chi non ha assistito in diretta alla sfilata o non ha visto le foto, spiego io. Tanto per darvi un indirizzo, pensate ad un operaio sporco e sudato dopo una giornata di lavoro in una raffineria. Barba incolta "quel tanto che basta", tre collane al collo e una canotta unta, stropicciata e sudata. Per completare il quadro, un cappello ispirato alle tenute dei legionari francesi. Ma sebbene già raccapricciante alla vista -al peggio non c'è mai fine!-, arriva il modello di Westwood, che dovrebbe lanciare i giovani verso nuovi sentieri dell'abbigliamento. Come? Dunque, con una benda sull'occhio destro tipo 'pirata orbo', una maglietta a maniche corte e poi, mutande, si, "mutande", con alla vita degli accessori tipo fruste e spade, per finire con dei calzari stile epoca romana. Pignatelli va sul 'classico', ovvero sul tipo "bagnino", presentando il modello 'più bello d'Italia' -donne, state calme!- il napoletano Francesco Aiello: canotta bianca con su scritto Lifeguard in blu e bermuda rosso, tutto li, e naturalmente per essere più "cool", a piedi scalzi. Frida Giannini, stilista di Gucci, ha un desiderio: "Vorrei vestire Boosta dei Subsonica con uno dei miei smoking blu", poiché aggiunge -imparate giovani, voi che vi deprimete nella ricerca di un occupazione- "voglia di lavorar saltami addosso, perché il mio maschio sogna solo vacanze e pensa positivo"... Evvabbene. Questa è la moda bellezza, e questi sono i pensieri dei nostri...sarti. Ma una domanda mi nasce spontanea: pur vivendo nel loro mondo dorato -e in alcuni casi esentasse- ma credono davvero che qualcuno si metta addosso simili porcherie?

lunedì 22 giugno 2009

COSI' PER RIDERE UN PO'...

Una donna di 98 anni è sul letto di morte e fa un ultima confidenza al marito di 99 anni, distrutto dal dolore:
"Gerardo, mio piccolo Gegé... prima di chiudere per sempre gli occhi, voglio rivelarti un segreto: vai nel granaio e sulla terza traversa a sinistra, troverai un cartone... va ... cercalo".
Il marito, sorpreso, sale a fatica nel granaio e dopo 5 minuti ritorna in camera con una scatola. La apre e trova dentro altre due piccole scatole; una contiene 3 uova e l'altra, 250.000 euro. Alla vista dei soldi, i suoi occhi si illuminano:
"Dimmi dolcezza, cosa significano le tre uova"?
"Sai, Gegé, siamo sposati da 78 anni, ogni volta che facendo l'amore io non arrivavo all'orgasmo, mettevo da parte un uovo".
Gegé resta soddisfatto nel sapere che in 78 anni di matrimonio, ha sbagliato solo tre volte, e allora domanda:
"E i 250.000 euro cosa sono
"?
"Beh, ogni volta che raggiungevo 12 uova, le andavo a vendere"...

venerdì 19 giugno 2009

ALESSIO E FLAMINIA: DUE VITE IN SALDO

ROMA - Due giovani vite spente valgono cinque anni, ovvero 30 mesi a testa. Sono quelle di Alessio Giuliani, 22 anni, e di Flaminia Giordani, 23, (foto) uccisi da una Mercedes che a tutta velocità aveva "tagliato" il semaforo acceso sul rosso. Alla guida dell'auto, Stefano Lucidi, 35 anni, colui che la sera del 22 maggio del 2008, sulla Nomentana, falciò lo scooter sul quale si trovavano i due giovani fidanzati. Ordinaria giustizia diremo, poiché nel primo processo l'autista fu condannato a dieci anni per omicidio colposo plurimo, una sentenza che di fatto aprì -o perlomeno si sperava- un nuovo modo di interpretare la legge in base a questi veri e propri "atti criminali". Ieri invece, nel processo davanti alla prima sezione della corte d'Assise d'appello, i giudici hanno ribaltato la sentenza, derubricando l'accusa in semplice "omicidio colposo", dimezzando di fatto la condanna. La giustizia fa di nuovo autogol, poiché come è possibile non pensare che un autista, sfrecciando attraverso un semaforo fermo sul rosso, non sappia che con quel suo folle gesto può uccidere qualcuno? Com'è possibile quindi catalogare tutto ciò come un semplice "omicidio colposo", ovvero, ho ucciso ma non era nelle mie intenzioni? E può bastare tutto questo, se aggiungiamo poi che l'autista, subito dopo aver causato l'incidente, si diede alla fuga lasciando i due corpi sull'asfalto nella speranza di non essere rintracciato? Quiscquiglie, per i giudici romani, perché secondo loro Stefano Lucidi non aveva intenzione di uccidere nessuno, quindi, che gli si dimezzi la condanna. E di loro che se ne sono andati senza nessuna colpa? E dei loro sogni di giovani? Flaminia era una bellisima ragazza e Alessio Giuliani la adorava, due giovani fatti uno per l'altro, sempre insieme, nella vita come nella morte. Vaglielo a spiegare ora ai genitori dei due giovani, che colui che è sfrecciato col rosso quella sera non era intenzionato ad uccidere i loro figli, perché "non li conosceva neppure"e non sapeva nemmeno che proprio a quell'ora si sarebbero trovati sul suo cammino. Certo, in quella roulette russa è solo il destino che ha fatto trovare sulla via del folle Alessio e Flaminia, ma potevano essere Marco e Paola o Giorgia e Matteo, quindi? Dal gesto di Stefano Lucidi, qualcuno doveva morire, pertanto se questo non è omicidio volontario, cos'è? "E' stato un passo indietro" ha commentato l'avvocato Francesco Grimaldi, difensore della famiglia Giordani, "dove ha prevalso una visione conservatrice del diritto rispetto a una corretta valutazione di un fenomeno sociale che non può ridursi a rango di semplice imprudenza, ma che comporta settemila morti all'anno nelle strade". Per Teresa Chironi, madre di Flaminia, "era un messaggio di giustizia, correttezza e dignità quello che ci aspettavamo". Correttezza, fiducia e dignità... qualità rare ai nostri tempi...

mercoledì 17 giugno 2009

NEMMENO UN CANE MUORE COSI'

NAPOLI - Vedi Napoli e poi muori recita un antico proverbio partenopeo. Ne sa qualcosa Mirela, la moglie del romeno Petru Birlandeandu lei che lo ha visto accasciarsi lentamente in una pozza del suo sangue e morire come un cane. Per lui, all'inizio, solo curiosità da parte di quella decina di persone presenti al dramma, l'indifferenza di chi continuava a parlare al cellulare e di chi timbrava il biglietto e tirava avanti, poi il vuoto, la solitudine, nessuna mano tesa. E' morto così Petru, ucciso da un proiettile vagante la sera del 26 maggio scorso mentre in compagnia della moglie, si trovava a Montesanto, un quartiere napoletano ritenuto ad alto rischio poiché 'zona di camorra'. Non doveva essere lui la vittima, fatto sta che nella città "Far West" d'Italia, o se preferiamo la Chicago degli anni '30, si può morire -e purtroppo è capitato sovente- senza nessuna colpa, se non quella di trovarsi nel momento giusto nel posto sbagliato. Ma se il fatto è di estrema gravità, il 'dopo' è ancora peggio. E' quell'indifferenza mostrata dalla gente nell'assistere all'agonia di un proprio simile, la vigliaccheria di quelle persone presenti al fatto, e che di fronte alle urla disperate della moglie che registrava impotente gli ultimi respiri del marito, ha preferito eclissarsi velocemente per non essere invischiati nel dramma. La città come una jungla, quella Napoli dove Petru per sbarcare il lunario suonava la fisarmonica nelle stazioni della Cumana, della Funicolare e della metropolitana. La sua notorietà di musicista purtroppo non è arrivata attraverso uno show trasmesso da una televisione nazionale, ma dalle immagini fredde e senza sonoro registrate da alcune telecamere della sicurezza, dove pezzo forte dello spettacolo non era un suo virtuosismo, ma l'addio alla vita. Pertanto, pochi minuti di 'notorietà', lui in pantaloncini e sandali che attraversa una piazza con la sua fisarmonica sulle spalle e in compagnia della moglie, lui che sentiti gli spari corre verso l'ingresso della metropolitana per mettersi al riparo, lui che cade colpito da due proiettili -uno alla gamba e uno al torace-, lui che si rialza e raccoglie le sue cose, lui che barcollando un secondo dopo si appoggia ai tornelli dell'ingresso ai treni, lui che scivola lentamente a terra (foto) per esalare l'ultimo respiro. "Vedi Napoli e poi muori". Lui è solo morto, perché suonando dentro ai tunnel della metropolitana, chissà se avrà avuto tempo di vedere la città...

venerdì 12 giugno 2009

EASY RIDER, POLENTA E OSEI...

VERONA - Per un po' hanno creduto di essere nelle sterminate lande americane, dove bande di motociclisti dettano legge e incutono terrore, quando a bordo di mastodontiche Harley Davidson o chopper alla Peter Fonda invadono città o villaggi. Hanno fatto male i conti, perché pur senza lo sceriffo cattivo con Ray Ban scuri e pistola sui fianchi, si sono trovati al capolinea davanti alla nostra Polizia, e per gli "Hell's Angels" nostrani, (foto) ovvero gli Angeli dell'Inferno, non c'è stato niente da fare: manette e sequestri. Motivo? Associazione per delinquere finalizzata alle rapine, estorsioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ma su gli "Easy Rider" non aleggiava il mito di Woodstock, fratellanza, spazi liberi da scoprire e volto rude ma cuore d'oro? Tutte balle, perché al di là di birra e canne in libertà, la polizia ha scoperto il lato nascosto di queste "bande", già tristemente conosciuto in un lontano concerto dei Rolling Stones, quello del 1969 ad Altamont, (Usa) quando nelle vesti di 'security', avevano mandato al Creatore uno spettatore durante l'esecuzione di "Under my Thumb". Nell'operazione di Polizia partita dalla questura di Verona -e che ha interessato le squadre mobili di Vicenza, Padova, Treviso, Roma, Milano, Torino, Trieste, Cuneo, La Spezia, Pordenone, Lucca, Pavia e Massa Carrara-, per 24 "Angeli dell'Inferno" sono stati emessi altrettanti ordini di custodia cautelare in carcere, oltre a varie "charter" (sedi ndr) degli "Angels" sequestrate in alcune città, dove durante delle perquisizioni son state rinvenute armi e denaro contante per diversi migliaia di euro. Marco Odorisio, capo della squadra mobile della Questura di Verona è stato categorico: "E' la risposta della legge a chi crede di poter imporre la legge del più forte". Porca miseria... un altro mito degli anni '60 che se ne va in fumo...

giovedì 11 giugno 2009

"YES, WE CANE"...

E non è un errore di battuta, poiché "Cane" -che si pronuncia Cheine- è il cognome del neo eletto sindaco di Viggiù (Varese) Sandy Cane, (foto) un afro italo americana residente in Italia ormai da 38 anni, e italiana a tutti gli effetti. Il suo è stato un risultato per molti versi strabiliante: su 2.280 voti disponibili, a lei sono andati nientemeno che 814 preferenze, e se poi pensiamo che "l'abbronzata" Sandy è stata eletta nelle liste della Lega, il quadro è completo. Padania dunque, dove la nostra Sandy, originaria del Massachussets, deve confrontarsi con un certo Borghezio che i neri li chiama "negri", ma che a conti fatti, concetti che non scalfiscono per niente la neo sindaco, la quale, come ha detto recentemente ai giornalisti, "mi infastidisce invece essere chiamata donna di colore". Ma allora il caratteraccio dei padani contro i neri, il razzismo, tutto da rivedere? "Io milito da quindici anni nella Lega, e posso assicurare che mi hanno accolto sempre più che bene". Un tabù che crolla dunque, e anche quel "mangianeri" di Mario Borghezio va in fin dei conti riabilitato, poiché sul suo agire e sulle sue parole -come dice ancora Sandy Cane- "magari sarà stato mal interpretato". L'Obama del Carroccio dunque conferma che la Lega è multietnica? In questo caso si, anche se una ragione c'è: Sara Cane giunse in Italia quando le ondate immigratorie erano ancora a venire, eppoi veniva dagli States, quindi senza fardelli culturali diversi dallo stile di vita europeo. Comunque, il primo sindaco di colore eletto in Italia, alla pigmentazione della pelle non guarda. Si è messa subito all'opera con una promessa: "Con la mia squadra, lavoreremo come un hotel a cinque stelle". Tutto questo succede a Viggiù, nel cuore della Padania, dove una vecchia canzone diceva "Viva i pompieri di Viggiù, che quando passano, i cuori infiammano"...

mercoledì 10 giugno 2009

GHEDDAFI E IL "LEONE DEL DESERTO"

Gheddafi, (foto) subito dopo aver messo piede sul suolo italiano, ha detto "L'Italia ora è amica". Il "leone del deserto" dunque non 'ruggisce' più, anche se sul petto, a mo' di medaglia, mostra una foto del leader della resistenza libica contro l'invasione italiana. Il bello -o il brutto-, è il cerimoniale del ricevimento, lo stesso che viene riservato ai presidenti stranieri, con tanto di tappeto rosso, picchetto d'onore e squilli di tromba, che in questo caso, suona stridulo. Suona stridulo perché c'è qualcosa di finto negli abbracci e nelle strette di mano con il nostro presidente del Consiglio, poiché non si può pensare di andare in visita di Stato in un Paese "amico", mostrando volutamente segni che lasciano pensare ad una cicatrice ancora aperta, ovvero, quella del passato colonialismo italiano della Libia. A questo punto -al di là dei numerosi miliardi versati dal nostro Governo a quello libico per chiudere il contenzioso dell'invasione-, bisognava che il nostro Presidente, dopo baci e abbracci, avesse chiesto 'a muso duro' all'ospite, "caro colonnello Muammar, come la mettiamo con gli italiani scacciati dalla Libia e depredati dei loro averi? Vogliamo risarcirli una volta per tutte"? Certo la politica è strana, come strani sono quegli altri milioni di euro sganciati a Gheddafi per "bloccare le partenze di disperati verso le nostre coste", soldi appoggiati da un numero imprecisato di motovedette "regalate" anch'esse ai libici. Ma siamo sicuri che questa sia la politica giusta verso l'ex leone del deserto? Problemi di provvigione di greggio consigliano la politica del "massì, lasciamo perdere"? Ecco, è questo genuflettersi che non quadra, perché lo sappiamo bene che molte volte, assecondare invece di fare la voce grossa, non porta da nessuna parte, se non da quella di continuare a parlare "con il cappello in mano". "L'Italia ora è amica della Libia" ha ripetuto poi Gheddafi nel suo discorso davanti a Giorgio Napolitano, peccato che al suo seguito ci sia Mohammed al-Muktar, il vecchio figlio di Omar al-Muktar, il leader della guerriglia anti italiana e soprannominato appunto "il leone del deserto", condannato a morte il 15 settembre del 1931, chiaro messaggio come per dire "non abbiamo ancora dimenticato." Di quale amicizia dunque parla Gheddafi? Una cosa è certa: tornerà a batter cassa e noi, col "cappello in mano" esaudiremo ogni suo volere...

mercoledì 3 giugno 2009

MERCENARI DEL PALLONE...

E nella busta, un milione di euro netti al mese. Per dare meglio un idea, 2 miliardi -circa- delle vecchie lire. E' questo lo stipendio che percepisce attualmente Zlatan Ibrahimovic, (foto) il bomber dell'Inter. Glielo sgancia un certo signor Moratti, soldi sicuri e soprattutto -visto il patrimonio del patron dell'Inter- puntuali. Un milione di euro dunque al mese, tanti quanto bastano per comprare 5 Ferrari F430 spider oppure una decina di Porsche 911 Carrera. Ma se vogliamo essere 'parchi', con lo stipendio di un mese il nostro "emigrante di lusso" può permettersi di acquistare -certamente senza mutuo ma in contanti- una villa da 700mila euro e una supercar senza battere ciglio. Una pioggia di soldi che ne genera altri, ma tant'è, l'ingordigia a certi livelli non ha fine. "Cerca una squadra che gli dia nuovi stimoli e soprattutto un ingaggio più vantaggioso rispetto a quello che gli versa l'Inter", si vocifera nell'ambiente, ed è con questi presupposti che Ibrahimovic ha spedito Mino Raiola, il suo procuratore, a cercare di chiudere l'affare con i dirigenti del Barcellona, pronti a cedere Eto' e 20 milioni di euro pur di averlo. Unico ostacolo a questo suo "pio desiderio", quel Massimo Moratti che però non demorde: "Ibrahimovic non andrà mai al Barcellona se non mettono sul piatto, oltre ad Eto', ben altri 60 milioni". Milioni come noccioline dunque, sistemati sul piatto degli aperitivi anche per un altro "dio della pedata', quel Kakà che anche lui, come il collega interista, arrafferà tra poco e con "nonchalance". Il Real Madrid lo vuole a tutti i costi, e proprio per questo offre 9 milioni netti a stagione per 5 anni e al Milan, 64.5 milioni di euro. E Berlusconi, padre-padrone della squadra rosso-nera, lo sa che davanti "al vil danaro" c'è poco da fare: "Non so se potremo trattenere al Milan Kakà perché gli offrono talmente tanti soldi..." . Valori dello sport, il 'duro sacrificio dello sportivo', 'sangue e sudore'... parole al vento, vuoto termico. "Soldi soldi soldi tanti soldi, beati siano i soldi, i tanto amati soldi perché..." recitava una canzone di qualche tempo fa... In un momento di crisi profonda, per un normale stipendiato che fa fatica ad arrivare a fine mese, la consolazione è solo una: Ma si può sapere quanto pagano di tasse questi mercenari del pallone'?...

lunedì 1 giugno 2009

NOLEGGIATORI DI BAMBINI

La scemenza umana non ha limiti, e giorno dopo giorno scivola sempre più giù verso il fondo. Come se non bastassero i reality che ormai la televisione ci propina -Grande fratello, La fattoria, l'Isola dei famosi- ora dall'America arriva "Baby Borrowers", che tradotto suona "Noleggiatori di bambini", un format già comprato dalla Bbc e sicuramente, tra poco anche sui nostri teleschermi. Ma di cosa si tratta? Presto detto: a cinque coppie di giovani con età dai 15 ai 19 anni, (nella foto i primi concorrenti) verranno affidati per tre giorni dei bambini da accudire, quest'ultimi con età invece che varia dai 6 mesi ai 14 anni. Vincerà la coppia di adolescenti che se la sarà cavata meglio degli altri nel dare la pappa al pargolo, pulirlo e farlo addormentare senza troppi pianti. I genitori -ma possiamo chiamarli ancora tali?- seguiranno costantemente il tutto attraverso un monitor collegato con la casa, pronti ad intervenire in caso di problemi. A parte che io non affiderei neppure un cucciolo a quattro zampe al primo venuto, mi chiedo pertanto come possa una mamma affidare ad estranei e per di più minorenni il proprio bambino, coinvolto tra l'altro in una fiction a puro uso e divertimento televisivo. Ed è proprio su questo punto che si sono scatenate le proteste di varie associazioni di genitori, che denunciando l'uso improprio di neonati per fini televisivi, si sono sentiti rispondere che tutto ciò "non è solamente spettacolo ma anche terapeutico (?!), poiché grazie alle difficoltà che incontreranno i giovani concorrenti nell'adempiere alla bisogna, si scoraggeranno le gravidanze precoci". In Europa i primi a trasmettere questo "messaggio terapeutico" saranno i tedeschi, e siamo certi che tra poco, una Marcuzzi o una Ventura qualsiasi ce lo scodelleranno sotto il naso in prima serata. Ma l'umanità silenziosa si merita tutto questo?