martedì 31 gennaio 2012

Celentano: il ritorno di Serafino

E' così la seconda storia, che vi voglio raccontare, è quella del pastore Serafino"... Diavolo di un Celentano! Quando meno te lo aspetti, ecco che il "Molleggiato" ti stupisce. Come? Abbandonando i panni della superstar per indossare quelli di Serafino, quelli del contadino tutto cuore e ingenuità. E' di stasera infatti la notizia che Adriano Celentano devolverà tutti i suoi proventi derivanti dalla sua partecipazione al Festival di Sanremo, a famiglie bisognose, pagandosi addirittura le spese d'albergo nella città dei fiori oltre alle tasse sulla beneficenza, poiché in Italia purtroppo si paga anche per essere buoni. Dunque, guardiamo come: se Adriano parteciperà ad una sola serata il suo compenso sarà di 350.000 euro ma nel caso di due serate, questo sarà di 700mila, che salirà a 750 se le serate saranno tre o oltre. A due ospedali di Emergency quindi donerà 100mila euro ciascuno e a 20/25 famiglie bisognose -che saranno indicate dai sindaci di sette città, Milano; Roma; Firenze; Napoli; Verona; Cagliari e Bari-, andranno 20mila euro ciascuna. Fatto sta che le famiglie da aiutare potranno essere anche di più, in base al numero di serate che farà. "Con le pecore e un cane fedele, tre amici sempre pronti, nei pascoli e nei monti, a una spanna dal regno dei cieli, viveva felice così". Eccolo qui dunque il cantante superpagato, quello che da un po' di giorni teneva in subbuglio la gente che in piena crisi diceva "Ma come? In un momento di crisi così Adriano si pappa 750mila euro? E io dovrei pagare il canone Rai"? Diavolo di un Molleggiato... con un "coup de theâtre" ha rimescolato le carte in tavola ed ora eccolo qui, il Serafino che tutti vogliono, quello che "dopo i giorni dell'allegria, amaro resta il vino", colui che fregandosene dei soldi, "si riprende le pecore e il cane, gli amici sempre pronti, e torni là sui monti", mentre io a questo punto già mi immagino il coro che urla: "oh Serafino!!!! Le donne, le donne, ti dicono di si Beato teee!!!!"...

lunedì 30 gennaio 2012

Der Spiegel. Italienisch? Alles Skettinen!

Evvabbè, c'era da aspettarselo. A Rimini -ma non solo-, l'italiano già negli anni Sessanta per i maschi tedeschi era il "pappagallo", ma per le bionde valchirie invece era il "Casanova". Luoghi comuni, come l'italiano tutto "sole, pizza e mandolino". Passano gli anni e tutto muta. Oggi, per i tedeschi, il settimanale "Der Spiegel" racconta invece -in modo dispregiativo- che siamo tutti "Schettino", aggiungendo "tu credi che un tedesco, o un inglese si sarebbe comportato come il comandante italiano"? E' già, loro si che si sarebbero comportati bene! E' un amore/odio quello che i tedeschi nutrono verso gli italiani e magari chissà, ha lontane origini. Lasciando stare gli eventi storici, forse il tutto nasce da quella sonora sconfitta ai Mondiali del 1970 per 4 a 3? Ci rimasero male, perché i nostri amici "kartoffel" erano sicuri di battere questi "scuri e piccoli uomini" in casacca azzurra, ma fecero male i loro conti perché prima Boninsegna, poi Burgnich, poi Riva e infine Rivera gelarono i loro entusiasmi, consegnando all'Italia, oltre al titolo, quella che da tutti fu etichettata come "La più bella partita del secolo". E' proprio in quei tempi che un'altra copertina di "Der Spiegel" mostrò l'Italia sotto forma di un piatto di spaghetti con una pistola sopra, volendo significare terra di Mafia, quindi di delinquenti. Diavolo di un popolo, proprio loro -come ha evidenziato in questi giorni Il Giornale- "che hanno partorito Auschwitz" vengono a fare la paternale a noi italiani, che qualche colpa magari ce l'abbiamo, ma mai al loro livello. Si, tra noi e loro c'è una grossa differenza, questo è innegabile, ma vuoi mettere il buon cuore dell'italiano con la loro ottusa formalità? Vedere solo una parte della medaglia e non vedere l'altra limita l'angolo di veduta. Come guardare un film e solo dall'inizio poterlo giudicare senza guardare la fine. Già, perché se così fosse, nel film "La grande guerra" di Monicelli potrebbero pensare che i militari italiani fossero solo dei codardi, dei cagasotto, pronti a trovare una qualsiasi scusa per sfuggire al pericolo, in questo caso ai soldati austriaci. Salvo poi vedere -alla fine del film- che davanti alle parole abbaiate da un ufficiale austriaco a due poveri militari del Regno, Giovanni e Oreste, questi preferiscono il plotone di esecuzione piuttosto che fare la spia. La morale? Cari tedeschi, nel mondo ci sarà sempre uno "Schettino" qualsiasi, ma grazie a Dio in Italia ci saranno sempre un Oreste e Giovanni...

giovedì 26 gennaio 2012

Omicidio Stradale

E' lo "Spoon River" della strada. Foto sorridenti, scampoli di vita felice. Alberto Benato di Verona aveva poco meno di 18 anni quando un ubriaco alla guida di un auto lo uccideva il 15 marzo del 2008. Andrea De Nardo di Peschiera aveva 15 anni. Amava la squadra del Milan e sognava un giorno di diventare un calciatore. E' stato falciato da un auto il 29 gennaio 2011 mentre col fratello attraversava la strada. Roberta Caracci invece di anni ne aveva 24 e viveva ad Arese. Il 31 ottobre del 2008, un drogato alla guida di un auto ha centrato in pieno e a forte velocità la vettura sulla quale viaggiava Roberta uccidendola sul colpo. Riccardo Cervelli, livornese, aveva 62 anni. Amava profondamente la sua famiglia e il mare. Il 27 luglio del 2010 tornava a casa in sella al suo scooter quando veniva travolto e ucciso da un auto che aveva invaso la sua corsia. Cinquanta sono i volti che appaiono in un momento felice della loro vita sulle pagine del quotidiano "Il Giorno". Sono "Vittime della Strada", parte di quelle 5.000 persone che annualmente perdono la vita per colpa di qualcun altro, drogato, ubriaco o incosciente che sia. "La pena è un dovere dello Stato" dicono e chiedono i congiunti, "poiché noi siamo vittime per sempre del dolore e di un sistema che non sa valutare la gravità dei reati", mentre invece oggi, "chi uccide sulla strada rimane completamente impunito". Quasi 57.000 firme sono state raggiunte con l'intento di sensibilizzare lo Stato all'introduzione del codice di legge del reato di "Omicidio Stradale", poiché "è necessaria alla giustizia e alla protezione della vita". Lo chiedono i parenti delle vittime, ma lo chiediamo tutti, poiché 12 morti al giorno sulle strade italiane sono troppi. In ricordo di:
Alberto Benato. Verona, 15.03.2008
Alex Di Stefano. Vicenza,02.06.2011
Andrea De Nando, Peschiera, 29.01.2011
Andrea Nardini. Passignano sul Trasimeno (Pg), 09.07.2009
Antony Marinelli. Cisterna di Latina, 06.10.2009
Antonio Spagnulo. Pagliare del Tronto, 11.05.2009
Antonio Taranto. Autostrada NA-BA. 13.02.2011
Claudio Caruso. Milano, 08.10.2011
Davide Caligiore. Roma, 23.07.2008
Davide Nocella. Terracina 15.11.2009
Davide Scarfeo. Palermo, 01.01.2011
Edoardo Morosi. Firenze, 12.06.2010
Flavio Arconzo. St.172 dei Trulli (Br) 18.10.2006
Francesco Pignatiello. Cicciano (Na) 27.11.2008
Francesco Sottile. Terme Vigliatore, 21.04.2002
Gabriele Borgogni. Firenze, 04.12.2004
Gabriele Caccavaio. Bonefro (CB) 05.08.2010
Gabriele Chierzi. Milano, 08.10.2011
Gioacchino Caruso. Palermo, 19.01.2011
Giorgia Zuccaro. Brindisi, 05.06.2011
Giuseppe Boscarelli. Colle Sannita (Bn) 16.10.2010
Giuseppe Magnifico. L'Aquila, 02.10.2005
Giuseppe Miraglia. Sanbuca di Sicilia (Ag) 12.2008
Laura Aveni Banco e Giansimone Lipari. Furnara (Me) 01.01.2008
Lorenzo Guarnieri. Firenze, 02.06.2010
Lorenzo Senesi. Barberino (Fi) 30.03.2009
Luca Grieco. Roma, 27.11.2010
Lucia Pozzi. Melegnano (Mi) 25.12.2004
Lucia Varriale. Bologna, 05.03.2011
Luigi E. Capriotti. Alba Adriatica 02.09.2008
Marco Bungaro. SS Maglie-Lecce 02.10.2010
Massimiliano Sperandio. Novi Ligure, 27.03.2007
Massimo Bellini. Alessandria, 21.07.2011
Massimo Botti. Roma, 22.12.2008
Matteo La Nasa. Lecco, 21.11.2011
Mattia Polisciano. Maratea, 29.07.2010
Maurizio Recchia. Bari, 28.05.2009
Michael Cocchi. Castelvetro di Mo, 27.09.2011
Mirko Lovecchio. Vaprio D'Adda (Mi) 08.07.2011
Pietro Corda e Scefica Mesic. Autostrada Parma-La Spezia. 12.11.2007
Raffaele Di Fabrizio. Penne, 24.04.2004
Riccardo Cervelli. Livorno, 27.04.2010
Roberta Caracci. Ospiate di Bollati (Mi) 31.10.2008
Roberto Belviso. Castellana Grotte (Ba) 18.11.2008
Roberto Cantone. Como, 16.06.2007
Simone Figlioli. Frosinone, 03.02.2006
Simone Lenzi. Autostrada Mi-Laghi. 11.03.2007
Sonia Sicari. Catania, 24.01.2009
Tommaso Cavorso, Rufina (Fi), 26.08.2010
Valentina Pesarin. Autostrada A/15, 02.10.2011

martedì 24 gennaio 2012

Festival, canone Rai & Adriano Celentano...

Ci risiamo. Eccoci qui a parlare del prossimo, oserei dire imminente, "Festival di Sanremo", con tutti i suoi annessi e connessi. E siccome bisogna creare ad arte della suspense, quest'anno scoppia il problema Celentano. Era già stato annunciato con largo anticipo infatti che "il Molleggiato" sarebbe stato l'ospite principale della manifestazione canora, un personaggio che in effetti avrebbe dato linfa ad una manifestazione ormai in stato agonico da anni, priva di interesse, talenti e soprattutto, di idee musicali. Poi, oggi, la doccia fredda annunciata da "Donna Claudia Mori", la deus ex machina di Adriano: "la Rai non vuole più Celentano". Opperbacco! E chi sarebbe colui o colei di cotanto affronto? E' il direttore generale Lorenza Lei -si, proprio lei, è il caso di dirlo- a mettere i bastoni tra le ruote del direttore di RaiUno Mauro Mazza e Gianmarco Mazzi, direttore artistico del Festival. Motivo? Si dice che Adriano Celentano (foto) non voglia spot pubblicitari durante il suo intervento e poi la libertà assoluta di ciò che l'artista dirà sul palco dell'Ariston proprio non è accettabile, visto come vanno a finire queste cose, cioè in politica, tirando acqua al proprio mulino. Ma ormai l'audience è adulto per queste cose, quindi non abbocca, perché il tutto viene etichettato come una nuova manfrina Rai per tenere vivo l'interesse, visto che l'aver cacciato Tamara Eccleston per "insubordinazione" alla gente non interessa -restiamo in tema- una mazza. Quello che invece interessa alla gente, e la indigna visto la situazione economica del momento, è il compenso pattuito per Adriano se il progetto andrà -e sicuramente andrà!- a buon fine: 1.200.000 euro! Si, avete letto bene: un milione e duecentomila euro!!! In questi giorni scade il termine per pagare l'abbonamento Rai. Spot migliore per spingere gli italiani a farlo non c'era...

venerdì 20 gennaio 2012

Salga a bordo, cazzo!

Da naufraghi a ospiti televisivi. Il passo è stato breve, solo una manciata di giorni, il tempo di asciugarsi dall'acqua di mare e via, verso la notorietà. E allora eccoli lì a imperversare nei salotti televisivi del pomeriggio, della sera e anche del primo mattino, lì con i ricordi e le angosce -a quanto pare quest'ultime presto dimenticate- da raccontare a Vespa, (foto) alla Vernier o a Vinci, ma non a Salvo Sottile, poiché lì si parla solo di omicidi da risolvere. "Ero in sala ristorante" dice uno, mentre l'altro ricorda che "ero al teatro". C'è chi "ero in cabina a mettermi l'abito da sera per la festa che si sarebbe tenuta poco dopo" e c'è chi "ero al bar a sorseggiare un aperitivo prima della cena". Scampoli di vita, con l'aggiunta di un particolare ricorrente: "Ad un certo momento abbiamo sentito un contraccolpo e tutto è volato per terra". La televisione ha trovato un altro filone da spremere rivolgendosi ai "reduci del Concordia", e chissà ancora per quanto andrà avanti così. Ce ne era bisogno, dato che Sara, Yara e Melania davano segni di stanca in quanto a consensi televisivi, quindi lo scoglio dell'isola del Giglio ha risolto il problema auditel. La guerra ora è per l'accaparramento dei personaggi maggiori di tutta questa storia, dal comandante Francesco Schettino -si parla di cifre da capogiro per averlo in studio- al comandante della Capitaneria di Porto di Livorno Gregorio De Falco, quello del "Salga a bordo, cazzo!" Ma si corteggia anche la moldava Domnica Cemortan -e non è detto che non arrivi!- che era in plancia nel momento del disastro e ancora tentativi -ma solo per quando sarà uscito dall'ospedale- per avere Manrico Giampietroni, il commissario di bordo che ha fatto solo il suo dovere, cioè, quello di salvare i passeggeri ma si sa, in un Paese come il nostro chi fa il proprio dovere "è un eroe". "The show must go on" dunque, perché l'Italia è questa...

domenica 15 gennaio 2012

Titanic, Concordia: capitani coraggiosi...

"Se riuscirai a mantenere la calma quando tutti intorno a te la stanno perdendo, tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa, e a quel punto -quel che più conta- tu sarai un uomo". Lo scriveva Rudyard Kipling a suo figlio nel lontano 1865. Altre epoche, altri uomini, altri ideali. Aveva solo 15 anni Edward John Smith, (foto) colui che 47anni dopo e all'età di 62 sarebbe stato al comando del più grande bastimento dell'epoca, il Titanic. Il 14 aprile del 1912, l'appuntamento con la storia che gli offriva due sole possibilità: dignità o infamia. Quell'iceberg contro la fiancata destra della nave infatti fu il momento decisivo della sua vita, e dal momento che Smith apparteneva all'epoca degli uomini dai grandi ideali -come scriveva Kipling-, la scelta venne spontanea. Con il suo Titanic ormai condannato, ordinò all'orchestra di bordo di suonare lo struggente "Nearer, my God, to Thee" (Più vicino a Te, mio Signore), un canto sacro molto conosciuto allora nel mondo anglosassone, e mentre il panico esplodeva a bordo tra i passeggeri, rivolgendosi al suo equipaggio disse loro "Siate inglesi ragazzi, siate inglesi", per infondere e confermare coraggio e dignità nel prestare aiuto ai passeggeri. Quando le gelide acque dell'Atlantico ormai lambivano il ponte del Titanic, ordinò all'orchestra di mettersi in salvo, di abbandonare la nave, poi lo videro sparire dentro la plancia comando. La legge della marineria all'epoca voleva che il comandante seguisse il destino della sua nave, e così, senza pensare a mettersi in salvo, cosa legittima che avrebbe potuto fare poiché ultimo rimasto, lo videro sparire tra i flutti con il Titanic, e il suo corpo non fu mai più ritrovato. Altri uomini, altre epoche, altri onori, altre dignità. A cento anni di distanza, il comandante Edward John Smith è tuttora il simbolo indiscusso del grande uomo di mare, e nel Regno Unito, in suo onore, una statua è stata eretta nel parco di Beacon (Lichfield)). Altri uomini, altri capitani...

sabato 14 gennaio 2012

Costa Concordia, spettro del Titanic

Solo 3 mesi e un giorno separa il naufragio del Titanic (14 aprile 1912) da quello della Costa Concordia (13 gennaio 2012), e come possiamo vedere, a distanza di 100 anni precisi da quella notte. La storia è un ciclo che si ripete, anche se questa volta non c'è un comandante Smith in vena di record da battere, bensì il comandante Franco Schettino che struscia una roccia sommersa davanti all'isola del Giglio adducendo che "quella roccia sommersa non era segnata sulle carte nautiche", senza spiegare però per quale motivo la sua nave - 114.500 tonnellate; lunghezza 290 metri; 13 ponti; 3.800 passeggeri; 1100 uomini d'equipaggio; anno di costruzione 2006; costo 565 milioni di dollari- si trovasse a navigare nella notte a poche centinaia di metri dall'isola. Il tutto è avvenuto alle ore 21,45 circa di venerdì 13 gennaio -e poi non dire che il venerdì con l'aggiunta del 13 non porta iella!- quando i vacanzieri erano a cena, quindi abiti da sera, musica in sottofondo e camerieri indaffarati. E' un attimo, ed anche qui come sul Titanic che urta l'iceberg, uno sferragliare di lamiere che strappano le rocce sottostanti poco sotto la linea di galleggiamento provocando uno squarcio nella carena di 70 metri, un brusco contraccolpo che fa cadere piatti e passeggeri e poi la luce che si spegne. Anche le urla sono uguali a quelle del Titanic, ed anche il marasma che segue è identico. Non va giù di prua il Costa Concordia né tanto meno si spezza in due, ma si adagia velocemente prima a sinistra e poi, definitivamente a destra, inclinandosi di 50 gradi. Una signora superstite afferma che poche ore prima del disastro, parlando con degli amici di viaggio e meravigliata dalla possente struttura della nave, aveva sostenuto che "questa nave è inaffondabile", chissà, forse per scaramanzia o piuttosto per scacciare le paure degli abissi, ritrovandosi un paio d'ore dopo proprio nelle vesti di naufraga, proprio come era successo ai passeggeri di un altro bastimento ritenuto "inaffondabile", il Titanic. T re per ora sono i morti accertati e 43 i dispersi, anche se tra i 67 feriti, due sono in gravi condizioni. 1912 e 2012, il secolo che riporta lo spettro del Titanic, di quel bastimento che sul ponte portava una targa con su scritto "Neppure Iddio mi può affondare" ma che invece bastò lo spuntone di un iceberg per farlo inabissare, trainandosi dietro la vita di 1.523 passeggeri. Segni premonitori da non sottovalutare, come quella bottiglia di champagne che per tre volte non si volle infrangere contro la prua del Costa Concordia (foto) nel momento del varo...

mercoledì 11 gennaio 2012

Prostituzione: Scontrino o ricevuta fiscale?

Parte da Bologna il censimento e la tassazione delle prostitute. E' successo in questi giorni, e la conta delle lucciole è stata fatta dai Carabinieri che hanno detto: "Le segnaleremo al Fisco". Lo Stato dunque per far fronte alla crisi che attanaglia il "Bel Paese" ha trovato una ricca fonte di introiti in tasse, ed è andato a pescare dove il business conta grossi numeri. Ed infatti gli uomini dell'Arma hanno "scandagliato" l'attività con domande precise: orario di lavoro, numero delle prestazioni quotidiane, incasso medio quotidiano, tariffa della prestazione, se sono sfruttate, quanto pagano l'affitto di casa e dove. Colpire dunque dove "non c'è crisi" e l'attività rende. Secondo il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio infatti, in Italia sono oltre 9 milioni i clienti delle prostitute, stimate queste in 70mila -oltre metà delle quali straniere- e con un giro d'affari di circa 90 milioni di euro al mese, un qualcosa come un miliardo e 100milioni annui. L'iniziativa, senz'altro indovinata, è partita alla fine della scorsa estate e l'idea è quella di tracciare i guadagni delle lucciole e sottoporli a tassazione, vale a dire "tu lavori? e allora paga le tasse come tutti". Ma l'assurdo di questa faccenda è che anche le prostitute hanno un associazione, che appena saputo dell'iniziativa ha tuonato che "la schedatura è vietata dalla legge Merlin del '58", cercando dunque di mettere i profitti al riparo. Pretese che non stanno né in cielo né in terra, se pensiamo che sempre nello stesso disegno si legge si specifica che "sono punite con l'arresto fino a otto giorni e con ammenda le persone dell'uno e dell'altro sesso che in luogo pubblico o aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o modesto". Cambiano tempi e moralità dunque, perché un emendamento dei relatori della legge Merlin sottolineava che "bisogna togliere le prostitute dalle strade perché pericolose per la sicurezza e la pubblica moralità", soggetti -come si legge ancora- "che possono essere diffidati dal questore e allontanati col foglio di via obbligatorio e inibiti a ritornare per un periodo massimo di tre anni, con carcere che scatta per i disobbedienti". Anche chi sta al di fuori della legge dunque, oggi vanta diritti associandosi pure. Il risultato in questo caso è città e periferie invase da "dispensatrici di felicità" - è più politicamente corretto chiamarle così...-, ignorate dalla legge stessa ma prese di mira dal Fisco. E' l'abdicazione dello Stato di fronte al fenomeno oggi riconosciuto come attività lecita e di conseguenza, a tassazione? In tempi di crisi "la volpe mangia anche un grillo" si dice in Toscana, anche se mi resta difficile vedere sulla strada una lucciola che rilascia una ricevuta fiscale...

sabato 7 gennaio 2012

Quando la vita vale "zero"

Un 2012 che si apre nel peggiore dei modi. Dopo i 35 morti ammazzati nella sola città di Roma nel 2011, l'anno nuovo si apre con un duplice odioso omicidio. Quello del cinese Zou Zeng e della figlia Joy di nove mesi (foto) che aveva in braccio. Una pallottola, sparata da un delinquente ha trapassato la fronte della piccola finendo dritta nel cuore del padre . E' successo ancora a Roma, e la tragedia si consuma verso le nove di sera di giovedì 5 gennaio. Zou Zeng, assieme alla moglie Lia, cinesi entrambi ma da tempo residenti nella capitale, hanno appena chiuso il loro bar sulla Casilina, angolo via Tempesta. Pochi passi e sono davanti al portone della loro abitazione quando due balordi -non si sa se italiani o stranieri- gli si avvicinano: "Dacci la borsa o ti uccidiamo come un cane". Una reazione istintiva dell'uomo per salvare l'incasso della giornata e la risposta immediata dei malviventi è un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata. Il proiettile, l'unico, trapassa il cervello della piccola Joy e centra il cuore del papà che si accascia a terra. Anche la donna tenta una difesa ma viene ferita con colpi di taglierino, poi i due assassini si allontanano velocemente a bordo di una moto. La bambina muore all'istante mentre il papà cessa di vivere poco dopo sull'ambulanza, velocemente giunta assieme alla polizia sul luogo dell'omicidio. Brutalità nello svolgersi dei fatti, disprezzo assoluto della vita altrui anche davanti ad una piccola bambina. La città come una giungla, come un Far West dell'800, la legge del più forte. E' routine ormai. Uccide il giovane perché lasciato dalla fidanzata, il rapinatore perché trova resistenza, la mamma perché il figlio è d'impiccio, e il ladro perché trova in casa un padrone che l'affronta e infine, si muore sulla strisce pedonali a causa di un pirata che si da alla fuga. Bisogna farci l'abitudine? Bisogna accettare perché "non puoi farci niente"? Non sono mai stato un accanito sostenitore dell'occhio per occhio dente per dente, ma per certe brutalità gratuite comincio a rivalutare certe soluzioni drastiche usate in alcuni Stati americani. E' aberrante dire questo? Beh, allora rifiutiamo pure questa soluzione a "stelle e strisce", ma allora che l'ergastolo sia ergastolo fino in fondo, cancellando dal nostro ordinamento giuridico la parola "rito abbreviato, buona condotta, infermità mentale" e altre amenità che servono a rimettere in pista il delinquente dopo pochi anni. Il cancro non si cura con l'aspirina...

Miracolo Cortina...

E di miracolo si tratta. Se Gesù Cristo moltiplicò pani e pesci, la Guardia di Finanza nella notte di San Silvestro ha moltiplicato gli scontrini fiscali a Cortina d'Ampezzo (foto). E se prima si parlava di miseria, di attività che languono e di conti che non tornano, grazie proprio a questi controlli della Finanza nella notte stessa tutto è cambiato: ristoratori con un 300% in più di clienti rispetto allo stesso giorno dello scorso anno, bar con un 100% in più, e boutique addirittura con un aumento di incassi del 400 per cento! Ma oltre a questo abbiamo scoperto un altro miracolo, quello degli oltre 40 possessori di supercar da oltre 200mila euro di costo, con un reddito dichiarato di meno di 30mila euro all'anno. Anche questo è un miracolo, se pensiamo che con un paio di pieni di carburante al mese potrebbero finire sul lastrico, mentre invece se ne vanno pure a festeggiare la fine dell'anno nella perla delle Dolomiti, che sotto l'aspetto dei costi non è certamente Campitello Matese... Magie dei controlli, tanto che sindaci e associazioni commercianti di altre località turistiche d'Italia -Capri, Courmayeur, Cervinia, Viareggio, Rimini, Riccione, Firenze, Venezia e così via-, sono immediatamente intervenuti presso l'Erario con suppliche accorate: "venite anche qui, poiché abbiamo un impellente bisogno di aumentare gli incassi pure noi!" Un grazie dunque agli 007 del Fisco, poiché hanno sacrificato le proprie festività per togliere dalla "povertà" ristoratori, baristi e commercianti ampezzani, gente ormai senza più lacrime da piangere a causa di una miseria senza sbocco. E poi c'è chi parla male del Fisco...