giovedì 31 dicembre 2009

FENIS: UCCISO PER 700 EURO...

FENIS - (Aosta)- Tre ore di botte, poi lo hanno strangolato. Il tutto, per un misero bottino di 700 euro, l'incasso di due giorni della sua pizzeria. Autore del delitto e reo confesso, è il vicino di casa di Alessandro Tealdi, (foto) tale Cristian Abreu Candelario, 32 anni, cittadino dominicano, arrestato dai carabinieri di Aosta e rinchiuso nel carcere di Les Iles a Brissogne (Ao). Già interrogato dai carabinieri fin dal giorno della scoperta del cadavere, il dominicano aveva asserito di non poter essere utile in nessun modo alle indagini poiché la notte dell'omicidio, aveva dormito a casa di un amico, essendo moglie e figlio in vacanza da parenti. Dai riscontri però, l'alibi non ha retto, quindi questa mattina, dopo il ritrovamento dell'auto della vittima rinvenuta a Saint Pierre -20 chilometri di distanza da Fenis e sulla strada per il Tunnel del Monte Bianco-, gli uomini dell'Arma hanno stretto le manette ai polsi dell'omicida il quale, messo sotto torchio e di fronte a prove inconfutabili, ha confessato di avere ucciso il vicino di casa assieme ad un complice, tanto che il procuratore capo di Aosta Marilinda Mineccia ha dichiarato che "l'inchiesta non è ancora conclusa", senza fornire ulteriori informazioni sulla persona ricercata. Nella ricostruzione dell'efferato omicidio, sembra che i due assassini nella notte abbiano bussato alla porta di Alessandro Tealdi poi, una volta dentro, lo hanno legato, minacciato e duramente percosso per farsi consegnare i soldi poi, una volta arraffato i 700 euro, lo hanno finito strangolandolo con i cavi del computer. Un primo errore però lo hanno commesso rimettendo le chiavi di casa in un nascondiglio sulle scale, cosa questo che per gli investigatori ha ristretto il campo d'azione poiché solo pochi intimi potevano conoscerlo. La vita di un uomo dunque, cancellata per 700 euro, che diventano 350 a testa essendo due le bestie a dividersi il bottino. Uno schifo che in questo caso ti fa rivalutare certe pene che vengono inflitte in alcuni Stati americani...

giovedì 24 dicembre 2009

BUON NATALE E FELICE ANNO NUOVO!!!

Un lieto Natale

a tutti


e un felice

Anno Nuovo.


Gericus (r.g.)




Merry Christmas and Happy New Yea
r. (inglese)
Joyeux Noel. (francese)
Bon Tzalende e Trèinadan. (patois valdostano)
Guetz Nus Yoar. (tich)
Frohliche Weihnachten und ein gluckliches Neus Jahr.
(tedesco)
Hyvaa Joulua. (finlandese)
God Jul. (norvegese)
Boas Festas e Feliz Ano Novo. (brasiliano)
Feliz Natal. (portoghese)
Pozdrevlyayu s prazdnikom Rozhdestva is Novim Godom. (russo)
Feliz Navidad. (spagnolo)
God Jull ett Gott Nyatt Ar. (svedese)
Bon Nadal i un Bon Any Nou. (catalano)
Glaedeling Jul og Godt Nytar. (danese)
Kala Christouyenna Kiefthismenos O Kenourios Chronos. (greco)
Vrolijk Kerstfeest en een Gelukkig Nieuwjaar. (olandese)
Kung His Hsin Nien bin Chu Shen Tan. (cinese mandarino)
Gun Tso Sun Tan'Gung Haw Sun. (cantonese)
Sung Tan Chuk Ha. (coreano)
Jutdlime pivdluarit ukiortame pivdluaritlo. (eschimese)
Shinnen Omodeto. Kurisumasu Omedeto. (giapponese)
Mele Kalikimaka & Hauoli Makahiki Hou. (hawaaiano)
Meri Kirihimete. (maori)
Merry Keshmish. (navajo)
La Maunia Le Kilisimasi Ma Le Tausaga Fou. (samoa)
Chung Mung Giang Sinh. (vietnamita)
Geseende Kersfees en 'n gelukkige Nuwe Jaar. (afrikaans)
Zorionak eta Urte Berri on. (basco)
Buon Natale e Bon Capu d'Annu. (corso)
Maligayang Pasko. (filippino)
Melkam Yelidet Beaal. (amarico)
Edo Bri'cho o rish d'shato Brich'to. (aramaico)
Hag ha Molad sameah Silvester tov. (ebraico)
Bikpela Hamamas Blong. (Papua Nuova Guinea)

LETTERINE DI NATALE

"Sono stato bravo all'asilo, non sono andato neanche una volta in castigo. Faccio gli sciacqui in bocca con l'aceto di mele senza far storie e quando la mamma stava male, io non ho fatto la lotta con lei per due giorni. Non sbagliarti con la porta dove c'è l'ascensore: io abito al primo piano, dove c'è la porta blindata. Ti metterò sul tavolo la notte di Natale un pezzo di pandoro e acqua naturale. E fuori appeso ai fili, un mantello da Zorro con la "Z" rossa, così vedi dove abito. Fai buon viaggio e non stancarti troppo".
Paolo D.C. 5 anni. (1991)

"Ti prometto di fare la brava, di ascoltare la mamma, di non dire più parolacce, di andare a letto presto senza rugnare, insomma, di essere meno carogna. Vorrei dei pattini a rotelle, la frutta per Barbie, un paio di gioielli per la mamma e un po' di capelli per il mio papà".
Greta R. (1991)

lunedì 21 dicembre 2009

IL RAP? COSA NOSTRA...

Il rap chi l'ha inventato? I neri d'America? Balle! Il "Rap è cosa nostra", è "Made in Italy". Lo ha inventato nientemeno che Adriano Celentano, (foto) e se lo dicono gli americani, c'è da crederci. Il tutto nasce da quel "Prisencolinensinanciusol" lanciato dal nostro Adriano in quel lontano 1972, ovvero quando i miti del rap d'oltreoceano non erano ancora nati. Questa "verità nascosta" è stata scoperta da Cory Doctorow e pubblicata sul suo prestigioso blog "Boing Boing" con allegato il video della performance, ovvero la registrazione di una trasmissione dove una bionda e giovane Raffaella Carrà si esibiva in un frenetico ballo con Adriano Celentano -quest'ultimo nei panni di un maestro di scuola-, al suono appunto di "Prisencolinensinenciusol", in un misto di Jerry Lewis ed Elvis Presley. E dopo questa scoperta, è "Celentanomania" negli Stati Uniti, che arriva nientemeno dopo 40 album pubblicati, 30 film e 150 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Chi l'avrebbe mai detto che a 71 anni suonati, ricevesse commenti così lusinghieri dagli americani da essere paragonato addirittura a Bob Dylan e la canzone, ad un altro hit "indecifrabile" dal titolo "Louie Louie", un brano scritto e inciso da Richard Berry nel '55 ma portato al successo nel '77 dalla band punk The Clash. "This is not just an italian singer, it's Adriano Celentano, one of italians greatest actors of all the time!" scrive uno. Ma su circa 300 commenti piovuti in un giorno di sola pubblicazione del video sul blog, c'è anche chi ammette la paternità della musica rap al nostro Celentano: "What's more notable about the song, is that it takes the form of a rap, but was written in 1972, making it a predecessor to modern rap". Appunto, un predecessore del rap. Diavolo di un Celentano.... ol rait...

DESERTIFICAZIONE O GLACIAZIONE?

AOSTA -Il gelo del 20 dicembre è già storia. Gli esperti ammettono che la nevicata di dicembre è la più estesa degli ultimi 10 anni. In appena 24 ore infatti, sono state ricoperte dalla neve, Liguria; Piemonte; Lombardia; Emilia Romagna; le Venezie; Toscana e Umbria, con precipitazioni meno estese però anche su Marche; Lazio e Abruzzo. Per la città di La Spezia, questa è la nevicata del millennio. In Friuli Venezia Giulia, la scorsa notte la temperatura ha segnato -20. mentre a Trieste, la Bora ha spazzato la città a oltre 100 chilometri orari. Toscana: Il prefetto consiglia di non mettersi in viaggio. A Roma, le stazioni della metropolitana aperte di notte per i senza tetto. Treni e aerei bloccati. La polizia stradale mette in giardia gli automobilisti sui pericoli del ghiaccio in autostrada. E in Europa? 42 morti assiderati in Polonia nel fine settimana, temperature polari in Francia; Belgio; Gran Bretagna e Austria. A Mosca la temperatura ha toccato i -30 e sulle Alpi Svizzere la colonnina del mercurio è scesa a -32. Negli Stati Uniti, una tempesta di neve si è abbattuta su New York. Piano di emergenza neve a Washington; Baltimora e Philadelphia, con previsione di precipitazioni nevose di oltre 55 centimetri. Stato di emergenza ancora nello stato americano della Virginia: il ghiaccio ha provocato in un giorno 335 incidenti automobilistici.
Ma dove sono i catastrofisti della cosiddetta "Desertificazione" del mondo? Come spiegano invece questa "Glaciazione" del pianeta? Ma di quale morte morirà dunque l'umanità: arrostita dal sole o stecchita dal gelo? Una o l'altra non fa differenza, ma il punto è: in un tentativo di sopravvivenza, avremo bisogno di condizionatori d'aria fresca o di caloriferi ad alto potenziale? Tutto questo me lo chiedo con le notizie disastrose che arrivano dal mondo, e con la neve fitta fitta che vedo cadere dalla finestra di casa mia, ad Aosta, alle ore 15,51 di lunedì 21 dicembre 2009...

venerdì 18 dicembre 2009

CHI HA UCCISO CHIARA POGGI?

VIGEVANO - Qualcosa non quadra. C'è qualcosa che tirando le somme non torna. Dal processo di Vigevano non volevo che ne uscisse un colpevole -si badi bene- "a tutti i costi", bensì "il colpevole". Guardando oggi a come è finito il processo, devo ammettere che tutta la storia mi lascia perplesso, perché i casi sono due: o il castello accusatorio è stato tutto un bluff, o Alberto Stasi (foto) merita il premio Nobel per l'interpretazione perfetta nel film 'noire' "Come uccidere la fidanzata e farla franca". Si, perché di lui si è parlato appioppandogli subito gli aggettivi standard del personaggio cattivo: sguardo gelido e mancanza di sentimenti verso la povera vittima, che poi altro non era che la sua fidanzata. Schivo, indecifrabile, Alberto Stasi per gli inquirenti è subito stato l'unico indiziato. Non c'è stata nessun altra pista fin dal primo giorno di indagini, e chissà, questo è stato il primo grosso errore. Ma se così sono andate le cose, quali sono stati i motivi che hanno spinto la direzione delle indagini verso Alberto? Quelle immagini pedopornografiche rinvenute in numero massiccio nel suo computer? Quelle sue scarpe senza una traccia di sangue della vittima nonostante la mattina del ritrovamento del cadavere fosse entrato nella casa del delitto? "Quisquiglie" direbbe il sempre amato Totò, perché "tutto è possibile sotto il sole", come invece non è possibile che tracce ematiche della vittima siano state trovate sui pedali della bicicletta di Alberto Stasi, una bicicletta da donna tra l'altro vista appoggiata al muro di cinta della casa di Chiara Poggi proprio nel giorno dell'omicidio, come dirà una testimone. E su questo punto, Stasi prima ammise che si, forse è sangue di Chiara, "ma di mestruazioni che arrivate improvvise un giorno calpestai, dopo che qualche goccia era caduta a terra". Caspita la fantasia come galoppa, e galoppa talmente forte che anche l'accusa ha preso per buona questa dichiarazione, lasciando sconcertati un po' tutti coloro che credevano ormai di conoscere tutto sul ciclo della donna. Dubbi che restano dunque, rafforzati anche dal sorriso felice di Stasi dopo la lettura della sentenza che lo scagionava, e da quell'indecoroso presentarsi al processo con la nuova fidanzata, il tutto, sotto gli occhi dei genitori di Chiara Poggi. Difficile a questo punto non collegare questa sentenza di assoluzione -pur con il dubbio- alla condanna invece a 25 e 26 anni inflitta a Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Cosa centra direte? Centra invece, perché anche a Perugia, come a Garlasco, il processo si è svolto su prove indiziarie, cioè senza riscontri decisivi e schiaccianti da far sostenere ai giurati la colpevolezza del soggetto "al di là di ogni ragionevole dubbio". A Garlasco ha prevalso "il dubbio" mentre a Perugia, dove i dubbi erano tanti -alla luce anche di un reo confesso, Rudy Guedé già condannato- i dubbi hanno pesato a favore della colpevolezza. "Ci dovranno ora delle scuse" ha tuonato il padre di Alberto Stasi in conferenza stampa -forse dimenticando altri due processi, appello e cassazione-, mentre i genitori di Chiara Poggi, impietriti nel loro dignitoso dolore, hanno solo detto che per loro, "questa sentenza non rende giustizia". Già, la "Giustizia", quella che oggi fa chiedere a molti: Chi ha ucciso Chiara Poggi?

martedì 15 dicembre 2009

DEMOCRAZIA MALATA

Quando l'ideologia politica sconfina nel turpiloquio e passa a violenza fisica, beh, in questo caso la democrazia intesa come "partecipazione di tutti nella vita sociale" entra in agonia, creando i presupposti per una qualsiasi dittatura, sia questa di matrice rossa o nera. Dov'è la solidarietà dunque della classe politica verso un Presidente del Consiglio ferito dall'atto di un demente che lo ha sfigurato in faccia? Sta forse nelle parole di un certo Antonio Di Pietro, questurino una volta, magistrato poi e infine leader dell'Idv -che vorrebbe dire Italia dei Valori (sic!)- che il giorno dopo in un delirante proclama dice che in fin dei conti, "è colpa sua perché è lui che ha creato in Italia questo clima di odio"? E sarebbe ancora nelle parole di una certa Rosy Bindi che col tono saccente annuncia "Berlusconi adesso non faccia il martire"? Ma nemmeno certi giornali si salvano da questo "incitamento all'odio", poiché un certo Michele Brambilla sulle pagine della Stampa di Torino, con taglio sarcastico scrive "Silvio Berlusconi ieri è salito sul predellino, ma non più per parlare al suo popolo, non più per fare annunci, solo per mostrare la maschera di sangue, gli occhi ancora sbarrati dal terrore, e sembrava di vedere, anche dello stupore", quasi a dire "finalmente" è accaduto. Ma il nostro non si ferma qui, e con un paragone a dir poco imbarazzante, puntualizza che la polizia a stento ha sottratto il povero demente all'ira dei presenti, evitando così "quello che accadde il 31 ottobre del 1926 a Bologna ad Anteo Zamboni". Chi era costui? Era il giovane che attentò alla vita di Mussolini e che subito dopo l'attentato fu linciato sul posto. Quale significato ha voluto dare il giornalista a tutto ciò? Uno più uno fa due: Berlusconi come Mussolini, quindi stessa dittatura e stesso clima, e un Massimo Tartaglia (foto) quindi nella veste dell'eroe che ha tentato di liberare la nazione dal tiranno. Ma se uno pensa che passato il momento dei cosiddetti "commenti a caldo" si possa ritornare ad esprimere parole moderate" si sbaglia di grosso, poiché un certo Marco Travaglio sul sito di Beppe Grillo si sente autorizzato di ammettere che "Si può voler la morte di un politico, poiché non c'è nessuna legge che istituisca il reato di odio". Siamo dunque al vaneggiamento, al desiderio di una morte fisica dell'avversario politico, sia questo al governo o all'opposizione, un qualcosa che ci avvicina all'Iran, dove appunto giorni fa, l'ayatollah Kamenei ha detto "basta, l'opposizione va annientata". Ma è davvero questa la politica che ci meritiamo?

domenica 13 dicembre 2009

IL VIRUS DELL'IDIOZIA COLPISCE ANCORA

Il virus colpisce ancora. E' come un influenza stagionale, che però, guarda caso, colpisce solo in Italia, poiché non risulta che in altre nazioni il virus sia così aggressivo e pericoloso. I soggetti più "esposti al contagio" sono coloro che ricoprono incarichi scolastici, e i sintomi della malattia si manifestano con slanci "politicamente corretti" portati a livello eccessivo e ossessivo. In questo primo stadio, il contagiato subisce una totale perdita di identità: non sa più chi sia, da dove arrivi, quali siano le sue radici e a quale cultura appartenga. Il colpito dal virus, praticamente un "acefalo", brancola nel buio, crede cose impossibili, si sente al di sopra di tutto e di tutti e in molti casi, si identifica in colui che "conosce il verbo", ossia, la verità assoluta. Un epidemia in tal senso ha colpito purtroppo in questi giorni la città di Cremona, dove dei maestri di scuola elementare -appunto- hanno deciso di non festeggiare il Natale bensì -vedi la malattia come colpisce!- la "La Festa delle Luci". Anche questa volta il virus, annidatosi nel cervello, ha fatto balbettare ai soggetti colpiti -perché sono più d'uno!- parole tipo "per non creare problemi ai tanti bambini di culture e religioni diverse", facendo capire quanto sia devastante a livello cerebrale la malattia. E proprio per comprendere a fondo l'irrecuperabilità -e la pericolosità!- dei soggetti colpiti da tale virus, nel programma della "Festa delle Luci" non si canterà -come da secoli- "Tu scendi dalle stelle", o "Bianco Natale", bensì "Funga Alafia", un brano africano, che renderà sicuramente felici -o increduli?- coloro che arrivano da quella latitudine, e interdetti -o stupiti?- i bambini autoctoni. Il ministro dell'Istruzione Stella Gelmini, venuta a conoscenza dell'epidemia, pur portando "tutta la solidarietà del Governo ai colpiti dal virus e alle loro famiglie", si è detta comunque contraria al "Funga Alafia", così come il ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia, che dopo un sospiro di sollievo avendo creduto che "Funga Alafia" fosse una nuova infezione bovina, ha espresso tutto il suo disappunto "per questo nuovo 'harakiri' culturale perpetrato da un finto educatore -la malattia infatti annulla le capacità cognitive dei colpiti, rendendoli appunto 'finti'- sulla pelle dei nostri bambini". Il ministro della Salute Maurizio Sacconi, raccomandando di "isolare i colpiti dal virus", ha ammesso l'impotenza della medicina per questa "malattia degenerativa delle cellule cerebrali", mentre sembra che la gente stessa -che come ai tempi della peste si ingegnava, superstizione o no a cercar rimedi- abbia scoperto un antidoto, che se anche non debellerà la malattia, sicuramente ne calma gli effetti. Si tratta di forti dose di "Vaffan..." presi mattina e sera, e in certi casi -per quelli più virulenti- anche la notte. E sembra che in alcuni casi abbia funzionato...

giovedì 10 dicembre 2009

PISTOIA: DATELE A NOI QUELLE DUE!

PISTOIA - Oltre 250 mila persone in pochi giorni si sono iscritte su Facebook al gruppo "Ergastolo per le maestre dell'Asilo Cip Ciop di Pistoia". Una vera sommossa che neppure il delitto di Cogne o il caso dei bambini molestati -presunto o vero che sia- in un asilo laziale aveva scatenato tra la gente. Niente dunque in confronto agli sganassoni dati dalle insegnanti ai piccoli ospiti dell'asilo di Pistoia, lo sconcertante caso venuto giorni fa alla luce. Ad avvelenare poi più che mai gli animi, il video mostrato in televisione dello svolgersi dei fatti. E gli italiani, uomini, donne e giovani, di qualsiasi latitudine ed estrazione sociale, riuniti appunto in questo gruppo nato spontaneamente su Facebook, hanno espresso immediatamente tutto il loro sdegno, oltre che il punto di vista contro le due maestre, se così possiamo ancora chiamarle. Escludendo quelli più violenti, ecco qui la trascrizione di alcuni... commenti.
Katia Mangiameli: "Altro che pena di morte! Prima gliene farei di tutti i colori per farle soffrire come cani".
Fabia Loffredo: "Le peggiori torture per queste persone, che di umano non hanno niente!".
Cinzia Consalvi: "Spaventoso che possano esistere dei mostri come maestre, brutte bastarde maledette. Altro che ergastolo... la pena di morte!"
Rosa Piccirillo: "Ergastolo e isolamento a vita".
Katiuchia Tortorella: "Chiudiamole in una stanza con i genitori dei bambini maltrattati...devono essere linciate ste troie".
Daniele Capriotti
: "Prestatele a me per una giornata, che l'ergastolo gli sembrerà il paradiso".
Simone Brutti
: "Non commento, non ci riesco... non mi escono le parole, solo rabbia da ogni poro, ecco...".
Lina Sirchione: "Non c'è peggiore violenza che quella subita in tenera età, verso dei piccolini che purtroppo non possono difendersi, e soprattutto da parte di educatori che dovrebbero elargire solo coccole a dei piccoli pulcini...".
Dora Chiofalo: "Ergastolo. Non c'è scusa o malattia che possa giustificare un tale comportamento, quindi, isolamento totale senza televisione né ora d'aria".
Alessandra De Rogatis: "Solitamente non sono per la pena di morte... ma in questo caso credo che le patrie galere siano davvero poca cosa rispetto ad un crimine così cruento. Io credo che meritino una punizione esemplare...".
Antonio Paternò: "Preferisco non esprimere quello che penso, perché non riuscire ad essere né civile e né moderato davanti a tanta crudeltà. Comunque, carcere duro per queste streghe".
(foto tratta dal sito stesso)

mercoledì 9 dicembre 2009

TIGER WOODS, IL MONDO IN UNA MAZZA...

Insaziabile, sia di premi che vinceva sui prati verdi del mondo dorato del golf, sia di sesso. "Gli piaceva farlo da selvaggio, lo eccitava tenermi per i capelli e sculacciarmi" dice una che lo ha conosciuto bene. Poi, come una matrioska, sono saltate fuori una dopo l'altra tutte le "bambole", e la prima ad aprire il gioco è stata Holly Sampson, una porno star meglio conosciuta col nome di Nicolette Foster. Per Tiger Woods (foto) dunque, questi sono i momenti della disfatta: milioni e milioni per Elin Nordegren, la moglie tradita, e altrettanti soldoni per tacitare le amanti che però, annusato l'affare, alzano la posta. Succede nell'America bacchettona, dove tradire la moglie -specialmente per un personaggio in vista- è cosa da non fare, pena, il pubblico ludibrio. Alcune avvisaglie che il ménage di coppia ultimamente si fosse incrinato, è quello strano "incidente automobilistico" capitato giorni addietro al re del golf, dove solo lui era dovuto ricorrere alle cure ospedaliere per alcune -e altrettanto "strane"- escoriazioni sul volto. La stampa però aveva subito annusato "l'inghippo", ovvero più che un incidente, c'era il sospetto che la focosa moglie lo avesse picchiato con le mazze da golf, dopo essere venuta a conoscenza di un tradimento del marito. "E cosa vuoi che sia una scappatella..." avrà mormorato qualcuno, per ricredersi però pochi giorni dopo: "Sei sono le donne che vantano follie sessuali con Tiger" hanno titolato alcuni tabloid. Sei bellezze sei dunque, e una più intrigante dell'altra. Rachel Huchitel, 34 anni, hostess, mora e capelli lunghi, catalogata come "il primo tradimento". A ruota segue la barista Jaime Grubbs, 24 anni e circa 20 incontri di sesso sfrenato nel 2007; Kalika Moquin, 27 anni, manager di night club e grande estimatrice delle qualità amatorie del golfista. Mindy Lawton, 30 anni, cameriera e lunghi capelli rossi sulle spalle. Ha raccontato per filo e per segno le loro performance tra le lenzuola, sesso 'rude' e violento. Jamie Jungers, 26 anni, modella, molto nota per i numerosi amanti scelti tra vip e sportivi, e infine -si presume per il momento!- Cori Rist, 31 anni, un figlio di 7 e il sogno di diventare top model. Donne e motori gioie e dolori recita il saggio, e qui i dolori "costano". Si parla di un divorzio con richieste da favola da parte della ormai ex signora Woods e poi, sponsor da milioni di dollari che chiudono i rubinetti, spaventati dalla caduta d'immagine del loro testimonial. Un mondo che crolla dunque sul più amato, pagato e famoso campione della mazza. Mai parlare di corda in casa dell'impiccato si dice, ma in questo caso il vecchio adagio "chi di mazza ferisce, di mazza perisce" mi sembra proprio indicato...

sabato 5 dicembre 2009

DUE ORCHE NELL'ASILO DI PISTOIA

PISTOIA - La campagna toscana continua a partorire mostri. Questa volta non si tratta di "compagni di merende" ma di due donne, Anna Laura Scuderi, (sinistra nella foto) 41 anni, e Elena Pace (a destra)di 28. Due "orche" travestite da maestre d'asilo. Erano loro due che gestivano infatti la struttura "Cip Ciop" di Pistoia ed è a loro due che venivano dunque affidati con fiducia i bambini la cui età poteva variare da uno ai cinque anni. L'asilo, da sempre una struttura di "primo approccio alla vita sociale", con tante coccole, giochi e dolcezze. Lì, proprio tra quelle mura colorate invece, si è scoperto un vero lager. Se all'inizio si pensava che certe slogature al braccio fossero dovute a giochi maldestri tra piccoli, così come quelle paure mai manifestate in precedenza fossero solo bizze del momento, ben presto l'allarme è passato da genitore in genitore, creando un vero e proprio sgomento. Cosa succede al "Cip e Ciop"? Timori confidati alla polizia, la quale è subito passata all'attacco piazzando segretamente alcune telecamere all'interno della struttura. I risultati sono presto arrivati, e sono quelli che non avresti mai voluto vedere: schiaffoni sulla nuca ad un piccolo nell'ora della pappa, forzatura di cibo in bocca ad un altro bambino che rifiuta di mangiare, violenza su di un altro che cade nel suo vomito e lunghe punizioni nel buio più totale di una stanza per i bambini più vivaci. Per la polizia quell'orrore è stato sufficiente e soprattutto, non c'era tempo da perdere, quindi il veloce intervento e l'immediato arresto per entrambe con l'accusa di "maltrattamento su minori". Le "orche" ora piangono e si pentono dei lori misfatti, adducendo svariati motivi, primo dei quali lo stress: "Sono sola e non ce la facevo più" dice la direttrice Anna Laura Scuderi, mentre la compare Elena Pesce, inserviente, si è chiusa nel più assoluto silenzio. Bambini segnati per sempre, traumatizzati nell'età più fragile per la loro formazione futura. Nel carcere di Sollicciano a Firenze dove le due "orche" sono state rinchiuse, le guardie le hanno isolate dalle altre detenute a causa di minacce pervenute nei loro confronti. Ma come è possibile che due soggetti simili abbiano potuto essere inseriti in una struttura rivolta ai bambini di piccola età? Prima di dare il permesso ad esercitare in asilo, perché non è stato chiesto loro il motivo di non aver figli entrambe? Forse perché non li volevano? Lavoro da psicologi o psichiatri, argomentazioni che non interessano affatto i genitori dei bambini: "Datele a noi che le sistemiamo ben bene". E vaglielo a dire che così non si fa...

PERUGIA: LA VERITA' LONTANA...

PERUGIA - "In nome del popolo italiano si condanna Knox Amanda e Sollecito Raffaele alla pena di anni 26 e 25 di reclusione, ritenuti colpevoli di...". Un processo che ancora non convince. Troppe lacune, troppe risposte non date, troppi silenzi e troppi "non ricordo". Unica cosa certa, per il momento, una vittima, la povera Meredith Kercher, uccisa barbaramente il 2 novembre del 2007. Quattordici ore di camera di consiglio per un verdetto. Tante, troppe, che fanno capire senza ombra di dubbio le divergenze di opinione all'interno del pool giudicante. Non c'è esultanza quindi alla lettura del verdetto, perché vada come vada, nessuno riporterà in vita 'Mez', ma oltre a questo, c'è anche tristezza per i due giovani che oggi sono stati ritenuti colpevoli dell'omicidio -oltre al terzo, l'ivoriano Rudi Guedé già condannato a 30 anni- poiché anche le loro vite saranno per sempre segnate. "Lascia l'amaro in bocca vedere due ragazzi condannati a una pena così lunga" dice il pubblico ministero Manuela Comodi, "ma il pensiero va anche alla vittima". La vittima, appunto, l'unica cosa certa. Ma è lo svolgimento dell'omicidio che non ha trovato ancora una giusta dimensione. Per l'accusa, Rudi compie la violenza sessuale, Sollecito tiene ferma Meredith e Amanda che sferra il colpo mortale. Perché questa sua ferocia? "Vendicarsi di quella smorfiosa troppo seria e morigerata per i suoi gusti" è la risposta. Un po' troppo secondo me, per quest'Arancia meccanica che neppure Stanley Kubrik avrebbe immaginato. Perché poi si insiste nel voler formare questo trio satanico, quando dai riscontri è risultato che Sollecito e Rudi non si conoscevano affatto? E poi, perché questa violenza sessuale, se Raffaele e Amanda vivevano la loro vita di coppia più tra le lenzuola che non sui banchi dell'Università? E perché ancora, se loro fossero i colpevoli, invece di fuggire dopo aver commesso il fatto, chiamano -e attendono- la polizia presupponendo che all'interno della casa sia successo qualcosa di grave? E il testimone albanese che diceva di averli visti quella notte tragica e poi, miseramente smentito dai riscontri? Tre giovani mostri in azione per una notte di sesso... no, non mi convince, almeno che non fossero sotto effetto di cocaina, cosa che non sembra avessero assunto i tre. Quindi? La logica porta a pensare al delitto commesso da una sola persona, una serata di sesso andata storta o forse non gradita dalla donna, il rischio di una denuncia, la rabbia dell'uomo, un coltello che spunta di tasca, un colpo magari senza l'intenzione di uccidere... o forse si. Una brutta storia e un processo che non soddisfa, con una requisitoria che definisce Amanda "il diavolo" e che fa indignare i giornali americani, come il New York Times, che scrive "di fronte ad una demonizzazione dell'imputata che evoca il ricordo di Giovanna d'Arco, c'è da chiedersi in quale secolo ci troviamo". Il PM ha già detto che non presenterà ricorso, mentre gli avvocati di Raffaele e Amanda sono già all'opera per portare nuove argomentazioni e prove da sottoporre ai giudici d'Appello. "Restituitemi la mia vita" ha mormorato Amanda Knox nel suo ultimo intervento prima del giudizio, "io non ho ucciso nessuno" ha poi aggiunto Raffaele Sollecito. Dove sta la verità?

mercoledì 2 dicembre 2009

IL RICATTO? "YES WE CAN"... MA NIENTE SOLDI

Una certezza e una considerazione. La prima: il ricatto non paga, e la seconda, che schifo di società la nostra. Quest'ultima constatazione viene a traino dei recenti fatti e anche di quelli successi poco prima. E si parte dunque dalle "paparazzate", foto compromettenti fatte ad "arte" da pseudo-professionisti a personaggi noti sia del mondo dello sport che di quello politico. Qualcosa, qualche foto un po'... così e così magari sarà anche stata pagata, ma briciole. Quando si è cercato invece di fare un salto di qualità puntando sulle debolezze di Lapo Elkan -coinvolgendo addirittura la Fiat-, il gioco è miseramente fallito. Anche per Silvio Sircana, beccato in fallo -parola forse meno indicata visto il tema trattato...- mentre conversa con un trans, niente soldi pagati, quindi pubblicazione e gogna per l'uomo politico. Il caso cui vede coinvolto l'ex governatore del Lazio, Piero Marrazzo invece è ancora più inquietante, -come inquietante è pure il sito web della Regione, dove sopra la sua foto c'è la scritta "In un altro modo"...-. Il ricatto tramite video parte non da un paparazzo, bensì da quattro carabinieri, schegge impazzite dunque di un istituzione seria come l'Arma. Anche loro, allo stesso livello di un qualsiasi criminale, soldi subito -e tanti- per celare le debolezze dell'uomo politico che va a trans. A quanto pare il ricatto -già la parola è infame- tiene banco, e nonostante in diverse occasioni si abbia constatato che sono più i rischi che non il guadagno, arriva oggigiorno quello più ridicolo, perpetrato ai danni di una "leonessa" come Alessandra Mussolini, beccata -si dice- addirittura in una "performance" a luci rosse con il deputato europeo Roberto Fiore. "Non so nemmeno se devo ridere o incazzarmi" ha detto la Mussolini, aggiungendo poi battagliera: "e fatecelo vedere questo video se esiste!" L'autore di questo presunto filmino "hot" -che si dice metterebbe in dubbio anche le capacità amatorie di un Rocco Siffredi- sarebbe stato individuato già. Si tratterebbe di un fotografo di Frosinone, tale A. C., il quale avrebbe inviato la richiesta di 1 milione di euro a Palazzo Chigi, pena, la diffusione del video. Questo dunque è "il presente" della società italiana oggi alla luce del terzo Millennio. C'è da vergognarci come ladri, e una domanda è logica: ma è proprio così marcia la nostra società?