venerdì 24 giugno 2011

Vedi Napoli e poi... muori

Una montagna di "monnezza" maleodorante che ammorba l'aria. Napoli non si merita tutto questo, una schifezza che ormai va avanti da anni. Mergellina, il lungo mare Francesco Caracciolo, il golfo visto da Posillipo col Vesuvio sullo sfondo... La peggior pubblicità negativa che nessuna promozione milionaria a livello mondiale può azzerare. Difficile comprendere il meccanismo di questo finimondo ambientale, di questo abbandono della dignità cittadina, perché un fatto simile è inimmaginabile in un'altra qualsiasi città turistica occidentale. Ve la immaginate Times Square di New York ridotta così? E gli Champs Elysees di Parigi? Il Museumsplatz di Vienna, Oxford street a Londra... Ma la signora Rosa Russo Jervolino prima e il signor Antonio Bassolino poi, cosa hanno fatto durante i loro mandati di sindaco e di governatore della Campania per prevenire questa catastrofe? Hanno parlato, parlato, parlato. La Jervolino con la sua voce stridula e Bassolino, toni bassi e distaccati, ha contestato chi la pensava diversamente da lui, senza però prendere iniziative. Oggi i risultati: turisti indignati che fotografano turandosi il naso, gente che deve attraversare le strade camminando su montagne di "munnezza" per entrare in casa, auto che devono "zigzagare" tra cassonetti incendiati, mentre i negozi chiudono per schifo e i ratti pascolano grossi come agnelli. Attualmente (fonte Sky Tg24), sono oltre 2.500 i quintali di rifiuti che infestano le strade napoletane, e l'aspetto sanitario è diventato allarmante. E' sotto questo aspetto infatti che la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 20 tra sindaci, commissari prefettizi e pubblici funzionari. Per tutti, (fonte Il Giornale) l'accusa di epidemia colposa e abuso d'ufficio "per aver consentito la permanenza di cumuli di rifiuti in strada nel corso dell'emergenza del 2008. Per altri 16 indagati è stato invece disposto lo stralcio che preclude ad una probabile richiesta di archiviazione. Tra le persone per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio ci sono l'ex prefetto di Napoli Alessandro Pansa, già commissario straordinario per l'emergenza rifiuti, l'ex governatore della Campania Antonio Bassolino e l'ex sindaco Rosa Russo Jervolino". Ma chi risarcirà l'immagine turistica della città vesuviana? E quella dell'Italia "cialtrona e sporca"? Sul mare di Napoli non luccica più "l'astro d'argento", come cantava nel mondo il grande Caruso, ma una "maleodorante puzza di monnezza"...

Quel tintinnar di manette

Si, va bene, sono dei lazzaroni, gente ingorda sotto mentite spoglie di sportivi, però quella gogna mediatica la trovo eccessiva, perché come al solito si enfatizza su un problema minore per poi dare tutta la riservatezza a chi invece scuote le coscienze. E parlo dei protagonisti dello scandalo -l'ennesimo!- del calcio italiano, dove personaggi dello sport dai nomi altisonanti e altri meno sono stati smascherati dalla magistratura dopo diverse combine a suon di milioni frodati nel mondo delle scommesse e sulla pelle di tifosi. Un fatto sconcertante, dove è giusto che si faccia pulizia e si faccia chiarezza, con radiazioni esemplari e sanzioni penali da capogiro, visto che il mondo del pallone di soldi ne ha sempre elargiti a piene mani ai suoi attori. Ma il punto del mio intervento è puntare il dito sul "subito dopo" la scoperta della truffa. E parlo del "povero Cristo" di Marco Paoloni, l'ex portiere "in bolletta" della Cremonese, colui che per risollevare le sue entrate poiché indebitato fino al collo, si dice che "sedava i compagni di squadra per far perdere la propria compagine", dopo aver naturalmente scommesso forti cifre proprio sulla sua sconfitta. Se tutto sarà provato, il Paoloni è un benemerito imbecille, e su questo non ci piove, ma sballottarlo in manette circondato da tre guardie penitenziarie come fosse lo strangolatore di Boston, beh, tutto ciò lo trovo peggio di quello che si presuppone abbia fatto. Trattamenti simili vanno bene quando l'ammanettato è un pedofilo assassino, un sanguinario terrorista, un reo confesso di omicidio, un pirata della strada che sotto effetto di alcool o droga ha ucciso un giovane, ma non per un pirlotto che si è venduto al mondo delle scommesse. Ecco, il dramma è tutto qui, l'enormità del trattamento riservato rispetto alla reale portata del "delitto commesso". Successe altrettanto a quel brav'uomo di Enzo Tortora e poi sappiamo come andò a finire. Trattamento duro quindi con i delinquenti, ma cerchiamo di restare "leggeri" con i "pirlotti", come Marco Paoloni, appunto, e tutto il resto della cricca...

sabato 18 giugno 2011

Tre delitti in cerca d'autore

Tre omicidi e altrettanti assassini ancora in libertà. Sono quelli si Sarah Scazzi ad Avetrana, Yara Gambirasio a Brembate, e Melania Rea a Teramo. Sul primo degli omicidi, sul quale è quasi un anno che si scava, c'è un reo confesso, Michele Misseri rimesso in libertà, mentre la moglie Cosima e la figlia Sabrina che si proclamano innocenti sono dietro le sbarre. Mi sembra di capire che in questa "famiglia Addams" ci sia qualcosa che non gira per il verso giusto, poiché pur spiegando dettagli e mimando i gesti dell'orrendo delitto, il "presunto colpevole confesso", lo "zio Miché" è libero, oltre che super intervistato da ogni rete televisiva della Penisola. Su Yara Gambirasio la storia si ripete: un pugno di mosche in mano agli inquirenti e tanti indizi che non portano a niente. Dopo il "coup de téatre" dei primi giorni, con una nave bloccata al largo delle coste italiane per fermare un possibile colpevole, un giovane marocchino che vi era a bordo e presto "scagionato", siamo passati alla raccolta del DNA di una intera comunità -circa 25.000 profili genetici- per dire poi che nessuno di questi è collegato con le tracce organiche ritrovate su un indumento della piccola vittima. Dopo circa sette mesi dunque, di nuovo daccapo, vale a dire con niente in mano che possa portare a scoprire il responsabile, nonostante sul corpo di Yara siano state trovate tracce di polveri compatibili -è notizia recente- con quelle di un cantiere edile vicino al luogo del ritrovamento del corpo, quello dove i "cani molecolari" vi arrivarono a coda dritta. E sulla stessa strada si incammina anche l'omicidio della bella 37enne di Ascoli Piceno Melania Rea, madre di una bambina e moglie di un istruttore dell'Esercito, il caporalmaggiore Salvatore Parolisi, al momento unico sospettato. Motivo? Erotomane, tra le soldatesse da lui istruite nella caserma del 235esimo Rav Piceno coltiva amanti come fosse un harem, via una avanti un'altra. Ma può un "farfallone" essere anche un omicida? Ed è proprio questo il rebus che più appassiona i protagonisti dei salotti televisivi, psicologi, criminologi, scrittori, nani e ballerine pronti a dir la loro. Certamente l'infedeltà coniugale da parte di uno dei due partner non significa che questi per giocoforza possa essere anche un assassino, ma se accanto a questo... "sbattere di ali" -permettetemi l'eufemismo- aggiungiamo anche la predisposizione a mentire, beh la situazione si complica: parole dette e poi smentite dai fatti, amanti saltate fuori come funghi e mai dichiarate agli inquirenti, così come due telefonini uno dei quali -naturalmente all'oscuro della moglie- usato esclusivamente per contatti extraconiugali... e poi e poi e poi... Per gli inquirenti un rebus ancora tutto da sciogliere, impantanati tra corna, sangue e arena... Tre delitti dunque in cerca d'autore, ma ce ne sono altri recenti e insoluti: uno è quello di Garlasco -Chiara Poggi- e l'altro quello di Perugia, -Meredith Kercher- dove le strade portano alle stesse conclusioni: sono delitti perfetti -ma quelli non esistono- o invece sono scomparsi gli investigatori di una volta?

venerdì 10 giugno 2011

Cesare Battisti: samba do Brasil...

Le porte del carcere di Papuda si sono chiuse alle sue spalle pochi minuti dopo la mezzanotte di mercoledì scorso. Un attimo prima, Cesare Battisti, l'ex terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo, dopo aver esultato nell'apprendere che la Corte Suprema brasiliana aveva negato definitivamente la sua estradizione verso l'Italia, velocemente aveva riposto in un sacco le sue cose, poi una corsa in macchina alla volta del Manhattan Plaza Hotel di Brasilia, dove ha trascorso la sua prima notte da uomo libero. Un "uomo libero" con 4 omicidi alle spalle compiuti tra il 6 giugno del 1978 e il 19 aprile del 1979: quello di Antonio Santoro, maresciallo della Polizia Penitenziaria, Pierluigi Torreggiani, gioielliere -nel corso del suo omicidio il figlio della vittima, Alberto, rimase ferito e da quel giorno vive sulla sedia a rotelle-, Lino Sabbadin, macellaio, e Andrea Campagna, agente della Digos. Fu arrestato nel 1979 nell'ambito di un operazione antiterrorismo e rinchiuso nel carcere di Frosinone, dove da lì riuscì a fuggire appena due anni dopo, il 4 ottobre del 1981. Condannato in contumacia, la Francia fu per diversi anni la sua residenza e proprio da lì, nella patria di Voltaire, fu organizzata nel 2004 una raccolta di firme di solidarietà per Cesare Battisti che raccolse 1500 adesioni tra "l'intellighentzia" d'oltralpe e italiana, e dove tra i firmatari compare anche il nome del giornalista Roberto Saviano autore di Gomorra (fonte WikipediA). Una volta scoperto, fu chiesta al governo Francese la sua estradizione, che mai fu accettata, poi, dato che il terreno cominciava a bruciare sotto i piedi dell'ex terrorista, la fuga in Brasile. Le numerose richieste di estradizioni presentate dal governo italiano anche qui non hanno sortito nessun effetto, poi la decisione della Corte: Cesare Battisti è libero. Uno schiaffo alle nostre istituzioni ma soprattutto agli accordi bilaterali con il Brasile, dato che prevedono accordi reciproci in tal senso. "Il Governo italiano ora si rivolgerà all'Alta Corte dell'Aja" dice il ministro degli Esteri Franco Frattini, mentre -è notizia del momento- ha deciso di richiamare in Italia l'ambasciatore italiano in Brasile Gherardo La Francesca, per chiarimenti. La via diplomatica dunque per far si che le manette si stringano ai polsi dell'ex terrorista rosso. Ma c'è anche chi ricorda un fatto accaduto 60 anni fa. Adolf Eichman, ricercato da Israele per i suoi crimini di guerra, boia della Gestapo e artefice dei campi di sterminio più tristemente noti da Auschwitz in poi, viveva indisturbato da anni in Argentina con la compiacenza del governo locale, dato che tra Israele e il paese sudamericano non esistevano accordi di estradizione. Ci pensò un commando del Mossad capeggiato da Issak Arel a "colmare questa lacuna". In un sensazionale blitz avvenuto l'11 maggio 1960 infatti, gli uomini del Mossad riuscirono a catturare Eichman e a trasferirlo velocemente a Gerusalemme, dove dopo un regolare processo fu condannato a morte, con sentenza eseguita il 31 maggio del 1962... Per Cesare Battisti non ci sarebbe un plotone ad attenderlo, ma una democratica cella in uno dei nostri penitenziari di massima sicurezza, visto i precedenti, per poter scontare fino all'ultimo giorno l'ergastolo che pende sulla sua testa. Un blitz dunque, alla faccia di Lula e Dilma Rousseff, ex e attuale presidente del Brasile che sempre si sono opposti all'estradizione...
(foto: Cesare Battisti all'arresto in Brasile)

giovedì 9 giugno 2011

Davide, morire "di scuola"...

HONE - (AO). Dicono che una volta saputo che non sarebbe stato ammesso agli esami, David, 17 anni, sia rimasto attonito. Ha preso tutto ciò come un fallimento, una sconfitta, giorni buttati che lui aveva passato sui libri. Ha forse pensato agli amici che invece ce l'avevano fatta, ai genitori che chissà come l'avrebbero presa. Ed era la seconda volta che non riusciva a sganciarsi da quella terza classe dell'Istituto Tecnico che frequentava a Verres per passare agli esami e proseguire gli studi. Quasi una maledizione. Solitudine davanti ad un ostacolo che per lui è sembrato insormontabile, quasi una porta sbarrata. Davanti al computer siamo soli e Facebook è anche un legame con il mondo, una finestra aperta sul tutto e sul niente. Chissà se la sua decisione l'ha presa in quel momento, quando sul suo "profilo" ha vergato i suoi ultimi pensieri: "Hey gente! Grazie di tutto per quello che avete fatto per me. Spero solo che mi perdoniate se vi ho fatto soffrire...". Praticamente il suo testamento, un addio al mondo, come già il giorno prima aveva fatto con due amici di scuola, inviando loro due messaggi con "grazie a tutti voi per avermi voluto bene...". Se solo avessero compreso quella disperazione forse Davide sarebbe ancora tra di noi. Ieri mattina invece, sotto un cielo grigio e pieno di nuvole, Davide si è recato sulla linea ferroviaria Aosta/Torino. Puntuale, diretto a Chivasso, il convoglio 33056 partito poco prima dal capoluogo valdostano transitava da Hone. 11,20 precise. Un fischio assordante, lo stridere dei freni e una vita che se ne è andata. Aveva 17 anni Davide, due genitori e un fratello. E tanti amici. Vivrà ancora su Facebook: "Non voglio che la mia pagina venga cancellata" ha scritto rivolgendosi ad un amica. Una vita virtuale dunque, quando quella reale non ha più sbocchi d'uscita...

martedì 7 giugno 2011

Epidemia E.coli: quale verità?


E'
un incubo che periodicamente si ripete: cibo che porta la morte: Tonno al mercurio, mucca pazza, peste suina, epidemia E.coli da cetriolo... no, da germogli di soia...no da... Il mondo alimentare è allo sbando e i motivi sono infiniti. Liquami infetti che incontrano falde acquifere e polveri tossiche che ricadendo a terra contaminano campi e specchi d'acqua che servirà ad innaffiare campi di verdure. E' il ciclo che si chiude e 22 persone sparse per l'Europa c'hanno rimesso la vita davanti ad un piatto di verdura, una volta indicato come un toccasana per l'organismo. L'epidemia è esplosa in Germania, e i ricercatori tedeschi sono arrivati alla conclusione che l'origine parte da cetrioli importati dalla Spagna. Come una nube malefica, l'epidemia E.coli si è diffusa poi nel resto dell'Europa, Norvegia, Svezia, Danimarca, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera e Francia, quasi come se la catena delle Alpi ci avesse protetto dal contagio. Poi, cetrioli scagionati e dito puntato sui germogli di mais, per arrivare ad oggi, martedì 7 giugno a scagionare anche la soia. Dunque? L'Europa trema, perché l'epidemia in pochi giorni ha contagiato oltre 2000 persone, anche se il commissario UE per la salute John Dalli minimizza: "Il contagio si sta stabilizzando e l'epicentro è circoscritto alla zona di Amburgo". Il nostro ministro Ferruccio Fazio ha il dubbio che si stia sbagliando bersaglio: "Non focalizziamoci sui singoli vegetali". E chiaro a questo punto che i ricercatori brancolano nel buio e tutto ciò che ingurgitiamo può essere dannoso per il nostro organismo. Unica precauzione -ci dicono- è "lavare bene la verdura prima di mangiarla e così pure anche le mani", come se prima la verdura fosse tolta dall'orto e messa direttamente nel piatto e toccata magari con mani sporche di una settimana. No, qualcosa non quadra e la situazione si fa seria e si tira in ballo pure una "contaminazione conseguente ad una manipolazione genetica avvenuta in laboratorio" e sfuggita al controllo dei ricercatori. Un "virus da laboratorio" dunque e che ora non si sa come arrestare. Bio-terrorismo? Domande senza risposte, mentre le autorità sanitarie tedesche cominciano ad esaminare anche un possibile collegamento con la Cina, perché dicono, "l'E.coli potrebbe arrivare da laggiù". In attesa di risposte più precise cosa fare? Ma è semplice: una bella dieta totale che ci aiuterà a togliere chili superflui, colesterolo e trigliceridi. Digiunare, in questo caso più che mai, "fa bene alla salute"...

sabato 4 giugno 2011

La puzza del calcio spazzatura

Sedativo nel tè dei compagni per perdere, e poi soldi. Puzza di nuovo il mondo del calcio, e come a Napoli, la spazzatura copre valori e dignità sportiva. Nomi grossi e importanti si fanno, ma partendo dal presupposto che fino a che non saranno confermate le loro colpe vanno considerati innocenti, i personaggi indagati sono Beppe Signori, ex goleador degli anni passati, Marco Paoloni ex portiere della Cremonese che "offriva tè" agli ignari compagni, Cristiano Doni, bomber dell'Atalanta, Stefano Bettarini, altro ex giocatore e altrettanto ex come marito di Simona Ventura. Che dire di questi "bamboccioni" strapagati e mai diventati uomini? Che l'ingordigia non ha limiti: vita da nababbi, conti bancari da imprenditori, donne, vetrine televisive... Volevano di più, il brivido del gioco proibito alle spalle delle proprie società e dei propri sostenitori. Il peggior gesto che uno sportivo può fare ai suoi tifosi: prendere i soldi per far perdere la propria squadra. In questo carosello del malaffare, cinque sono le squadre che rischiano e circa una cinquantina le persone coinvolte, con possibilità di retrocessioni e ricomposizioni dei campionati. La moralità nel calcio ha sempre vacillato, e se pensavamo che la passata "calciopoli" fosse stata solo un incidente di percorso, beh, sbagliavamo alla grande. Il calcio è malato, malato grave e la patologia è dovuta ad un fiume di denaro che gira incontrollato e incontrollabile. Già il presidente Joseph Blatter, rieletto in questi giorni per la quarta volta alla guida della FIFA si prende 700mila euro all'anno (fonte La Stampa), mentre tra i calciatori c'è chi ha contratti da un milione di euro al mese. Cosa fare dunque? Azzerare stipendi da sceicchi e riportare "sulla terra" questi personaggi grazie a stipendi alla portata della vita reale. E' l'unico sistema per ritrovare lo sport e i suoi rappresentanti, smarritisi in questi ultimi tempi tra "veline, auto di lusso e paradisi fiscali"...

venerdì 3 giugno 2011

Omicidio stradale e arresto

Una birra di troppo, una bella sniffata e via. L'auto poi ti fa sentire padrone della strada. Piede che spinge l'acceleratore dunque e via, magari con altri compari vocianti accanto, strafatti a loro volta, attori di una notte senza fine di bagordi e strafottenze. Il rumore esasperato del motore, la lancetta contachilometri che schizza impazzita e la strada che scivola dietro. Il rosso del semaforo è solo un dettaglio e oltrepassarlo è una scarica di adrenalina in più... e se qualcuno si trova a passare nel luogo e nel momento sbagliato, cazzi suoi. In Italia sono 1.500 le persone che ogni anno lasciano sulle strade il loro ultimo respiro -più di 4 al giorno!- ad opera di ubriachi o drogati. Indignazione e scalpore nel momento, poi l'oblio, la rabbia dei parenti per il colpevole di tanta sofferenza lasciato libero. Alex aveva 16 anni, Eleonora 19, Davide 16, Danilo 17. E poi Marco 33, Roberto 27, e poi Francesco, Vinicio, Maria, Pasquale, Giovanni, Domenico, Fortunato... Lorenzo 17... Sogni, affetti, amori strappati via in un istante da un delinquente della strada. Ora qualcosa si sta muovendo per porre un freno a questa strage continua e all'impunità di chi compie un omicidio "usando la vettura". E così, affinché chi uccide sotto effetto di alcool o stupefacenti non abbia un'altra possibilità di farlo, il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha lanciato una proposta: "Accusa di omicidio stradale con arresto immediato, ritiro a vita della patente e inasprimento pena, che dagli attuali 3/8 anni di galera (che nessuno ha mai fatto!!!) passa a 8/18 anni". E dietro a questa iniziativa, ha dato il via ad una raccolta di firme -ne servono 50mila- attivando anche il sito internet www.omicidiostradale.it - "Abbiamo preso contatti con la commissione trasporti della Camera -afferma il sindaco Renzi- e non escludiamo che accanto alla raccolta di firme si possa avviare anche un iter parlamentare". Ristabilire dunque il valore della vita, poiché dopo il dolore e l'indignazione arriva sempre l'oblio da parte delle Istituzioni e il rancore dei parenti delle vittime nel rendersi conto che il colpevole di tanta sofferenza non si fa neppure un giorno di carcere. Alessio e Flaminia avevano 22 anni, Mattia 16, Idris 38, Renzo 3 anni, Andrea 15.........