Presi il carrello sul quale era appoggiato il televisore di famiglia e lo trasportai in camera mia. Mio padre aveva guardato la diretta televisiva fino verso le 22,30 di quella domenica 20 luglio 1969, fino a quando il "Modulo lunare" con a bordo Neil Armstrong e Buzz Aldrin, staccatosi dal Columbia, stava lentamente dirigendosi sul suolo lunare. Il suo orario di ferroviere non gli permetteva di andare oltre. Dalla finestra aperta, giungevano le voci dello stesso programma che stavo guardando, ed era più che logico: 500 milioni di persone in tutto il mondo -la televisione non era ancora un oggetto comune- seguivano l'alternarsi dei fatti che giungevano da "Cape Canaveral", Florida (Usa) la base di collegamento tra terra e astronauti. Mio padre se ne era andato a letto con la certezza delle cose ormai fatte: "The Eagle has landed" aveva infatti pronunciato Armstrong, ovvero "L'Aquila ha atterrato". L'emozione era al massimo. La polvere si era alzata dal suolo lunare nel momento dell'allunaggio, e sul televisore, in bianco e nero, splendeva l'orizzonte del nostro pianeta in un cielo nero come il carbone. Siamo sulla Luna, pensavo, ma il bello doveva ancora arrivare, quando cioè l'uomo avrebbe messo piede per la prima volta su quel suolo. Tito Stagno, giornalista del Primo canale Rai -ce ne erano solo due! a quell'epoca- nel frattempo in studio parlava -allora come oggi- con i soliti ospiti, sul significato di quell'impresa e sui possibili risvolti economici o militari. Ma io me ne fregavo di tutto questo bla-bla, perché volevo il primo passo sulla Luna, quasi come fossi io a farlo. Tutto ciò avviene esattamente alle 4,56 del 21 luglio, dopo che il portellone si apre e un uomo in tuta bianca comincia a scendere la scaletta del Modulo lunare. Uno, due, tre, quattro scalini...ci siamo: "That's one small step for a man, one giant leap for mankind", gracchia Neil Armstrong, il che significa "Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità". Siamo sulla Luna, e in quell'attimo sono orgoglioso di appartenere all'umanità, e sono contento di vivere quel secolo per poter gustare "in diretta" questo straordinario momento, in cui l'Uomo, non solo è riuscito ad andare sulla Luna, ma è riuscito anche -e soprattutto- a ritornare a casa. Come testimonianza nei secoli a venire, i due astronauti Armstrong e Aldrin -l'altro, Micheal Collins è rimasto in orbita sul Columbia in attesa del rientro dei due colleghi- lasceranno sul suolo lunare, oltre alla bandiera americana e le loro impronte, una placca con le loro firme e quella del presidente Nixon, sulla quale c'è scritto: "Here men fron planet Earth first set foot upon the Moon. July 1969 A.D. We came in peace for all mankind". (Qui gli uomini del pianeta Terra fecero il primo passo sulla Luna. Luglio 1969 A.D. Siamo venuti in pace per tutta l'Umanità). Rimasero sulla Luna 2 ore e mezza, poi il modulo lasciò il suolo lunare per il rientro. 1.533.225 i chilometri percorsi, ed è il 24 luglio quando alle 18,50 -ora italiana e con soli 30 secondi di ritardo sull'orario previsto- la capsula spaziale del Columbia ammara nell'oceano Pacifico, a 640 chilometri da Wake Island e a 24 chilometri dalla nave recupero USS Hornet. L'avventura dell'uomo per la conquista dello spazio è appena iniziata.
(Foto: Neil Armstrong, Micheal Collins e Buzz Aldrin)
Nessun commento:
Posta un commento