giovedì 9 luglio 2009

PREDICARE BENE E RAZZOLARE MALE...

Ho sempre avuto un certo riserbo per i predicatori del bene assoluto, quelli che si ergono al di sopra delle parti per perorare "la buona causa". E mi riferisco al momento attuale, quello in cui si svolge il G8 e dove, tra altri argomenti che riguardano il futuro del pianeta, c'è anche quello dedicato alla fame del mondo, che per posizionamento geografico interessa l'Africa. Paladini incontrastati di questa "missione", Bono Vox degli U2 e Bob Geldof, quest'ultimo ormai conosciuto più come organizzatore di raduni mondiali (foto: logo del Live Aid) che non per le sue dote artistiche. Emblematica, per molti versi, la conversazione apparsa recentemente sia in tivù che sui giornali tra Geldof e il premier Silvio Berlusconi, dove l'ex rocchettaro ammoniva il presidente del Consiglio di "non aver mantenuto gli accordi presi precedentemente in fatto di aiuti verso le popolazioni africane". E lo faceva con tanta enfasi da sembrare la rampogna di un inflessibile professore diretta all'allievo "birichino" colto in fallo mentre lanciava palline di carta alla più bella della classe. Ma se questo sistema di fare già mi sveglia l'orticaria, un altra "tirata d'orecchi" se la prende di nuovo Berlusconi da parte di Bono, leader degli U2, durante il concerto tenutosi sere fa a San Siro, accusandolo di non aiutare i poveri del mondo "perché finora ha fatto solo promesse e niente fatti". Allora, ricapitoliamo da che pulpito ci giunge la predica. Il primo "eroe", ovvero Bob Geldof, risulta che abbia un capitale di oltre 30 milioni di sterline con case intestate a società off-shore, il tutto, per non pagare tasse al suo Paese. E Bono? Persino Paperon de Paperoni impallidirebbe di fronte al suo impero finanziario, calcolato in circa 1 miliardo di sterline, che come cita un articolo apparso sul britannico Daily Mail, messo su "ingraziandosi imprenditori finiti in carcere e pagando meno tasse possibili". Parlare di poveri guazzando nei lussi sfrenati dunque, se pensiamo che Bono Vox nei giorni milanesi ha alloggiato gratis all'hotel Al Faied -un super-super lusso- e che ha fatto pagare dai 110 ai 150 euro il biglietto ai fan giunti a San Siro per ascoltarlo. Ma il discorso non finisce qui, perché nella corsa al "salviamo il mondo che muore di fame", nel libro "L'Industria della Solidarietà" della giornalista Linda Polman (Mondadori), si scrive che su oltre 23 mila miliardi di dollari che i Paesi ricchi hanno versato ai poveri negli ultimi decenni, la maggior parte di questi soldi sono andati a finanziare massacri e lussi di svariati dittatori locali, mentre ai poveri, nemmeno le briciole ma ulteriore fame. Questa dunque è la situazione odierna del radical chic "a pancia piena" con un occhio -ma uno solo-, verso chi invece la pancia ce l'ha perennemente vuota. Che si frughino in tasca anche loro e magari, diano l'esempio: "Io come artista ho dato personalmente 20 milioni di dollari ai poveri dell'Africa. Voi come Stato, quanto date"? Questo si che sarebbe un bel gesto. Altro che predicare bene e razzolare male...

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