Ancora una vittima italiana in Afghanistan. E' il tenente Massimo Ranzani, 37 anni, (foto) appartenente al quinto reggimento alpini di stanza a Vipiteno. Altri quattro commilitoni che erano con lui sono rimasti gravemente feriti pur non versando in pericolo di vita. La pattuglia si trovava a bordo di un mezzo militare blindato Lince, dilaniato da una "mina terrestre" fatta esplodere da un mujaheddin al suo passaggio. E' la 37esima vittima italiana in questo lontano scacchiere di guerra, in una guerra sempre più estranea e sempre più non capita dalla popolazione italiana. Per il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano c'è "profonda commozione per questa ennesima vittima", oltre all'espressione dei suoi "sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei familiari". Per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi tutto ciò invece "è un tormento, un calvario, e tutte le volte ci si chiede se questo nostro sacrificio nell'essere lì in quel paese ancora medievale sia uno sforzo che andrà in porto", mentre il ministro della Difesa Ignazio La Russa parla di "tributo di sangue che ancora una volta pagano i nostri ragazzi". Basta, non paghiamo più, abbiamo già pagato troppo, ed è giunto il momento di lasciare ai residenti il compito di sistemare le cose. Il tenente Massimo Ranzani abitava con i genitori, il papà Mario, 62 anni, e la mamma Ione,58 anni, a Santa Maria Maddalena nel comune di Occhiobello in provincia di Rovigo. L'arrivo in Italia della salma del caduto è attesa per mercoledì 2 marzo.
Onore al caduto Massimo Ranzani.
1 commento:
Ubi nos, ibi victoria
Ciao Massimo !
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