La musica dei Lowlands (foto) ricorda le sonorità pure, quelle che provengono dalle radici del rock&folk, in un misto di Woody Guthrie e Muddy Waters, passando tra Bob Dylan e Bruce Springsteen. Leader della band, nata tra le nebbie di Pavia, è Edward Abbiati, padre italiano e madre inglese, ed è ancora lui l'autore di tutti i brani del gruppo. Nel 2008 esce il loro primo album, "The last Call" (L'ultima chiamata) ed è subito successo. Il Cd, interamente autoprodotto, varca immediatamente i nostri confini nazionali e spopola tra le principali radio americane, rimbalzando tra la California, l'Arizona e il South Carolina, per approdare poi sulle stazioni radio di Brisbane (Australia) e Wellington (Nuova Zelanda). "Rock dalle radici crepuscolari" si legge su un giornale del settore a stelle strisce, mentre Ben Lazar, della '10th Avenue Music' rilancia: "An album of unusual bravery". In Europa ormai i "Lowlands" sono di casa in Inghilterra, Belgio e Germania, anche se ora -finalmente!- pure l'Italia comincia ad accorgersi di loro. E così, ascoltando il loro album, ritroviamo il sapore dell'avventura, dei grandi spazi, delle sterminate autostrade americane, tramonti e città notturne, amori perduti e pinte di birra, ma anche di solitudine, come in "Leaving N.Y.C." : "Lasciando New York city, il 4 luglio, fuochi d'artificio in cielo, e dentro mi stavo spezzando, e tutto quello che avevo fatto per arrivare lì, era sparito per sempre, e scivolai via come un ladro nella notte di New York". Struggente poi l'atmosfera in "Like a Rose" (Come una rosa): "L'ho trovata nell'oscurità, come la luna piena in una notte oscura, le dissi che le avrei dato tutto il mio amore, di non farle mai male, e feci del mio meglio. Ma poi fu la vita e tutto il resto, paure, dubbi, e la mia anima agitata". Quattro stelle su 5 dai critici di Maverick, bibbia del country, e scalata tra i primi dieci dischi nella "top ten" di Miles of Music, il principale negozio online di musica folk in USA, oltre un esaltante giudizio (con voto di 9 su 10) ricevuto da Americana UK, ultimo baluardo inglese del rock dal sapore antico. "La nostra musica è un ibrido" dice Edward Abbiati, "ma la verità è che il bagaglio culturale moderno non ha più confini geografici". Musica senza confini dunque, come 'The last Call' il brano che dà il titolo all'album: "This is may last call, before the sun goes down, I'll be gone, this is my last round, before dawn I'll be bound". Vale proprio la pena ascoltarli, (YouTube) e seguirli nei loro concerti, perché oggi, di sonorità simili, la musica ne ha "veramente" tanto bisogno. (Gericus)
Prossimi appuntamenti con i Lowlands:
17-04 Spaziomusica di Pavia, con ingresso gratuito
e offerte in favore dei terremotati d'Abruzzo.
4 luglio a Ferrara;
5 luglio a Conegliano Veneto
Edward Abbiati Voce e chitarra
Simone Fratti Basso
Phil Ariens Batteria
Chiara Giacobbe Violino
Roberto Diana Chitarra
Francesco 'lebowski' Verrastro Chitarra
Stefano Brandinali Piano & Keyboards
Stefano Speroni Chitarra acustica
Ghost in Town
What Can I Do
You can never go back
Like a Rose
In Between
Leaving NYC
Lately
38th and Lawton
Friday Night
That's Me on the Page
In the End
The last Call
(Etichetta: "Gypsy Child Records")
Nessun commento:
Posta un commento