venerdì 5 dicembre 2008
AMANDA E RAFFAELE: IL TIRO AL PICCIONE
PERUGIA - Ho sempre avuto un certo sospetto per le "testimonianze tardive", specie per quelle i cui casi hanno assunto gli onori della cronaca. Sospetti in fin dei conti più che logici, poiché la domanda è una sola: come mai così in ritardo? E poi: E' mai possibile ricordarsi dopo un anno, e per di più con grande chiarezza, tempi, date e situazioni? Il tutto riferito al delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia il 2 novembre scorso, e che vede imputati Rudy Herman Guede -già condannato in primo grado a 30 anni di reclusione- Raffaele Sollecito e Amanda Knox, (foto) questi ultimi due in attesa di processo. Testimoni che vengono e che vanno, come l'albanese Hecuran Kokomani, indicato addirittura come "testimone chiave" contro gli ex fidanzati, che lui sostiene di aver visto intorno alla casa della vittima la sera stessa del delitto. Anche lui, chissà perché, porta la sua testimonianza in ritardo coi tempi dell'inchiesta. Per Amanda poi, arriva in questi giorni un testimone sorprendente. Nonostante la gravità del fatto, questi non va a raccontare ai giudici, quindi a mente fresca, ciò che ha visto il giorno dopo il delitto, ma ci va oltre un anno dopo, spinto, a quanto pare, da un giornalista locale assurto -chissà poi il motivo- al ruolo di investigatore. Ma quale nuove verità dei fatti avrebbe portato l'ultimo testimone? Che Amanda Knox, la mattina subito dopo il delitto, si recò alle 7,45 nel suo supermarket, che questa aveva in testa un copricapo di lana, indossava un giubbino grigio e aveva l'aria come di una "che voleva passare inosservata". A parte l'impossibilità di defilarsi quando siamo l'unico cliente di un supermarket, mi chiedo come un testimone, a distanza di 400 giorni e più, non possa incorrere in bisticci di date, situazioni e luoghi, portando quindi con "approssimazione" una versione dei fatti che potrebbe nuocere in maniera grave ad una persona, sia questa accusata di un delitto come di un banale taccheggio. Il "tiro al piccione" contro Amanda e Raffaele però continua anche attraverso il mezzo televisivo, dove nei 'talk show' più seguiti si fa a gara per dare la propria versione dei fatti, scagionando uno e accusando l'altro, in un apoteosi di narcisismo da far impallidire un pavone. "Rabbrividisco nel leggere ciò che Amanda ha scritto nel suo diario" dice un 'ospite', mentre altri 'gorgheggiano' che "con una vita sessuale come la sua...". Ma si va poi ben oltre: "A Perugia gli studenti affogano negli stupefacenti...". Qual'è dunque il motivo di tutto questo "apparire"? Esibizionismo sfrenato? Arraffare al volo il famoso "quarto d'ora di notorietà" che di dice arriva per tutti una sola volta nella vita? Interessi economici legati a future comparsate televisive visto il clamore suscitato dalle proprie dichiarazioni? Domande che resteranno senza risposta, anche se a conti fatti, questo processo una risposta l'ha già data: che siamo ad un punto morto, poiché dopo la condanna dell'ivoriano Guedé, per Amanda e Raffaele i conti non tornano, e per l'accusa, senza prove 'provate', c'è la possibilità di una sonora sconfitta. A meno che non arrivino altri testimoni... (Gericus)
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