
La proprietà in China non è più un furto. Con grandi applausi e standing ovation l'Assemblea del popolo ha salutato ieri a chiusura della sua sessione annuale di due settimane, il voto quasi unanime della legge a tutela della proprietà privata, sostenuta dal partito: 2.826 voti a favore, 37 contrari, 22 astensioni. Formalmente organo legislativo, di fatto chiamata ad approvare decisioni prese dal partito, già nel marzo del 2004 essa aveva modificato la Costituzione, proclamando che la "proprietà privata legittimamente acquisita è sacra e inviolabile". La legge sulla proprietà era in gestazione da 12 anni, ben prima che il principio fosse sancito dalla Costituzione, ed è il punto finale di una lunga lotta politica. Per sette volte redatta, contrastata, modificata, fino a questa sua versione finale che legittima ciò che si è di fatto creato negli ultimi 15 anni, con milioni di persone divenute milionarie, alcune centinaia di milioni assurte a classe media da una società di 'tutti uguali nella miseria'. "
Una pietra miliare nella nostra storia legislativa" commenta entusiasta l'economista Hu Xingdou, contrastato da un esponente della vecchia scuola marxista, Go Xiantin: "
Se Mao fosse vivo, questa legge non sarebbe mai neanche stata proposta". (
Il Giornale)
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