sabato 23 ottobre 2010
Sarah e il baraccone mediatico.
Giornate intere di Sarah, talk show nella stessa ora su ogni canale, scoop, nuove verità, nuove ammissioni... Se con il delitto di Cogne pensavamo di aver toccato il fondo, con quello di Avetrana siamo scesi oltre. Non c'è il minimo particolare di Sarah Scazzi che non sia stato reso pubblico, discusso, interpretato. Di lei, di questa povera vittima ormai sappiamo tutto; voleva fuggire dal paesello, era infatuata di Ivano e delle sue coccole, che con la cugina Sabrina -quella che ora è in carcere accusata dal padre della partecipazione al delitto- si divideva tra gelosie e battibecchi. Da quel funesto 26 agosto, non c'è giorno che Sarah non sia stata l'argomento di ore e ore di trasmissioni. Di lei si parla nei programmi del mattino, nei telegiornali, nella "Vita in diretta" pomeridiana, e nella sera nei salotti dei vari Vespa, Vinci, Sottile, Capuozzo, Sky 24... Ospiti prezzolati che saltano da una trasmissione all'altra e che dicono la loro come fossero tante bocche della verità, giornalisti, psichiatri, psicologi e soprattutto, criminologi, assurti al ruolo di vere e proprie star che "tutto sanno e tutto spiegano", ospiti ormai assunti in pianta stabile visto il ripetersi di delitti "da raccontare". Si parla di diritto di cronaca, ma se tutto questo è cronaca allora significa che il giornalismo è giunto al capolinea, rimpiazzato dal "pettegolezzo", dalla morbosità dei particolari, e ossessionato dal raggiungere lo "share" più alto che equivale a maggior introiti pubblicitari, quindi soldi. Si dice che la televisione offre quello che vuole la gente, mentre invece credo che la gente sia succube di ciò che mostra la televisione. Povera Sarah, come il piccolo Samuele di Cogne anche lei è passata in secondo piano, offuscata in interesse dalle affermazioni, ritrattazioni, confessioni e mezze ammissioni della famiglia Misseri-Addams. Che strana la vita. Qualcuno, subito dopo la scomparsa affermò che nei suoi sogni di bambina c'era la volontà di diventare famosa, e che per farlo aveva escogitato una mezza fuga e un veloce ritorno, lasciando le sue foto migliori che giornali e televisione avrebbero mostrato. Tutto e ancor di più è stato fatto: l'abbiamo vista seduta in jeans e maglietta rosa, primo piano dagli occhi sognanti, allegra con il tuo amato gatto, in gita a Roma, ad una festa danzante, in un negozio di estetista, davanti ad una torta di compleanno. Qui tra i vivi, l'indegno "baraccone" andrà avanti ancora per un bel po'. Riposa in pace Sarah. Se ti è possibile...
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