Ciao Cippi, un altro oceano da solcare... sarà lungo il viaggio, ma ti aspetteremo... (Gericus)
I delfini, i versi di Pound, il Don Chisciotte di Dalì, la tromba di Miles Davis e le parole di Gaber, i rami sulla spiaggia di Marina di Pisa, l'aperitivo al Barrino, i libri, le barzellette, il materasso ad acqua, il cappellino da marinaio, il graffito di Keith Haring sul muro, le traduzioni dal cinese, e le foto, le foto... Ciao Cippi, avrei voluto salutarti ancora una volta, almeno per augurarti buon viaggio... Sara A.
Caro Cippi, mille ricordi bellissimi, mille risate grazie alle tue battute, alle tue storie bellissime, alle tue foto insuperabili... Ti vogliamo bene. Leonardo V.
Addio grande Cippi, un abbraccio forte ti accompagni nel tuo lungo ultimo viaggio. Grazie per tutto quello che ci hai dato.
Michele M.
Ciao Cippi. Grazie di tutto. Marco S.
Amici di Cippi che conoscete il suo amore per i delfini, leggete qua: Ma non è tutto chiaro? Sono venuti a salutare Cippi, inutile fare altre ipotesi. Marco M.
...e sul tavolino su un piccolo leggio c'era un cartoncino con una frase di Ernest Hemingway: "A long life prives the man of his optimism...shorter is better..." Maurizio C.
La notte che ci siamo conosciuti mi hai dato la tessera di libero ingresso alla tua "cantina". C'era scritto "Affinché anche da morto io vada in culo ai vivi, fate delle mie ossa canne da lavativi". Maurizio C.
Ciao carissimo maestro di vita.... Klaus B.
Per le cene meravigliose che ci hai preparato, per il buon vino che abbiamo assaporato, per le foto che raccontavano il mondo e te, per il mare che avevamo di fronte dove tu tornavi dopo ogni viaggio,per le barzellette che ci hai raccontato e per i tanti insegnamenti che mi hai donato. Buon viaggio Cippi. Antonella S.
Ciao Cippi, ci ritroveremo un giorno ad ascoltare del jazz con un bicchiere di vino rosso in mano...sei nel mio cuore. Grazie per tutto quello che hai fatto per me... Cecilia S.
Prima di andartene hai fatto una scritta sui nostri cuori con una vernice indelebile che non si potrà mai cancellare! Ciao Cippi. Tommaso C.
Il ricordo di te non morirà mai... Ciao Cippino! Alessia S.
Eravate un bel gruppo di matti queste serate con babbo, tutti a fantasticare del futuro e a parlare di sogni e di filosofia ed io bimbetto, ad ascoltare i vostri bei discorsi e i vostri insegnamenti di vita... Ciao Cippi, un altro pezzo della mia bella Marina è volato via... Un abbraccio e tanta tristezza. Cristiano S.
Vai Cippi... metti "Take five"... si fuma l'ultima sigaretta eppoi si va a letto... Maurizio C.
Oggi ho lasciato nel tuo ultimo letto la copia del mio disco con le tue splendide foto in copertina, quello che non ti avevo mai portato...scusa per il gesto sentimentale e forse stupido. Mi sono sentito libero di farlo. Quando ci incontreremo di nuovo in cielo ti farò finalmente quella famosa intervista su Woodstock che...rincorrevamo da anni, e ti chiederò ancora di raccontarmi cos'hai provato quando hai sentito la voce di Joan Baez che squarciava la notte. Ringrazio il cielo che le nostre vite si sono incrociate. Marco M.
Ciao Cippi, ti porto nel mio cuore. Jolanda C.
...una macchina fotografica...un campo di papaveri...è lì che ti troverò... Debora B.
Ciao Tato, grazie di aver fatto parte della mia vita. (Illeggibile)
Non vale, non ti ho neanche salutato...devi tornare indietro, almeno per un aperitivo al Barrino, c! Sono molto triste. Rachele G.
Ciao Cippi, o non mi fai venì il magone...! roba da matti. Franco N.
E ci mancherai anche parecchio! Grazie di tutto! Ciao! Stefano De F.
Mi mancheranno tutte le mattine, con lo scambio di cazzate.... buon viaggio Cippi!!! Michele S.
Alla prossima.... alla Cantina naturalmente. Cristina A.
"Far perdere le tracce: così viaggia un Maestro! Tardo autunno" Maddalena R.
Altro che palloncino che fa bummm... La tua biografia è lunghissima e continuerai sempre a scrivere pagine meravigliose per tutti noi... ci si rivede... Maurizio C.
(foto: Claudio Cippi -copyright dell'autore-)
3 commenti:
Si alzò vento fresco di mare; gli schizzi arrivavano alti quasi fino alle finestre mentre noi aspettavamo, chi da basso e chi altrove, di sapere quel che stava accadendo. Dalle prime ore del pomeriggio non si era sentito più nulla e ancora niente si riusciva a conoscere.
Di Cippi nessuna novità, nessun rumore, niente di niente; era come se fosse andato via mentre invece si sapeva, dolorosamente si sapeva che era li di sopra, a tirare i dadi ogni momento per sapere se avrebbe vinto ancora, o no.
Scorrevano tante figure, ognuno vedeva le proprie ruzzolare via con le folate di vento, con le ventate violente o meno brusche, rimbalzare sugli scogli e ricadere in mare, portate via dalla identica filama che da giorni ci stava spogliando tutti dell’affetto di un amico vero, antico, che della vita aveva fatto tempio e bordello, riso e dramma, di volta in volta sempre al suono delle note, eterne e stentatissime risate : come una milleccento ingrippata…
Passarono i minuti, passarono le ore, e finalmente fu buio
Successero poche cose
Uno scrisse su un muro una frase che riassumeva la chiave di lettura della grandissima compagnia di amici che era esistita li intorno : ‘’ci si rivede quando torna Cippi ‘’, e gli parve d’avere fatto il suo; riuscì solo, in realtà, a scavare ancor di più nei recessi dolorosi, e a fare schizzare più fuori ogni cosa che ancora si annidava tra le pieghe della carità che ognuno faceva a se stesso di dimenticare quanto, quante volte, dove e come era stato inginocchiato sul pavimento morbido della mansarda affacciata sul mare a raccontare all’amico di sempre un dolore, una gioia o una follia bevendo vino rosso.
Ce n’era per tutti, di vino e di tempo, pareva che entrambi non finissero mai, non avessero a finire mai, e allora giù un’altra notte bianca a fotografare, a concionare, a gustare musiche che tendevano i nervi o abbassavano il tono, o semplicemente risvegliavano una sopita poesia che tra le parole di Sartre schizzava fuori come veleno, ma così forte, ma così dolce!
Le foto, i dischi, le poesie, le cose scritte sul muro, gli appunti attaccati al frigo, i disegni impastati sulla finestra e fotografati, la calce bianca dei muri graffita, le sculture di Bisso, i suoi quadri, il tavolo di Casigliani, i libri comprati sul lungo Senna, le foto di Dalì, le istantanee del carnevale di Rio di un anno lontano, le scritte sui muri, i delfini, le ruggini gli ori e i bronzi di un cantiere, un nudo di donna che ‘’pare Kiki de Montparnasse ma vive a Livorno’’, le pietanze inventate li per li erano tutto insieme il suo modo di illudere gli amici della eternità leggera della vita, della immanenza del desiderio, della povertà della ragione e della intensità della follia, del sentimento e dell’amicizia.
Di quella in verità poca glie ne mancò, tantissima ne offrì, e a parte qualche damino il resto se ne dissetò copiosamente.
Ma il vivere, così come viveva malgrado tutto e come una offesa alla ragione finiva una sera, come un tramonto d’estate ai tropici : si spense la luce, e fu notte.
Quella notte i vecchi, ma proprio i più vecchi di Marina, giurarono d’avere visto Ferrer e Cirulì che richiamati da un rumore di spruzzi si avvicinarono a casa di Cippi dove, più addolciti che meravigliati ( gente di mare, niente la stupisce ) osservarono il salto di un delfino, nella mezza luce della luna, tra la risacca lungo la scogliera in Via Crosio.
Poi, quello, fatta una capriola nell’acqua si allontanò in una scia luminescente.
Torna a volte, per trovare gli amici e riunirli ancora tutti.
saf
Saf, non so chi tu sia, ma so che hai scritto un ricordo bellissimo, un pensiero dolce e soave che sa di poesia, di amicizia vera verso chi non c'è più, ma che qui, tra le righe del tuo scritto, ho rivisto e sentito vicino. Sarò lieto e onorato di ricevere altri tuoi pensieri sul nostro amico comune. Gericus
Si alza ancora il vento, ogni sera; non affoghiamo più nel dolore del primo giorno ma ci fa ancora male continuare a parlar di te. Sentiamo ancora attorno quanta umanità hai gettato nel vento e per tutti, con la generosità dell'animo tuo adolescente
amico perduto….
''non ti accorgi mai di avere un amico
ma quando lo perdi
quando scompare
finisce con lui il senso di certe cose''.
Non ho sofferto in modo così violento per tantissimi anni, credo dalla morte di mio padre. E pensare che pur nati diversi e vissuti diversamente ci regalavamo sfottendoci momenti delle nostre reciproche diversità cercando di non perdere, l'uno dall'altro, la goccia di fantasia più pura e sconcertante che, dai e dai, alle 2, le 3 o le 4 del mattino saltava fuori, sempre, bastava aspettare l'ora, che il gioco ci portasse a parlare, con l'uso incosciente di follia, di ogni follia percepibile attorno. Con l'intensità di quei momenti ci siamo spesi la gran parte della vita, i quanti non so sulla moquette blu in mezzo alle cose di Renato, ai tuoi dischi ed alle fotografie.
Una volta o l'altra, da qualche parte, ci incontreremo; chi vede l’altro per primo faccia cenno per un bicchiere e son certo che qualcuno da canzonare si trova, da qualche altra parte, tra le parole del racconto del viaggio.
Pensavo ieri, amico mio, che hai regalato a mia figlia il nome che tu avevi scelto per la tua che non hai avuto; grazie anche di questo, e viaggia in pace.
Ti abbraccio, per me e per tutti gli altri che ti tengono stretto in una piega del ricordo, in un gesto ripetuto: è' il momento di smetter di soffrire per consentirti ( così mi insegnano taluni ) di staccarti e riposare.
… tre volte, e poi addio …
Saf
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