domenica 22 febbraio 2009
SANREMO E I GIOCHI SPORCHI...
SANREMO - Spente le luci dell'Ariston, cosa resta di questo 59esimo Festival di Sanremo? Restano esili tracce di promesse non mantenute, sterili commenti su canzoni gay, capezzoli d'antan in mostra, mugugni e sospetti. E della musica che fino a prova contraria, dovrebbe essere anima e motore di tutto il carrozzone? Niente. Mario Luzzato Fegiz, critico musicale di ampia fama non ci pensa due volte a bocciarlo 'tout court': "In 40 anni di Festival, mai una terna di canzoni, nessuna da salvare, non era mai capitata". E si riferisce ai tre brani primi in classifica, ovvero in ordine "La forza mia" di Marco Carta; "Luca era gay" di Povia, e "Non riesco a farti felice" di Sal Da Vinci. E che dire dei risultati che hanno sancito come vincitore di questa edizione, "l'amico" Marco Carta? A parte che la sua vittoria era data per scontata già da settimane grazie a santi in paradiso, Luzzato Fegiz lo ammette nero su bianco: "Marco Carta è stato fatto vincere da 'Amici' e da un partito politico e aggiungo che sia la canzone che il personaggio non sono un granché". Ma per gli organizzatori, questo è il Festival "dai grandi numeri" in quanto ad ascolti, perciò, tutto il resto non conta. Anche su questo punto però, l'Auditel lascia un po' sconcertati, se pensiamo che una ricerca fatta dal Corriere on-line, su un campione di 26.023 persone intervistate, il 78,7% ha ammesso senza reticenza di non guardare affatto la trasmissione. Per concludere, cosa ricorderemo di questo Festival? Il bacio in bocca tra Bonolis e il fido Laurenti, (foto) una Zanicchi -classe 1940- che canta "sesso a volontà e senza amore" e un Hugh Hefner, 83 anni, che ci delizia su lussuria al Viagra. Un altro Festival del nulla dunque, ucciso dalla spocchia di organizzatori improvvisati, selezionatori musicali senza un minimo approccio al buon gusto e infine, da un insieme di personaggi che non hanno proprio niente a che vedere con l'anima più nobile di questo Festival della Canzone: la canzone stessa. Carta, Povia, Sal... Di nomi dimenticati, il Festival è pieno... (Gericus)
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