martedì 17 febbraio 2009
AMARCORD DI UN FESTIVAL...
SANREMO - L'hotel Savoy non c'è più. Alloggiai lì in un Festival passato. Mi ricordo il suo magnifico giardino, Rolls Royce, Bentley e Ferrari parcheggiate in bell'ordine. Pochi lunghissimi scalini e il Grand Hotel era lì, con l'enorme salone e la reception sulla sinistra. Personale educatissimo in livrea ed io, giovane autore, lì in mezzo ai mostri sacri del pentagramma e delle hit parades. Si. Allora arrivare ad un Festival di Sanremo era la consacrazione di una vita artistica, del raggiungimento di una meta a lungo cercata e voluta sia come autore che come cantante. Camera 320, dove il tre sta per 'terzo piano'. Ascensore con intelaiatura in ferro battuto, lunghi tappeti nei corridoi e luci soffuse. Due anni prima, in una camera simile alla mia e pochi metri sotto, Luigi Tenco con il suo "Ciao amore ciao" aveva detto addio al Festival, a Dalida e alla vita, con quei due colpi di pistola echeggiati alle 2,30 di quel venerdì di pioggia. La curiosità mi spinse ad andare a vederla. Un facchino che mi accompagnò me lo disse strada facendo: "La camera 'di Tenco' è diventata un ripostiglio". La tristemente 'famosa' 219 infatti odorava di povere ed era piena di scatoloni, materassi e cianfrusaglie varie. "Nessuno dal 27 gennaio 1967 ha più voluto dormirci...". Chissà, forse il Festival di Sanremo è morto allora o almeno, ha iniziato ad agonizzare. Non più la manifestazione dal "Salone delle Feste del Casinò" ma da un anonimo teatro... via per sempre i grandi nomi... via i fans adoranti, via il lustro e via forse anche quel sano ottimismo nel domani che si respirava in quegli anni... Ora ciò che resta del Festival e del suo grande passato sono solo i ricordi e quei due colpi che ancora echeggiano nei saloni vuoti e abbandonati del Grand Hotel Savoy, lì sulle alture della città. La storia del Festival di Sanremo è racchiusa tutta qui... (Gericus)
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