lunedì 21 aprile 2008

MOSTRI SMEMORATI...

Rinchiuso in una cella del carcere di Regina Coeli, Joan Rus, (foto) il romeno accusato dello stupro -con tentato omicidio- della studentessa africana avvenuto giovedì scorso alla stazione La Storta di Roma, davanti al gip Andrea Vardaro, candidamente ha affermato di "non ricordare niente" dello stupro, se non di "aver aiutato la ragazza ad attraversare la strada". Il delinquente però non ha esitato, poco prima, ad aggredire una psicologa del carcere, prontamente sottratta dalle grinfie dell'uomo dalla polizia carceraria presente all'incontro. Una belva dunque pronta ad aggredire qualsiasi donna gli capiti a tiro, un motivo in più per capire a fondo la sua pericolosità. Nell'interrogatorio di sabato per la convalida dell'arresto dunque, niente di più si è potuto apprendere sulla dinamica dei fatti, seppure grossi indizi inchiodino il romeno alle sue responsabilità. Nel frattempo, il magistrato è in attesa dei risultati da parte dei carabinieri del Ris, degli esami effettuati sugli abiti del romeno per scovare eventuali tracce biologiche della donna, mentre nei prossimi giorni il pm Erminio Amelio disporrà una consulenza medica anche sulle lesioni riportate dalla giovane studentessa africana, la quale, dichiarata dai medici fuori pericolo di vita, in un inglese perfetto annuncia che "Non abbandonerò per niente l'Italia dopo questo fatto, poiché nessun criminale ostacolerà il percorso della mia vita". Nei prossimi giorni dunque, il magistrato interrogherà di nuovo Joan Rus, detenuto con l'accusa di tentato omicidio, violenza sessuale e sequestro di persona. (Gericus)

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