
C'era una volta l'
Inter di capitan Picchi... Potremmo cominciare così, perché enunciando il nome di
Armando Picchi -detto Armandino tra i suoi concittadini livornesi-,
(foto) si parla di un epoca sportiva -quella del 1962-63- dai grandi risvolti, dai grandi nomi, quelli di una grande società guidata da
Angelo Moratti e con al timone un indimenticabile
Helenio Herrera. Solo questo binomio potrebbe bastare, ma se poi ci aggiungiamo quelli di
Lorenzo Buffon, Giacinto Facchetti, Tarcisio Burgnich, Sandro Mazzola, Mariolino Corso, Luisito Suarez e Jair da Costa, beh, viene fuori un Inter più che "
galattica". E se aggiungiamo poi che nel 1962 per acquistare Armando Picchi -allora in forza nello
Spal dopo aver passato 5 stagioni nel Livorno di
Magnozzi-, l'Inter offrì
24 milioni -che al cambio di oggi sarebbero poco più che 260 mila euro-, allora molte cose rispetto ad oggi diventano chiare. Perché questo "
amarcord"? E' solo una riflessione sull'Inter 2010/2011, quella che a Milano pochi giorni fa si è beccata davanti al suo pubblico di
San Siro 5 "
sorbole" dalla
Shalke 04, quella dei gol mancati e della nullità di gioco di un
Eto'O (
18 milioni di euro all'anno tra stipendio e sponsor!), di un "
principe senza corona" come
Milito (12
milioni), di un "
cacciatore di farfalle" come
Julio Cesar (
10 milioni), di un "
bomber senza cartucce" come
Sneijder (
11 milioni), di un inconcludente e "
masochista"
Kivu (
9 milioni) e tutto il resto della truppa per altri complessivi
30 milioni di euro circa. Una "
disfatta" dietro l'altra, e si badi bene, solo in piccolissima parte per colpa di
Leonardo. Fa male per un interista come me -tifo Inter fin dai tempi del compianto Picchi!) ammettere tutto ciò, ma credo che sia giunto il momento di denunciare i motivi di "
cotanto tracollo" e il punto è solo uno: i soldi, i tanti, troppi soldi accumulati da questi "
eroi della pedata", diventati ormai dei veri e propri industriali, ricchi e appagati, sazi. I conti in banca con cifre da capogiro fanno passare qualsiasi velleità sportiva, voglia di dimostrare il proprio talento e la propria classe. Scendere in campo per questi "
sportivi della domenica" è solo un passatempo tra un lusso e l'altro, tra una
Ferrari e una
Rolls Royce e una
"velina e l'altra". E l'esempio di tanta sciattoneria è arrivato poco tempo fa da un ventenne come
Mario Balotelli -fortunatamente via dall'Inter!- che come è stato scritto dai tabloid inglesi "
i dirigenti del Manchester City lo hanno multato di 120.000 sterline, l'equivalente di una sua settimana di stipendio"... Capito? Sono 137.000 euro a settimana, che al mese diventano 550mila! No, non mi mangerò più il fegato davanti alle disfatte dell'Inter. Non soffrirò più per l'incongruenza di questa "
truppa di extracomunitari super pagati". Non è sport questo e l'Inter poi non è più quella di una volta. Quella di Armando Picchi, appunto...