
Praticamente è un ricatto, fatto in casa del ricattato e alla faccia della tanto sbandierata amicizia: "
Se l'Europa non vuole l'invasione mi sganci 5 miliardi di euro all'anno". A dirlo è "
l'amico"
Muammar Gheddafi, leader libico, a Roma per celebrare il secondo anno del trattato di "
amicizia" tra il nostro e il suo Paese. Un trattato che sulla carta significa il controllo da parte della Marina libica delle proprie coste affinché vengano bloccate le partenze in massa di disperati africani e non verso casa nostra. Anche in questo caso però il
Colonnello la spuntò sul nostro Governo:
Costruzione a spese degli italiani di un autostrada che attraversi la Libia -ancora per il 'famoso' risarcimento danni di guerra-
e poi, una decina di motovedette in dono per bloccare i clandestini. E così è stato. Oggi, con tutti gli onori, squilli di tromba, inni nazionali, abbracci, cene e caroselli, Gheddafi per il secondo anno consecutivo è ritornato in Italia, con tenda beduina da piantare sul verde dell'ambasciata libica, 100 cavalli berberi e il suo seguito di amazzoni per la sicurezza. In mezzo a tutto ciò, l'umiliante richiesta di
200 giovani donne italiane da incontrare durante il suo soggiorno romano, donne, che purtroppo si sono presentate in massa, e che qui sono state indicate come... "
hostess", con tutti i significati della parola. Eccola qui dunque l'Italia con le braghe calate e la mente corta, poiché
"l'amico" che oggi si omaggia è lo stesso che nel
1970 cacciò i nostri compatrioti -
circa 20.000- dalla Libia sequestrando i loro beni mobili e immobili per un valore di
400 miliardi di lire (valore 1970). Ed è sempre lo stesso che alle ore 17,00 del 15 aprile 1986 lanciò due missili SS-1c Scud B contro l'isola di Lampedusa, fortunatamente caduti in mare a 2 chilometri dalla costa. C'è un detto militare che afferma "
ponti d'oro per il nemico che fugge", mentre invece noi, schiena piegata e cappello in mano i "
ponti d'oro" li facciamo al nemico che viene. Vecchia consuetudine italiana del resto, un "
vezzo" che proprio non riusciamo a toglierci di dosso, tanto che Gheddafi lo ha capito da un pezzo, beffandosi di un
Andreotti filo-arabo, di
D'Alema e Prodi di antica memoria e infine di un
Berlusconi in vena d'affari. L'imbarazzo però è palpabile tra i nostri politici, con un
Ignazio La Russa che afferma
"l'ospite è sempre sacro e non c'è altro da commentare" e una
Giorgia Meloni, ministro della Gioventù che a proposito delle nostre donne "
reclutate" si limita ad un "
che fastidio per l'appello alle nostre donne". Un po' troppo poco mi sembra. Le ragioni di Governo sono una cosa, ma la dignità di una nazione è ben altra cosa.