giovedì 7 gennaio 2010
HACHIKO, LA STORIA DI UN CANE.
Hachiko, uno splendido cane di razza Akita non potrà mai sapere quanto importante sia stata la sua esistenza. Del resto, a lui non importava nient'altro che una rassicurante carezza del suo padrone, addormentarsi ai piedi del suo letto e seguirlo durante la giornata. Hachiko era un esemplare maschio di pelo bianco ed era nato in una fattoria di Odate (Giappone), il 10 novembre del 1923. Il destino a volte disegna percorsi di vita indecifrabili, tanto che non si sa come, Hachiko all'età di due anni finì sotto gli occhi benevoli di un professore universitario, tale Hidesaburo Ueno, residente nel dipartimento di Tokyo. Fu un amore a prima vista, tanto che Hachiko, trasferitosi a casa del suo nuovo padrone, ne diventò ben presto la sua ombra. Essendo un 'pendolare', ogni mattina Hachiko imparò così ad accompagnare il suo padrone alla stazione del treno, ritornandovi infine nel pomeriggio per attenderlo al suo ritorno dalla giornata lavorativa, e questo andò avanti giorno dopo giorno, anni dopo anni, senza mai un ritardo, senza mai un assenza. Il 21 maggio del 1925, Hidesaburo Ueno fu colpito da un ictus mentre stava insegnando all'università. Trasportato all'ospedale, morì poco dopo il suo ricovero. Alle tre di quello stesso pomeriggio, come al solito Hachiko lo attese alla stazione di Shibuya. Fissando come sempre l'uscita, quella volta non lo vide arrivare. Attese a lungo, poi, a sera, se ne tornò a casa, ma il giorno dopo, sempre alle tre precise, fu di nuovo lì, e così continuò a farlo per quasi dieci lunghissimi anni. Non passò di certo inosservato quel cane, tanto che il capostazione e le persone che tutti i giorni prendevano il treno cominciarono ad accudirlo, offrendogli cibo e riparo. La commovente storia di Hachiko, simbolo di amore e fedeltà ben presto fece il giro del Giappone, tanto che molte persone cominciarono a recarsi a Shibuya solo per vederlo, accarezzarlo, mentre lui, seduto come sempre a due passi dalla stazione, scrutava l'uscita nella speranza di vedere arrivare il suo padrone. L'8 marzo del 1935 e all'età di 12 anni, Hachiko morì di 'filariasi', ma un anno prima, nel '34, nell'aiuola dove lui attendeva da anni il ritorno del suo padrone, venne realizzata dallo scultore Teru Ando una statua in bronzo con le sue sembianze, e Hachiko fu presente all'inaugurazione. La notizia della sua morte apparve su tutte le prime pagine dei giornali, e quello fu dichiarato 'giorno di lutto'. Il suo corpo, preservato tramite 'tassidermia', è tuttora esposto al Museo Nazionale di Natura e Scienza situato a pochi chilometri dalla stazione, mentre alcune sue ossa sono state sepolte accanto alla tomba del professor Hidesaburo Ueno nel cimitero di Aoyama. L'8 marzo, in Giappone, ogni anno si celebra il ricordo di Hachiko, dove molte persone con i loro cani si recano in pellegrinaggio sulla sua tomba per rendergli omaggio. Un amore senza limiti e senza tempo, e che ora, attraverso il film "Hachiko, a dog story" del regista svedese Lasse Hallstrom, con Richard Gere, questa storia stupenda farà di nuovo il giro del mondo. A 75 anni anni dalla morte di Hachiko. (foto: esemplare di Akita impiegato nel film)
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3 commenti:
Sorry my friend. I don't speak japanese, so I don't know what you say... Gericus
Caro Gericus, you don't need to speak Japanise, colui o colei che ti ha mandato quelle righe ti hanno fatto uno scherzo, e' un avviso Porno. La storia di Hachiko e' una delle tante bellissime storie di Animali, dai quali noi essere Umani dovremmo imparare a vivere, purtroppo non e' cosi', ho un Bellissimo cane che per varie
circostanze non posso piu' vederlo
mi manca ma non posso farci piu' niente,purtroppo delle volte il destino e' quello che e'.
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